Il settore agricolo italiano si confronta con una situazione complessa nel 2024, in particolare per il frumento duro, dove si prevede un calo della produzione di circa il 15%, portando i volumi totali a 3.515.000 tonnellate rispetto all’anno precedente. Tuttavia, nonostante la diminuzione dei quantitativi, la qualità del prodotto è attesa ai massimi livelli. Queste informazioni emergono dai dati presentati da Italmopa, l’Associazione industriali mugnai d’Italia, che ha analizzato le variabili quantitative e qualitative del raccolto nazionale.
Il crollo dei volumi di produzione è imputabile, in larga parte, all’andamento climatico sfavorevole, in particolare a una prolungata siccità che ha colpito alcuni dei principali areali produttivi del Sud Italia. La scarsa disponibilità di acqua ha influito negativamente sulle rese, portando a una riduzione particolarmente marcata nei terreni siciliani. Vincenzo Martinelli, presidente della sezione Molini a frumento duro di Italmopa, ha sottolineato che le difficoltà non attanagliano solo la Sicilia; anche altre regioni come la Puglia e la Basilicata mostrano una contrazione, sebbene in misura minore.
Nel dettaglio, la produzione di frumento duro varia significativamente da regione a regione. La Puglia mantiene la leadership con una stima di 690.000 tonnellate, seguita dalle Marche e dall’Emilia Romagna, rispettivamente con 550.000 e 500.000 tonnellate, a dimostrazione della sua solidità produttiva. Al contrario, la Sicilia, che nel 2023 era il principale bacino di produzione, scivola al quarto posto con soli 380.000 tonnellate. Questo ribalta una tendenza storica e pone interrogativi sulle strategie di coltivazione e gestione delle risorse idriche in queste aree.
Nonostante il calo della quantità, la qualità del frumento duro in Italia mostra segnali di robusto miglioramento rispetto ai risultati del 2023, che erano stati piuttosto deludenti. Italmopa evidenzia che i parametri principali, come il tenore proteico e il peso ettolitrico, hanno raggiunto livelli ampiamente soddisfacenti, il che è un fattore cruciale per il mercato della pasta e del pane. L’industria molitoria italiana trasforma annualmente quasi 6 milioni di tonnellate di frumento duro, segnando un ruolo fondamentale nell’approvvigionamento di semole destinate alla produzione di alimenti base, tra cui pasta e pane, sia per il consumo domestico che per le esportazioni.
Il miglioramento della qualità potrà avere un impatto positivo sul mercato del frumento duro, incentivando gli acquisti e contribuendo a stabilizzare i prezzi. L’industria molitoria dovrà, tuttavia, mantenere un’attenzione particolare alle dinamiche del mercato e agli sviluppi climatici futuri, dato che la sostenibilità produttiva rimane un tema centrale. Le politiche di gestione delle acque e le innovazioni agronomiche potrebbero giocare un ruolo decisivo nel cercare di evitare ulteriori cali nelle rese nei prossimi anni, garantendo così una maggiore sicurezza alimentare per il Paese.
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