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Allegrini Wines: la rinascita di un’icona vinicola italiana nel 2024

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Nora Sentilli

Allegrini Wines, un nome sinonimo di eccellenza vinicola, sta vivendo una trasformazione significativa dopo l’acquisizione da parte della settima generazione della famiglia Allegrini. Francesco, Matteo e Giovanni sono i nuovi volti di questa storica azienda, chiamati a mantenere viva la tradizione enologica e a guidarla verso nuove prospettive di crescita e innovazione.

La transizione generazionale e la governance attuale

Nuove leadership e ruoli chiave

Nel 2024, con l’acquisizione della maggioranza delle quote da parte dei tre fratelli, la governance di Allegrini Wines si è consolidata. Adesso, Francesco detiene la carica di Amministratore Delegato e ha un ruolo attivo nella strategia aziendale, mentre Giovanni è responsabile dei processi produttivi e della Ricerca e Sviluppo, agendo anche come Brand Ambassador. Matteo, in qualità di Coordinatore Export, gestisce le relazioni internazionali dell’azienda, assicurandosi che il 70% delle vendite avvenga fuori dai confini nazionali. In questo quadro, la cugina Silvia Allegrini si dedica alle Comunicazioni Esterne e al coordinamento delle partnership strategiche con importanti enti culturali e vinicoli.

Questa nuova leadership mira a preservare l’identità aziendale mantenendo l’86% delle quote interne alla famiglia, sottolineando così un forte senso di continuità con la storia dell’azienda, che risale al 1854. I tre fratelli si trovano a fronteggiare le sfide del mercato moderno, consapevoli dell’eredità e della responsabilità che hanno nei confronti del marchio Allegrini.

Le origini e l’impatto di una storia vinicola

Un patrimonio enologico da preservare

Allegrini Wines vanta un passato ricco di successi che ha contribuito a proiettare l’azienda nei vertici della viticoltura italiana. Fondata a Fumane, in provincia di Verona, l’azienda si è sempre distinta per la produzione del vino Amarone. Giovanni Allegrini, patriarca della famiglia, ha gettato le basi per un’azienda di successo negli anni ’60, sviluppando processi innovativi che hanno portato a una produzione qualitativa.

Il centro di appassimento Terre di Fumane, istituito nel 1997, rappresenta un esempio lampante di innovazione: un impianto progettato per ottimizzare una fase cruciale della produzione del vino. Questo approccio lungimirante ha continuato a caratterizzare il lavoro di Allegrini, ora tradotto in principi operativi e buone pratiche agronomiche, come quelle certificate da Equalitas e Biodiversity Friend.

Il futuro sostenibile di Allegrini Wines

Strategie di premiumizzazione e rebranding

Con un fatturato di 21,25 milioni di euro e una produzione di oltre 2,3 milioni di bottiglie, Allegrini Wines rappresenta un esempio di come la tradizione possa incontrare l’innovazione. La nuova governance ha avviato un processo di rebranding per rinfrescare l’immagine della cantina, mantenendo tuttavia saldi i legami con la storia aziendale.

Francesco Allegrini ha dichiarato che uno degli obiettivi prioritari è la premiumizzazione dei vini, con particolare riferimento al Valpolicella Superiore, che subirà un significativo rinnovamento nel 2025. A tal fine, l’azienda intende valorizzare i suoi prodotti più prestigiosi e snellire il Valpolicella Classico, allo scopo di adattarsi meglio alle richieste del mercato contemporaneo, senza compromettere la qualità e la tradizione.

Silvia Allegrini ha sottolineato l’importanza di continuare a produrre vini che riflettano le peculiarità del territorio, contribuendo a una narrativa di qualità che va oltre il semplice consumo. Attraverso una razionalizzazione della linea di prodotti e un rinnovamento stylistico, l’azienda mira a sottolineare il valore delle sue etichette.

Un percorso verso la sostenibilità e la valorizzazione del terroir

Investimenti nella sostenibilità ambientale

L’attenzione della nuova dirigenza si rivolge anche verso pratiche agronomiche sostenibili e rispettose dell’ambiente. I vigneti di Allegrini si trovano esclusivamente in zone collinari nel cuore della Valpolicella Classica, garantendo così l’ottimizzazione del terreno e della qualità delle uve. L’azienda sta continuando a sviluppare il proprio lavoro nella Denominazione Lugana, avviato nel 2019, mantenendo al centro l’idea di una produzione che rispetta la biodiversità.

Le certificazioni ottenute, come Equalitas, Biodiversity Friend e Beekeeping, sono indicative dell’impegno per pratiche di viticoltura responsabile e della volontà di operare nel pieno rispetto dell’ecosistema. Gli obiettivi per il futuro prevedono un incremento della produzione fino a 850.000 bottiglie, tutte prodotte con metodi sostenibili, mantenendo saldi i legami con il territorio e l’eredità familiare.

Il percorso che Allegrini Wines si appresta a intraprendere rappresenta una fusione di tradizione e innovazione, un impegno a garantire che i vincoli con il passato rimangano forti mentre si guarda a un futuro luminoso e sostenibile.

Nora Sentilli

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