La situazione della cooperativa Terre Cortesi-Moncaro continua a deteriorarsi, spingendo sia il mondo politico che l’Istituto Marchigiano Tutela Vini a intervenire attivamente. Le preoccupazioni per questa cooperativa, una delle più importanti del settore vinicolo marchigiano, sono aumentate a seguito dell’istanza di fallimento presentata da un creditore, insieme alla significativa perdita di personale. Con l’arrivo degli ispettori ministeriali previsto per il mese di agosto, il destino della cooperativa si fa sempre più incerto, ma le azioni intraprese potrebbero delineare una via d’uscita.
Il presidente della commissione agricoltura alla Camera, Mirco Carloni, ha messo in evidenza l’urgente necessità di un intervento politico per affrontare la crisi di Terre Cortesi-Moncaro. Durante un incontro tenutosi a Fano, Carloni ha dichiarato che, “pur avendo rispettato l’autonomia dell’azienda privata per un periodo considerevole, l’emergenza attuale richiede un’azione decisiva.” L’ispettorato che giungerà a Montecarotto rappresenta una risposta diretta a una situazione che, se non gestita, può avere conseguenze devastanti per gli agricoltori e i lavoratori coinvolti.
La cooperativa si trova ora a fronteggiare non solo l’istanza di fallimento fissata per settembre, ma anche una crisi interna aggravata dalla fuoriuscita di personale chiave. L’ex presidente Doriano Marchetti ha sottolineato l’importanza di mantenere l’integrità del team e della gestione, elementi essenziali per la rinascita della cooperativa. Con la cooperativa che naviga in acque tempestose, le dichiarazioni di Carloni suggeriscono che un intervento coordinato è essenziale non solo per la salvaguardia della cooperativa, ma anche per il futuro del settore vitivinicolo marchigiano.
In risposta alla crisi in corso, l’Istituto Marchigiano Tutela Vini ha adottato misure anticrisi approvate dall’assemblea dei soci. Michele Bernetti, presidente di Imt, ha annunciato che l’ente sta attuando strategie di stoccaggio per il Verdicchio dei Castelli di Jesi e incrementando i controlli sulla vendemmia. Tali misure sono state concepite per tutelare non solo il mercato, ma anche l’immagine di un territorio noto per la qualità dei suoi vini. Bernetti ha esortato i produttori a non cedere alle pressioni di prezzi bassi, sottolineando l’importanza di preservare il valore delle aziende locali.
La sostenibilità rappresenta un tema centrale nelle strategie di Imt. Le misure adottate mirano a sostenere il mercato e a prevenire speculazioni che potrebbero mettere in pericolo il prestigio della viticoltura marchigiana. Bernetti ha evidenziato come “le difficoltà congiunturali non debbano compromettere la qualità riconosciuta a livello internazionale, né l’operatività delle aziende che operano nel settore.” In questo contesto, Imt si posiziona come attore proattivo, cercando di mitigare gli effetti avversi della crisi sulla cooperativa e su tutti gli attori coinvolti.
Le nuove disposizioni riguardanti il Verdicchio dei Castelli di Jesi implicano che il vino venga stoccato a partire dai 110 quintali, con un bloccaggio addizionale che arriva fino a 30 quintali per ettaro. Questa misura, valida fino al 30 giugno del prossimo anno, salvo eventuali proroghe, è stata introdotta per fronteggiare un’annata che si preannuncia con volumi di produzione superiori rispetto a quelli del passato. L’implementazione di un meccanismo di elasticità consente un intervento rapido e mirato in risposta alle incertezze del mercato.
Questa nuova iniziativa di stoccaggio tiene conto dei cambiamenti e delle tensioni in atto, sottolineando l’impegno a mantenere gli standard di qualità che caratterizzano il Verdicchio dei Castelli di Jesi. La riclassificazione del prodotto stoccato senza vincoli traducibile in pratiche più flessibili, riflette una volontà di adattarsi alle dinamiche del mercato. In un contesto di crisi come quello attuale, queste azioni sono fondamentali per garantire che la reputazione della denominazione resti integra e per sostenere la sostenibilità a lungo termine della viticoltura marchigiana.
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