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Crisi idrica in Puglia: agricoltori sul baratro per la mancanza di acqua e risorse

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Stefania Romana

La grave crisi idrica che attanaglia la Puglia sta avendo ripercussioni drammatiche sull’agricoltura, settore portante dell’economia locale. A fare eco a questa emergenza è Mario De Matteo, proprietario di un’azienda agricola di Orta Nova, che descrive una situazione in cui l’acqua scarseggia e il futuro appare incerto. La mancanza di piogge minaccia non solo i raccolti pugliesi, ma con essa si estende anche alle altre regioni italiane, creando uno scenario allarmante per l’intero comparto agroalimentare.

Una crisi senza precedenti

Mario De Matteo, rappresentante della terza generazione di agricoltori della sua famiglia, sottolinea l’inaspettata gravità della situazione attuale: «Mai visto niente di simile». La sua azienda, Il Vignale, si estende su 200 ettari e produce varie colture, tra cui vino, pomodori, grano e ortaggi. La risorsa idrica, fondamentale per ogni attività agricola, è diventata un bene raro e difficile da reperire. «Chiuderemo i battenti in pochi giorni, ciò che ci rimane sarà destinato all’uso potabile», afferma De Matteo, evidenziando le gravi conseguenze che la sua azienda e quelle circostanti si trovano ad affrontare.

La situazione è resa ancor più difficile dalla qualità dell’acqua residua, spesso salmastra e quindi inadeguata per l’irrigazione. I pozzi, una volta fonte vitale per nutrire i campi, si stanno rapidamente prosciugando, lasciando gli agricoltori senza soluzioni immediate per affrontare questa emergenza. De Matteo non nasconde la sua preoccupazione, affermando: «Non si può fare nulla. Il quadro è drammatico».

Questo clima di incertezza si amplifica oltre i confini pugliesi, coinvolgendo l’intera Penisola. Le riserve idriche in molte regioni italiane, in particolare nel sud, sono prossime al collasso e mettono a rischio l’industria agroalimentare, sollecitando un cambiamento urgente nelle politiche di gestione dell’acqua.

Le conseguenze della siccità

Le ripercussioni della crisi idrica sono tangibili e enormi. De Matteo esprime il suo timore riguardo al personale: «Credo di ridimensionare l’utilizzo di manodopera di almeno un 30%». La scarsità d’acqua non incide solo sulle operazioni quotidiane dell’azienda, ma danneggia i progetti futuri, inibendo significativi investimenti. Gli agricoltori non possono pianificare il loro futuro senza la garanzia di una risorsa idrica abbondante e disponibile.

L’estate 2024 ha visto precipitazioni minime in tutta Italia, causando pesanti perdite nei raccolti di grano, olive e uva – prodotti chiave per il mercato agricolo nazionale. Negli scorsi mesi, la Regione Sicilia ha addirittura proclamato lo stato di calamità naturale a causa della crisi idrica senza precedenti che ha colpito il settore, evidenziando una situazione che non si riscontra da oltre mezzo secolo.

La carenza d’acqua riduce significativamente l’efficienza delle pratiche agricole e compromette la capacità del suolo di assorbire umidità, rendendolo più impermeabile. Questa problematica è aggravata dai periodi di forte traspirazione dovuti all’aumento delle temperature, che elevano il rischio idrogeologico e l’erosione del terreno, causando scoli superficiali senza lasciare traccia nel substrato.

Il confronto con il passato e l’assenza di soluzioni

Nonostante l’introduzione di moderne tecnologie di irrigazione, come gli impianti a goccia, la realtà della Puglia rimane problematica. De Matteo osserva come questi sforzi tecnologici siano stati vanificati dalla scarsità di pioggia e dall’abbassamento delle falde acquifere. «Gli impianti non aiutano se si considerano i problemi persistenti, tra cui i cambiamenti climatici, i vincoli imposti dalla UE e i bassi prezzi di mercato», sottolinea.

L’area della CAPITANATA, una delle zone agricole più produttive della provincia di Foggia, sta affrontando un rischio di desertificazione senza precedenti. Gli invasi, una volta piena risorse idriche, sono ormai completamente asciutti. De Matteo menziona anche il progetto di trasferimento dell’acqua dal Molise alla Puglia, noto come “tubone”, che è attualmente ostacolato da incomprensioni politiche tra le due regioni.

L’affermazione di De Matteo riguardo all’innovazione nelle tecniche di irrigazione fa luce sul fatto che molti agricoltori pugliesi hanno investito in sistemi all’avanguardia, come i tubi di irrigazione doppia e le centraline di gestione dell’irrigazione. Tuttavia, la disparità resta evidente poiché la materia prima, l’acqua, è sempre più scarsa e ciò rende impossibili i frutti di tali investimenti, frutto di decenni di lavoro.

In assenza di piogge significative all’orizzonte, vi è un serio rischio di una riduzione drammatica nelle colture e nel personale, con De Matteo che avverte: «Dovremo pianificare l’utilizzo dell’esistente». L’agricoltura pugliese è sull’orlo di un collasso, con stime che prevedono un calo del 50-60% nella produzione di olio. Le associazioni agricole, tra cui Cia Agricoltori Italiani e Coldiretti, hanno lanciato un appello urgente per la costruzione di nuovi invasi e per misure di sostegno per affrontare questa emergenza climatica, richiedendo il riconoscimento dello stato di calamità naturale per il settore.

Stefania Romana

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