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Allerta lingua blu in Sardegna: centinaia di focolai mettono in crisi allevamenti ovini

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Marco Gerini

La diffusione della lingua blu sta assumendo proporzioni allarmanti in Sardegna, colpendo gli allevamenti di ovini in tutta la regione. Coldiretti ha lanciato un grido d’allarme, evidenziando “centinaia di casi conclamati” e molti altri in fase di accertamento. La situazione è diventata critica, e gli allevatori si trovano a fronteggiare gravi perdite di animali e ingenti danni economici.

Le origini e la diffusione della lingua blu

La lingua blu è una malattia virale degli ovini e di altri ruminanti, causata da un virus trasmesso principalmente da insetti, in particolare i culicidi. La malattia, sebbene non sia pericolosa per l’uomo, ha conseguenze devastanti per il settore zootecnico. In Sardegna, la malattia è stata identificata in diverse aree dell’isola, partendo da focolai iniziali segnalati nel Sulcis. Da allora, il virus si è propagato rapidamente nel Cagliaritano e nelle province limitrofe.

Coldiretti sottolinea come la situazione attuale rappresenti una crisi per gli allevatori, che stanno affrontando perdite significative. La combinazione di focolai in espansione e la scarsa capacità di prevenzione ha portato a un quadro preoccupante, con gli allevatori costretti a considerare misure drastiche per proteggere i propri animali e le proprie imprese.

L’azione della regione e le responsabilità

L’associazione agricola Coldiretti ha criticato duramente la Regione Sardegna per non aver adottato misure tempestive per combattere la diffusione della lingua blu. In particolare, l’associazione ha messo in evidenza un presunto immobilismo da parte degli assessorati dell’Agricoltura e della Sanità. Nonostante le sollecitazioni e i richiami alla pronta attivazione della campagna vaccinale e al supporto per l’acquisto di antiparassitari, i ritardi hanno avuto ripercussioni dirette sugli allevamenti locali.

Battista Cualbu, presidente di Coldiretti Sardegna, e Luca Saba, direttore dell’associazione, hanno affermato che questa mancanza di azione ha reso la situazione insostenibile per molti allevatori. I danni economici e le perdite di animali minacciano non solo la sopravvivenza delle aziende agricole, ma anche l’intero settore zootecnico dell’isola.

Le aree più colpite e l’estensione del problema

Secondo i dati di Coldiretti, il Cagliaritano si rivela la zona più critica, con focolai di lingua blu che colpiscono sia la costa orientale che quella occidentale. Oltre ai già noti focolai nel Sulcis, la malattia ha raggiunto altri comuni dell’Iglesiente, di Guspini e di Arbus, per poi diffondersi ulteriormente nel Campidano e nel Sarrabus-Gerrei. Anche nelle province di Oristano e Nuoro la situazione è preoccupante, con segnalazioni di casi accertati e altri in via di verifica.

Particolarmente preoccupante è il quadro nella provincia di Gallura, dove prevalgono i focolai, interessando in parte anche il settore bovino da carne. Le restrizioni alle movimentazioni di animali rappresentano un ulteriore fattore di crisi, limitando le opportunità di vendite e danneggiando seriamente l’economia locale. Coldiretti ha più volte sollecitato la fornitura di vaccini per arginare la diffusione, ma finora senza successo.

Le prospettive future per gli allevatori sardi rimangono incerte, con la necessità urgente di interventi decisivi per fronteggiare la malattia e mitigare i danni economici causati dalla lingua blu.

Marco Gerini

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