La stagione agricola 2024-25 si preannuncia complessa per la produzione di mele in Europa, con stime che indicano una riduzione significativa rispetto agli anni precedenti. Secondo i dati presentati durante la conferenza di Prognosfruit a Budapest, l’intero settore frutticolo potrebbe subire un incremento dei prezzi a causa della diminuzione della produzione. Questo articolo analizza le previsioni di raccolto, l’industria della trasformazione e gli effetti sul mercato delle mele fresche.
Le stime attuali anticipano che nel 2024 la produzione di mele in Europa raggiungerà circa 10.207.000 tonnellate. Questo valore rappresenta una flessione dell’11% rispetto allo scorso anno e un rintracciamento del 14% comparato alla media di produzione degli ultimi tre anni. Le ragioni principali di questo calo si devono alle gelate primaverili che hanno colpito le coltivazioni in diverse regioni, compromettendo così il raccolto e la qualità dei frutti.
Il problema non è uniforme in tutte le aree. In particolare, i dati dell’Italia evidenziano una stima di produzione di 2.162.495 tonnellate, un decremento dell’1% rispetto al 2023. Le regioni settentrionali come l’Alto Adige e il Trentino registrano cali significativi, rispettivamente del 9% e del 7%. Tuttavia, altre aree come il Veneto, l’Emilia-Romagna e il Piemonte segnano una ripresa, con aumenti di produzione compresi tra il 8% e il 33%. Questi processi riflettono una diversificazione che potrebbe contribuire a bilanciare le perdite in altre regioni.
Durante la conferenza di Prognosfruit, si è discusso del futuro del mercato delle mele fresche, con un consenso generale che indica una probabile salita dei prezzi. Le difficoltà nella produzione, unite alla domanda continua da parte dei consumatori, potrebbero portare a valori medi delle mele più alti rispetto agli anni passati. Questo scenario favorirebbe i produttori, anche se renderebbe il prodotto meno accessibile ai consumatori.
Nonostante il calo nella produzione generale, in Italia c’è stata una leggera diminuzione anche nella produzione di mele biologiche, che registra una flessione del 6% rispetto al 2023. Le mele biologiche costituiscono ora circa il 7% dell’offerta totale, equivalenti a 158.150 tonnellate. Questo dato è indicativo di un trend che potrebbe generare un rinnovato interesse per coltivazioni meno intensive e più sostenibili, in linea con le richieste del mercato globale per opzioni alimentari più salutari e rispettose dell’ambiente.
Le sfide della produzione di mele nel 2024 non si limitano solo alle temperature. La necessità di adattare le tecniche agricole e implementare pratiche più sostenibili diventa cruciale. Alcuni produttori si stanno già orientando verso pratiche agricole che consentano di affrontare meglio le avversità climatiche, cercando di minimizzare i danni e proteggere la qualità del prodotto finale.
La comprensione degli impatti a lungo termine dell’attuale situazione sul mercato delle mele sarà essenziale per prepararsi meglio a future crisi agricole e per mantenere una resilienza nel settore. Questi adattamenti saranno chiave per garantire un futuro prospero per i produttori di mele in Italia e in tutta Europa, mentre il mercato continua a evolversi in risposta alle sfide climatiche e alle domande dei consumatori.
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