In Campania, il settore turistico sta vivendo momenti critici, evidenziati da un abbassamento delle presenze e dall’invasione degli affitti a breve termine. Costanzo Iaccarino, presidente di Federalberghi Campania e titolare dell’Hotel Imperial Tramontano, sottolinea come il turismo meriterebbe maggiore attenzione e rispetto. Mentre il numero di visitatori inizia a scendere, si sollevano interrogativi sulla sostenibilità del turismo mordi e fuggi e sulla crescente esigenza di regolare un settore sempre più in discussione.
Negli ultimi anni, la Campania ha registrato un decremento significativo nel numero di turisti, specialmente nel periodo che si avvicina a Ferragosto. Secondo i dati riportati da Il Sole 24 Ore, Napoli e le sue province, incluse le incantevoli isole e la costiera sorrentina, hanno visto una diminuzione media del 20% delle prenotazioni nel periodo di alta stagione. Questo rallentamento è certamente preoccupante, ma Iaccarino specifica che i confronti dovrebbero essere fatti con i dati pre-pandemia, affermando che “siamo in linea con il 2019”, l’anno che ha visto il turismo in forte espansione prima dello scoppio del Covid-19.
Una delle ragioni del calo delle presenze è attribuita a fattori socio-economici, solo in parte contingenti. Il rapido aumento della domanda turistica durante il periodo post-pandemia ha generato una pressione sui servizi. Tuttavia, Iaccarino lo definisce “un aumento inaspettato”, che potrebbe non riflettere la realtà a lungo termine. Numerosi turisti italiani stanno optando per mete diverse o abbreviando i soggiorni, contribuendo così a questa diminuzione. La percezione di una maggiore affluenza di turisti stranieri è incoraggiante, ma non basta a compensare il calo degli italiani.
Un aspetto critico evidenziato da Iaccarino riguarda la proliferazione degli affitti brevi, considerati in gran parte abusivi. La crescita esponenziale di strutture ricettive non registrate, come affermato da Gianna Mazzarella di Unindustria Napoli, sta creando un mercato “grigio”. Queste strutture, spesso pubblicizzate su piattaforme digitali camuffate, non contribuiscono al benessere del settore, evitando il pagamento delle tasse e la regolamentazione necessaria.
L’aumento degli affitti brevi ha anche un impatto diretto sull’occupazione e sui profitti degli hotel. Le tariffe stanno aumentando, con una media di oltre il 10%, ma la qualità del servizio non sempre riesce a giustificare tali incrementi. Le piccole e medie imprese turistiche si trovano così a fare i conti con un sistema competitivo sempre più difficile, dove la legge dell’offerta e della domanda sembra non rispettare più le regole fondamentali del mercato.
Il termine “turismo mordi e fuggi” si riferisce a un modus operandi che penalizza enormemente le aree a forte vocazione turistica come la Campania. Questo fenomeno, secondo Iaccarino, rovina l’esperienza del visitatore e diminuisce la reputazione delle località, spingendo molti turisti a cercare alternative più genuine. Località come Venezia hanno iniziato a implementare misure restrittive come i biglietti d’ingresso giornaliero per migliorare questa situazione, ma Campania non ha ancora intrapreso azioni simili.
Le dinamiche turistiche stanno cambiando, con una crescente presenza di viaggiatori stranieri più giovani, come i millennials. Questi nuovi turisti non sono solo interessati a visitare; ricercano esperienze, servizi di alta qualità e un valore di soggiorno che soddisfi le loro esigenze. Questo richiede un’adozione rapida di standard più elevati sia nelle strutture ricettive che nei servizi offerti, affinché la Campania non solo attragga, ma mantenga i turisti e la loro soddisfazione.
Il futuro del turismo in Campania dipende dalla capacità del settore di adattarsi e innovarsi, affrontando le sfide contemporanee e creando un equilibrio tra afflussi turistici e sostenibilità economica e sociale.
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