L’Asti Docg, celebre denominazione del Piemonte, dal primo semestre del 2023 si conferma sul mercato con un andamento stabile, mantenendo la sua produzione annuale a livelli consistenti. Il Consorzio ha recentemente presentato i dati che evidenziano una situazione competitiva interessante nonostante le sfide globali. Analizziamo più da vicino le informazioni fornite e le tendenze emergenti nel panorama commerciale di quest’iconico vino.
Nel primo semestre del 2023, l’Asti Docg ha chiuso con volumi imbottigliati che si attestano a 43,5 milioni di bottiglie, segnando un sostanziale pareggio rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo risultato è frutto di un equilibrio tra una leggera flessione nell’Asti Spumante, che registra un calo del 6% con 26,7 milioni di bottiglie, e una ripresa significativa del Moscato d’Asti, cresciuto del 12% e raggiungendo 16,8 milioni di bottiglie. L’incremento del Moscato d’Asti rappresenta un indicativo segnale di rinascita, facendo seguito a difficoltà di consumo vissute negli anni passati.
Le vendite, che comprendono dati analizzati su un panel di aziende che rappresentano l’80% della produzione totale, mostrano un aumento complessivo dello 0,4% rispetto allo scorso anno, equivalenti a 34,1 milioni di bottiglie. Ciò dimostra una tenuta del mercato, malgrado le incertezze globali. La performance di vendita suggerisce una domanda stabile nei mercati domestici e internazionali, un segnale di resilienza in un contesto economico sfidante.
Un aspetto rilevante nelle dinamiche di mercato per l’Asti Docg è l’espansione delle vendite di Moscato d’Asti in Asia. Le vendite in questa area rappresentano oltre il 15% dell’export totale, un tasso significativo che denota un interesse crescente per questa tipologia di vino in mercati emergenti. Questo incremento rivela non solo un cambiamento nel comportamento dei consumatori, ma anche l’opportunità per il Moscato d’Asti di consolidare la propria presenza in contesti internazionali, aumentando la visibilità e la competitività rispetto ai vini tradizionali.
Parallelamente, l’Asti Spumante ha fatto registrare un notevole successo nell’Est Europa, inclusa la Russia. Questa regione ha visto un tasso di crescita che ha portato le vendite a rappresentare il 46% del complessivo, rispetto al 12% della media nazionale. Questo dimostra come il mercato locale si stia aprendo a nuove opportunità, evidenziando la capacità dell’Asti Spumante di adattarsi e prosperare anche in contesti diversi.
Il presidente del Consorzio Asti Docg, Stefano Ricagno, ha sottolineato come la stabilità nei volumi sia fondamentale, ma il vero obiettivo rimane quello di non compromettere il valore del prodotto. La sfida sarà quindi di mantenere un equilibrio tra quantità e qualità, preservando l’identità del marchio Asti Docg mentre si esplorano nuove opportunità nel mercato globale.
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