La tradizione culinaria di Portico di Romagna si intreccia strettamente con la ricca biodiversità delle sue tartufaie e boschi. Matteo Cameli, chef e proprietario del ristorante Al Vecchio Convento, si dedica non solo alla cura delle sue ricette, ma anche alla ricerca di ingredienti freschi e di stagione, compresi i pregiati tartufi. Questo articolo esplora la realtà gastronomica e culturale di Matteo, che ha saputo far diventare questo simbolo del borgo montano un punto di riferimento per la cucina italiana e per la comunità multiculturale.
Ogni giorno è un’opportunità per Matteo Cameli di immergersi nella natura circostante. Il ristoratore, cresciuto sotto l’ala del padre Gianni, ha imparato a conoscere le tartufaie locali, un’attività che richiede competenza e passione. Cameli ricorda che in primavera si raccolgono tartufi marzolini, durante l’estate i tartufi scorzone e nero, e in autunno si attende il pregiato tartufo bianco. La cura del bosco è fondamentale; Matteo evidenzia l’importanza di interventi ben calcolati affinché le piante possano “respirare”, mantenendo così l’equilibrio della biodiversità. Accanto ai tartufi, il chef raccoglie altre erbe selvatiche, come mentucce e senapi, per arricchire il suo menu.
Al Vecchio Convento, la tradizione culinaria romagnola si unisce all’innovazione. Ogni giorno vengono preparate ricette che onorano i sapori autentici della regione, come i cappelletti di pernice e i ravioli di ricotta fermentata. Ma non si ferma qui: Matteo si dedica anche alla ricerca in campo gastronomico, esplorando tecniche di fermentazione. Questa curiosità e apertura all’innovazione si riflettono in piatti unici, come i gnocchi di patate con porcini lattofermentati, pensati per stupire anche i palati più fini.
L’impegno di Matteo Cameli va oltre il ristorante di Portico. Con suo fratello Massimiliano, ha avviato un ristorante gemello a Copenaghen, che rappresenta un ulteriore ponte tra le culture culinarie. Entrambi i fratelli hanno anche creato il festival Chef sotto i portici, un evento annuale che riunisce chef da tutto il mondo per promuovere la cucina e la cultura degli Appennini. Questa rassegna ha permesso a Portico di diventare un palcoscenico internazionale, contribuendo a rendere il borgo un centro di scambio e innovazione gastronomica.
All’interno del festival, che si svolge ogni anno a luglio, si possono incontrare professionisti affermati e giovani talenti della cucina mondiale. Nella passata edizione, hanno partecipato chef rinomati da ogni angolo del globo, creando un’atmosfera di scambio autentico tra diverse tradizioni culinarie. Ogni stella Michelin porta con sé un pezzo della propria cultura, arricchendo il panorama gastronomico del ristorante e contribuendo a una fusione di sapori e tecniche.
Oltre alla sua attività ristorativa, la famiglia Cameli è attivamente coinvolta nel promuovere l’apprendimento linguistico e culturale nel borgo. Grazie a Ulla Bisgaard Pedersen, moglie di Matteo, è nato il centro culturale L’Olmo, un luogo dedicato all’insegnamento della lingua italiana ai turisti. Questo centro ha creato un ambiente dove il cibo e l’arte culinaria si intrecciano con l’apprendimento linguistico, attraverso corsi che abbinano la cucina alle lezioni di lingua italiana.
Nei mesi estivi, L’Olmo ospita diverse attività, tra cui corsi di cucina con chef ospiti e opportunità di apprendimento informale per i turisti. Si possono trovare eventi mensili condotti da personalità del mondo gastronomico locale e internazionale, nella continua ricerca di nuovi sapori e tecniche culinarie. Questa sinergia tra cucina e cultura ha portato a una vivace interazione sociale tra residenti e visitatori, contribuendo a generare un’atmosfera di apertura e condivisione che caratterizza Portico di Romagna.
Portico di Romagna emerge come un luogo non solo di tradizioni culinarie ma anche di interscambio culturale, dove tartufi e passioni si intrecciano. Al Vecchio Convento non si vive solo la gastronomia, ma anche una storia che si rinnova continuamente, in dialogo con il resto del mondo e conservando sempre le proprie radici.
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