Il settore del riciclo trova una nuova frontiera grazie a W3DS, una startup italiana che trasforma i gusci di molluschi bivalve in cemento ecosostenibile. Questa iniziativa non solo contribuisce a ridurre lo smaltimento illegale dei rifiuti, ma offre anche una soluzione innovativa per la sostenibilità ambientale. In questo approfondimento esploreremo i dettagli fondamentali del progetto, le figure coinvolte e l’impatto positivo sull’ecosistema.
W3DS, acronimo di “Wasted Shells”, è stata fondata da tre giovani imprenditori: Serena Lotto, Matteo Peluso e Michele De Siati. Provenienti da Lecce, Roma e Cremona, i fondatori hanno scelto di tornare a Taranto per sviluppare un’idea che già da tre anni si era maturata durante i loro studi universitari. La startup ha attirato l’attenzione di importanti sostenitori, tra cui Shell Inventa Giovani, Faros e Cassa depositi e prestiti, quest’ultima fornendo i fondi necessari per avviare l’iniziativa.
Il loro lavoro si concentra sulla raccolta di gusci di mitili e altri molluschi bivalve, principalmente dalle industrie di lavorazione. Con una ricetta per il successo che combina innovazione e tutela ambientale, W3DS sta guadagnando visibilità ed è pronta a compiere il salto verso un ciclo di produzione più sostenibile.
L’obiettivo di W3DS è trasformare i gusci di cozze, vongole e altri molluschi bivalve in carbonato di calcio, materia prima essenziale per la produzione di cemento ecosostenibile. Questo processo non implica il trattamento di rifiuti, ma si fonda sulla raccolta di scarti provenienti dalle lavorazioni. I fondatori spiegano che, grazie a questo approccio, i gusci non vengono considerati rifiuti, ma risorse utili per una produzione industriale responsabile.
L’aspetto interessante è che W3DS si concentra su aziende di maggiori dimensioni, capaci di fornire blocchi di gusci semilavorati, il che permette una tracciabilità completa del materiale raccolto. Questo non solo garantisce una filiera certa, ma riduce anche il rischio di smaltimento illegale. In un contesto in cui smaltire questi scarti può costare oltre 250 euro per tonnellata, la startup offre un’alternativa economicamente vantaggiosa e ambientalmente sostenibile.
Nonostante i progressi, ci si imbatte in una limitazione normativa riguardo al riciclo degli scarti provenienti dalla ristorazione. Attualmente, i gusci scartati dai ristoranti non possono essere recuperati poiché non sono considerati rifiuti, essendo stati contaminati da oli e condimenti. Serena Lotto e i suoi soci stanno lavorando per cambiare questa situazione, proponendo modifiche legislative che potrebbero permettere il recupero di questi materiali preziosi.
L’idea di trasformare questi scarti in materia prima secondaria è al centro delle battaglie che W3DS sta conducendo, insieme ad altre realtà del settore. L’auspicio è di creare un ciclo perfetto di riciclo che includa anche le risorse attualmente disperse nelle discariche.
Mentre si esplorano le possibilità di utilizzo del cemento ecosostenibile nel settore edilizio, W3DS ha già avviato esperimenti per applicazioni ecologiche. Il materiale viene attualmente utilizzato per sviluppare barriere coralline artificiali, con l’obiettivo di contribuire al recupero degli habitat marini. Queste barriere rappresentano una risposta diretta al danneggiamento degli ecosistemi marini causato da attività umane, come la pesca a strascico.
Il progetto mira a restituire alla natura un materiale che, altrimenti, avrebbe alimentato lo smaltimento illegale. La startup si è già avvalsa della collaborazione con aziende specializzate e prevede di ampliare ulteriormente il proprio operato, includendo anche la fase finale di stampa e distribuzione del materiale ecosostenibile nell’ambiente marino.
In questo contesto, W3DS non solo si propone di innovare nel campo del riciclo, ma anche di promuovere una maggiore consapevolezza rispetto all’ambiente e rendere le risorse più disponibili per la tutela della nostra ecosfera.
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