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Coltivazione innovativa di spirulina: raggiunto controllo fotosintetico per produrre vitamina B12

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Silvana Magistri

Un team internazionale di ricerca ha sviluppato un metodo innovativo per coltivare la spirulina, un’alga blu-verde, grazie a un controllo fotosintetico che consente di ottenere una biomassa a zero emissioni di carbonio. Questa nuova spirulina è in grado di contenere livelli di vitamina B12 biologicamente attiva simili a quelli della carne bovina. Lo studio, realizzato da esperti provenienti da diverse istituzioni accademiche in tutto il mondo, segna un passo significativo verso una soluzione sostenibile per la nutrizione pubblica.

La luce come catalizzatore della nutrizione

Come le condizioni di luce migliorano la produzione di vitamina B12

Un aspetto sorprendente della ricerca condotta in collaborazione con Vaxa Technologies in Islanda è l’uso di sistemi di illuminazione modificati che ottimizzano la fotosintesi nella crescita della spirulina. Questi miglioramenti consentono di massimizzare la produzione di vitamina B12 al suo interno. I risultati chiave mostrano che la spirulina coltivata in questo modo contiene 1,64 microgrammi di vitamina B12 per ogni 100 grammi di prodotto, mentre la carne bovina offre normalmente da 0,7 a 1,5 microgrammi per la stessa quantità. Questa comparazione evidenzia che la spirulina islandese potrebbe rappresentare una valida alternativa alla carne, non solo per il suo contenuto proteico, ma anche per il contributo significativo di ferro e vitamina B12 biodisponibile nelle diete umane.

Le analisi condotte dal responsabile del progetto, Asaf Tzachor, sottolineano il potenziale impatto di questa scoperta sulla salute, con la possibilità di soddisfare l’apporto dietetico raccomandato di vitamina B12 per oltre 50 milioni di neonati e bambini fino ai sei mesi. Questo approccio innovativo rappresenta un’importante opportunità per affrontare problemi nutrizionali globali, specialmente nelle popolazioni vulnerabili.

Possibilità di produzione su larga scala

Strategie per soddisfare la richiesta globale di vitamina B12

Il progetto non si limita a dimostrare l’efficacia della produzione di spirulina a livelli laboratoristici, ma esplora anche la scalabilità del processo. Utilizzando l’elettricità attualmente impiegata nell’industria pesante, la ricerca suggerisce che l’Islanda potrebbe generare circa 4,5 chilogrammi di vitamina B12 attiva all’anno, ottenuta attraverso 277.950 tonnellate di spirulina coltivata. Questa quantità sarebbe sufficiente per coprire la dose raccomandata di vitamina B12 per oltre 13,8 milioni di bambini di età compresa tra 1 e 3 anni.

Le proiezioni più ottimistiche indicano la possibilità di soddisfare la domanda per oltre 26,5 milioni di bambini di 1-3 anni e più di 50 milioni di bambini di età compresa tra 0 e 6 mesi. Ciò illustra non solo il potenziale della spirulina come fonte sostenibile di nutrienti, ma anche la capacità di affrontare le sfide nutrizionali a livello globale, utilizzando risorse disponibili senza compromettere l’ambiente.

Superare il problema della pseudo-vitamina B12

Le sfide nella bioassimilazione della vitamina B12

Tradizionalmente, la spirulina è stata considerata una promettente alternativa alle proteine animali e ai latticini, ma le sue carenze nutrizionali, in particolare riguardo alla vitamina B12, ne avevano limitato l’utilizzo. Fino a questo studio, la spirulina conteneva una forma di vitamina B12 non assimilabile dagli esseri umani, nota come pseudo-vitamina B12. La nuova ricerca ha rivelato che, grazie a tecnologie biotecnologiche avanzate, è possibile coltivare la spirulina in modo da ottenere vitamina B12 biologicamente attiva, che è effettivamente utilizzabile dal corpo umano.

Questa scoperta cambia radicalmente la percezione della spirulina nella nutrizione umana. Non solo offre un’alternativa alla carne, ma potrebbe anche aumentare la sicurezza alimentare, contribuendo a ridurre la dipendenza da fonti di proteine animali, che spesso comportano significativi costi ambientali e per la salute. La possibilità di fornire una fonte di vitamina B12 effettivamente assimilabile rappresenta un importante traguardo nella ricerca nutrizionale, aprendo a nuove strade per integrare alimenti vegetali nella dieta quotidiana.

Silvana Magistri

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