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Diageo in difficoltà: l’impatto dell’inflazione e delle nuove tendenze di consumo sull’industria degli alcolici

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Kimberly Renna

Il mercato globale degli alcolici ha registrato un’inversione di tendenza, e il colosso britannico Diageo ha riportato le sue prime perdite significative dalla pandemia. Con il bilancio al 30 giugno 2024, la multinazionale ha mostrato un calo dell’1,4% sui ricavi totali, una situazione che riflette i mutamenti nei modelli di consumo e la crescente pressione dell’inflazione. Analizzando i vari aspetti di questa crisi, emerge un quadro complesso che coinvolge diversi settori e prodotti.

Diageo e le sue perdite

Un colosso degli alcolici

Diageo è uno dei leader nel settore delle bevande alcoliche a livello mondiale, con un portafoglio che include marchi iconici come Johnnie Walker, Guinness e Smirnoff. Nonostante un fatturato totale di 20,3 miliardi di dollari, l’1,4% di perdita può sembrare un numero contenuto, è importante considerare che riflette una tendenza più ampia e preoccupante all’interno del mercato.

I brand più colpiti

Nel dettaglio, si notano perdite più consistenti per alcuni brand specifici. Johnnie Walker ha registrato un calo del 2% a livello globale e un’impressionante diminuzione del 10% nel solo Nord America. Casamigos, la tequila di George Clooney, ha sofferto di un calo ventesimale negli Stati Uniti, con vendite inferiori del 22%. Queste cifre segnalano che i consumatori stanno cambiando le loro abitudini di spesa, rendendo il contesto di mercato attuale sempre più “sfidante”.

L’inflazione e le nuove abitudini di consumo

L’impatto dell’inflazione

La CEO di Diageo, Debra Crew, ha attribuito gran parte di queste perdite all’inflazione che ha colpito le spese dei consumatori. Con l’aumento dei costi della vita, molte persone si trovano a razionare le loro spese, riducendo gli acquisti di beni non essenziali. Nel contesto attuale, una bottiglia di whisky non figura tra i prodotti indispensabili nel paniere delle spese quotidiane.

Cambiamenti nei comportamenti di consumo

L’era post-pandemica ha portato a un cambiamento significativo nei comportamenti di consumo. Durante la pandemia, con le chiusure e i lockdown prolungati, le persone tendevano a bere di più nelle proprie case, contribuendo a un boom per il settore degli alcolici. Tuttavia, con l’allentamento delle restrizioni e una maggiore attenzione alla salute, i consumatori sembrano ora optare per scelte più responsabili, come opzioni a basso contenuto alcolico o disgiunzioni dall’alcol stesso.

Un esempio di questa evoluzione è rappresentato dalla recente strategia di Pernod Ricard, che ha venduto gran parte delle proprie etichette di vino per concentrarsi su champagne e distillati premium. Questo cambiamento nelle preferenze è un indicativo del clima attuale nel mercato degli alcolici.

Il futuro del settore degli alcolici

Riorganizzazione necessaria

L’industria degli alcolici deve ora affrontare la sfida di adattarsi ai nuovi paradigmi di consumo. Con un’attenzione crescente verso la qualità e la salute, la possibilità di riorganizzazione delle offerte sembra essere una necessità. Diageo, sebbene non allarmato, riconosce che il panorama dei consumi sta cambiando, e con esso le speranze di crescita futura.

Opportunità di crescita

Nonostante la situazione attuale, Debra Crew ha affermato che il settore rimane attraente e una strada di crescita è ancora percorribile. Questo richiederà un’analisi più profonda delle nuove tendenze di consumo e l’implementazione di strategie innovative per attrarre i consumatori, specialmente i più giovani, che sembrano favorire opzioni più salutari e consapevoli.

La capacità di adattamento del settore degli alcolici sarà determinante nel rispondere alle sfide imminenti e nel garantire una ripresa sostenibile nel lungo termine. La situazione attuale segna solo una tappa in un percorso costante di evoluzione e apprendimento per tutti gli attori di questo mercato.

Kimberly Renna

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