Alain Delon, attore francese di fama internazionale e simbolo di eleganza e fascino, ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama cinematografico. La sua immagine, caratterizzata da uno stile impeccabile e da uno sguardo misterioso, ha ispirato generazioni e il suo nome è frequentemente associato all’ideale di bellezza. Oltre alla carriera nel cinema, Delon è stato anche un appassionato collezionista di vini, possedendo alcune delle etichette più prestigiose al mondo. La sua recente scomparsa ha suscitato le emozioni di un’intera generazione di amanti del cinema e del vino.
Alain Delon non era solamente un attore di successo, ma anche un collezionista raffinato, con una passione smodata per vini e distillati di alta qualità. Le sue collezioni erano celebri, comprendendo non solo opere d’arte e oggetti di lusso, ma anche una selezione di vini che rappresentava una delle migliori in circolazione. Bottiglie di Cheval Blanc, Lafite e Mouton erano solo alcuni dei gioielli della sua cantina.
La sua collezione di vini si distinse per la varietà e la rarità. Tra le etichette più celebri era presente un Cheval Blanc del 1947, considerato uno dei migliori vini al mondo, insieme a un Lafite del 1928 e a un Mouton del 1945. La presenza di un salmanazar di Champagne Besserat de Bellefon del 1979 ha ulteriormente accentuato il prestigio della sua cantina. Oltre ai vini francesi, Delon apprezzava anche etichette italiane, come quella del vino “Tancredi” della cantina Donnafugata, in omaggio al suo ruolo nel film “Il Gattopardo“.
Nel 2011, Alain Delon decise di mettere all’asta una parte della sua collezione esclusiva. L’asta, svolta al ristorante Fouquet’s sugli Champs-Élysées di Parigi, attirò collezionisti e appassionati, generando un grande interesse a livello internazionale. A guidare la vendita fu Arnaud Cornette de Saint Cyr, esperto del settore, con l’ausilio del Savor Club di Shanghai. Tra i lotti più richiesti, si distinguevano sei bottiglie di Cheval Blanc 1947 e il Mouton 1945 in una cassetta di legno originale, segno del valore inestimabile della sua raccolta.
Il vino frizzante per eccellenza, lo Champagne, occupava una posizione particolare nel cuore di Alain Delon. Negli anni Ottanta, infatti, fu realizzata una cuvée con il suo nome dalla maison Bricout di Avize, un riconoscimento che sottolineava la sua connessione con il mondo delle bollicine d’élite. In un’intervista rilasciata nel 2003 a L’Union, Delon espresse un pensiero significativo: «Non è il nome che fa lo champagne, ma il contenuto della bottiglia», evidenziando così il suo approccio autentico e sincero nei confronti del vino.
Questa affermazione rispecchia il profondo rispetto di Delon per l’arte di vinificazione e per la cultura enologica. Ogni bottiglia racconta una storia, e per lui la qualità e l’integrità del vino erano fondamentali. La sua passione per lo Champagne era manifestata anche nella sua predilezione per determinate maison e annate, che egli scelse con cura.
La morte di Alain Delon ha lasciato un vuoto nel settore vitivinicolo e nel mondo del cinema. I suoi amori e le sue passioni rimarranno impressi nella memoria collettiva di chi ha avuto l’opportunità di conoscere la sua arte e il suo gusto sopraffino. L’eredità che ha lasciato continua a vivere non soltanto attraverso le sue pellicole, ma anche nel raffinato mondo del vino, dove il suo nome sarà sempre sinonimo di classe e qualità.
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