Nel cuore della provincia di Chieti, si estende la celebre Ciclopedonale della Costa dei Trabocchi, un percorso di 42 chilometri che costeggia il tratto di mare più suggestivo dell’Adriatico abruzzese fino a Vasto. Tra le diverse località che si possono esplorare lungo questa meravigliosa cornice, Ortona si distingue non solo per le sue bellezze storiche, ma anche per i suoi tesori gastronomici. Uno di questi è Tapanì, un ristorante che fonde sapientemente cucina abruzzese e cultura gastronomica argentina, creando un’esperienza culinaria unica.
Tapanì si trova in una posizione strategica, all’angolo tra via Giudea e via Guglielmo Marconi, accessibile dal civico 7. Questo locale, gestito dalla coppia Gaia e Mirco, ha aperto i battenti due anni fa, spinto dalla voglia di innovare la proposta gastronomica locale. Gaia, le cui radici affondano a Buenos Aires grazie alla madre argentina, ha voluto portare un pezzo della sua eredità culturale in cucina, mescolando le tradizioni culinarie delle due terre. Con un approccio creativo e un attento rispetto per ingredienti freschi e locali, Tapanì è diventato un punto di riferimento per chi cerca una cucina che esprima passione e creatività.
Entrando da Tapanì, i visitatori sono accolti da un ambiente luminoso e accogliente, caratterizzato da ampie vetrate che si affacciano sui pittoreschi vicoli di Ortona. L’arredamento, prevalentemente in legno, crea un’atmosfera calda e informale, mentre le tonalità di verde e rosso conferiscono un senso di freschezza e vivacità al locale. La cucina, ben visibile, consente ai clienti di osservare Mirco mentre prepara piatti con ingredienti freschissimi, spesso provenienti dall’orto di famiglia. L’attenzione al dettaglio si riflette anche nel servizio, con Gaia che accoglie i commensali con un sorriso e una disponibilità calorosa, contribuendo a un’atmosfera rilassata e amichevole.
Il menu di Tapanì si distingue per il suo approccio fuori dagli schemi, capace di stupire anche i palati più esigenti. Gli antipasti rappresentano perfettamente questa fusione gastronomica. Un classico che non può mancare è il carpaccio di manzo, stagionato per 18 giorni e servito con una dadolata di pomodori e peperoni verdi, abbinato a una maionese di senape e miele. Questo piatto non è solo un piacere per il palato, ma è anche un’opera di alta cucina visiva. Le empanadas, ripiene di tre diverse carni e verdure, sono un altro trionfo di sapori, mentre le quesadillas Tapanì, descritte come giganteschi cannelloni, offrono un’importante dose di comfort food con un tocco personale.
Proseguendo con i piatti principali, il roastbeef con verdure è una scelta sicura, ma il capocollo kimchi, cotto alla perfezione, ridefinisce l’esperienza gastronomica con un equilibrio sublime tra gusto e consistenza. La carne, con un’ottima parte grassa e un fondo delicato, viene accompagnata da verza fermentata, conferendo freschezza e croccantezza al piatto.
Non mancano proposte interessanti nel menu, come le opzioni di degustazione, che vanno dalle tapas ai percorsi sensoriali con 5 piatti al buio, per un’esperienza gastronomica che stimola non solo il palato ma anche i sensi. Ogni piatto è un viaggio attraverso le tradizioni culinarie dei due continenti, supportato da una selezione di ingredienti di alta qualità.
Ortona, celebre per il suo spirito coraggioso durante la Seconda Guerra Mondiale, ha conquistato il soprannome di “Stalingrado d’Italia”. Oggi, purtroppo, la città si trova a fronteggiare un periodo di stagnazione. La mancanza di eventi significativi e una strategia turistica ben definita hanno dato origine a un’atmosfera di declino, in contrasto nettamente con la vivace energia di imprenditori come Gaia e Mirco.
Nonostante le difficoltà, Gaia e Mirco rappresentano un faro di speranza e innovazione per Ortona. La loro iniziativa a Tapanì dimostra che, anche in un contesto di incertezze, c’è spazio per la creatività e l’imprenditorialità. Con la loro visione, sono riusciti a portare un nuovo respiro al settore gastronomico locale, attirando non solo residenti ma anche turisti desiderosi di scoprire sapori nuovi. La loro capacità di unire culture e tradizioni in un piatto è un esempio di come si possa guardare al futuro con ottimismo e determinazione.
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