Il settore vinicolo della regione Champagne sta affrontando una trasformazione significativa a causa del cambiamento climatico, con temperature sempre più elevate registrate nelle ultime annate. Frédéric Panaïotis, chef de cave di Ruinart, analizza le implicazioni di questa evoluzione e le conseguenze per il futuro del vino francese. Attraverso dati storici e confronti con annate passate, Panaïotis mette in luce non solo le sfide, ma anche le potenzialità aperte da un clima in mutamento.
Frédéric Panaïotis, in un’intervista con Drinks Business, ha tracciato un interessante parallelo tra le annate recenti e quelle storiche, evidenziando come il 1964 e il 1976, in passato considerati anni eccezionalmente caldi, siano ora la nuova norma. Attualmente, le vendemmie del 2018, 2022 e 2003 hanno superato i record precedenti, con temperature così elevate che non si erano mai riscontrate in passato.
Uno dei punti salienti del discorso di Panaïotis è la distinzione tra le condizioni climatiche delle attuali vendemmie e le annate calde del secolo passato. “L’annata 2018 potrebbe essere paragonata a quelle del 1959 o del 1947, ma in realtà stiamo vivendo una nuova era,” ha dichiarato. A suo avviso, le condizioni climatiche della Champagne ora si avvicinano più a quelle di produzione dello Châteauneuf-du-Pape, situato nel sud della Francia, piuttosto che alla storica zona della Champagne. Questo confronto è emblematico delle nuove realtà a cui i viticoltori devono adattarsi.
Panaïotis ha presentato un grafico dettagliato che illustra l’evoluzione delle temperature nella regione dal 1961 al 2022. Questo analisi rivela una transizione della Champagne da area a clima fresco a regione temperata. L’osservazione è che annate moderne come il 2003, il 2018 e il 2022 avrebbero potuto essere classificate come “aree calde”, similmente a Montpelier. Con tale cambiamento, i viticoltori si ritrovano a dover ridefinire le loro strategie di coltivazione e vendemmia.
Panaïotis riconosce che, nonostante le sfide, ci sono aspetti positivi derivanti dal cambiamento climatico. Gli anni passati giudicati difficili, come il 1965, il 1972 e il 1977, sono ora considerati superati; le attuali condizioni climatiche permettono infatti un migliore sviluppo delle uve, raggiungendo una maturità che in precedenza era problematica.
L’aumento medio della temperatura nello Champagne, che è cresciuto di 1,3 gradi Celsius confrontando i periodi 1991-2020 e 1961-1990, ha reso possibile per le uve raggiungere una piena maturità. Questo cambiamento si traduce direttamente in una qualità del vino generalmente migliorata.
Tuttavia, nonostante i benefici, il clima che cambia presenta anche conseguenze meno favorevoli. Le estati sempre più calde e secche hanno accelerato la stagione di maturazione delle uve, che ha portato a raccolte sempre più anticipate. Panaïotis sottolinea che nel 2003, la raccolta è avvenuta già ad agosto, un fenomeno che sta diventando norma, contrariamente alla tradizione della fine di settembre che era prevalente nelle decadi passate.
Con un ciclo di fioritura più rapido, si è ridotto il tempo trascorso tra fioritura e raccolta, scendendo attualmente da circa 98-99 giorni a soli 87 giorni. Questa compressione dei tempi potrebbe compromettere la complessità e le sfumature del vino finale, un aspetto cruciale per l’integrità del prodotto.
Guardando al futuro, Panaïotis rileva che la stagione di crescita per il 2024 si è presentata finora come eccezionalmente piovosa. Sebbene queste condizioni possano rappresentare una sfida, se supportate da periodi di sole, potrebbero comunque generare una vendemmia qualitativa.
La dimensione dei cambiamenti climatici continuerà a influenzare il metodo di produzione e la complessità dei vini champagne. Come i produttori di vino navigheranno in questa transizione climatica rimane da osservare, tuttavia, è evidente che ci sono nuove opportunità da cogliere, così come sfide da affrontare. Questi fattori plasmeranno il futuro della viticoltura nella regione, portando a un’evoluzione continua della tradizione vinicola francese.
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