In Italia, il gelato si trasforma in un simbolo di speranza e reintegrazione sociale, grazie al progetto “Si sostiene in carcere“. L’iniziativa, realizzata dal Soroptimist International d’Italia in collaborazione con Fabbri 1905, è volta a fornire uno sbocco professionale alle detenute di sei istituti penitenziari. Questo articolo esplora come la formazione nel settore della gelateria possa rappresentare un valido strumento di emancipazione e ricostruzione della propria vita.
L’iniziativa “Si sostiene in carcere” è stata lanciata nel 2017 con la missione di facilitare il reinserimento delle detenute nella società. Il progetto mira non solo a fornire competenze pratiche nel campo della gelateria e della ristorazione, ma anche ad apportare un cambiamento culturale e sociale all’interno delle istituzioni penitenziarie. Attraverso specifici corsi di formazione, le partecipanti acquisiscono abilità che possono rivelarsi fondamentali per la loro futura occupazione.
Secondo un rapporto del Cnel, le statistiche sul reinserimento professionale sono incoraggianti: solo il 2% dei detenuti che intraprendono un percorso di inserimento professionale torna a delinquere, in netto contrasto con una media che supera il 70%. Per le donne in particolare, avere un’occupazione rappresenta una forma di libertà e una chiave per superare situazioni di marginalità, creando opportunità che possono cambiare radicalmente le loro vite.
Il progetto ha avuto inizio presso l’Icam di Milano, la Casa di Reclusione a Custodia Attenuata di San Vittore, e si è esteso alle sezioni femminili di altre carceri, tra cui Genova, Vigevano, Milano Bollate, Mantova e Bologna. Ogni corso è concepito per fornire alle partecipanti non solo le competenze tecniche necessarie per la produzione del gelato, ma anche la fiducia in se stesse e la motivazione per intraprendere un nuovo percorso di vita.
Le testimonianze delle insegnanti e delle partecipanti parlano di trasformazioni significative. Rosa Pinasco, docente coinvolta nel progetto, racconta di un’allieva che ha non solo appreso a memoria le ricette di dodici gusti, ma ha anche sviluppato capacità di calcolo e proporzione sorprendenti. Queste esperienze rivelano come l’apprendimento possa incidere profondamente sull’autostima e la visione del futuro di ognuna di loro.
Grazie al supporto dei due Club Soroptimist di Milano, è stata donata una macchina professionale per la produzione di gelato. Oltre a permettere alle detenute di affinare le loro abilità, questa iniziativa ha un impatto emotivo forte: le detenute potranno preparare gelato non solo per sé stesse, ma anche per i loro bambini. Questo gesto semplice porta un momento di gioia e spensieratezza ai piccoli, creando un legame affettivo importante, nonostante le difficoltà del contesto carcerario.
In questo contesto, il gelato diventa un simbolo di un nuovo inizio. Le detenute non solo apprendono un mestiere, ma hanno anche la possibilità di ricostruire i legami con le loro famiglie, offrendo un sorriso ai loro figli. Questo progetto dimostra come, attraverso la formazione e il lavoro, si possa aprire la strada a una nuova vita, un passo alla volta. Le prospettive di lavoro per le partecipanti sono ora più concrete, e il gelato rappresenta una dolce possibilità di rinascita.
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