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Disney e la controversia sul risarcimento: il caso di Jeffrey Piccolo e la tragedia di sua moglie

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Silvana Magistri

La vicenda che coinvolge Disney e Jeffrey Piccolo è uno di quei casi che attirano l’attenzione dei media. Un tragico evento accaduto in uno dei resort della compagnia ha portato a una battaglia legale, che solleva interrogativi sulla responsabilità aziendale e sulle condizioni legate ai contratti di servizi come Disney+. La storia si dipana in un contesto in cui il colosso dei cartoni animati si trova a dover giustificare le proprie decisioni in una questione delicata e complessa.

La tragedia avvenuta a Orlando

Il 5 ottobre, Jeffrey Piccolo e la moglie Kanokporn Tangsuan, entrambi in visita al Walt Disney World Resort di Orlando, Florida, si sono trovati a vivere un incubo inaspettato. Insieme alla madre di Kanokporn, stavano cenando al Raglan Road Irish Pub, un ristorante noto per la sua offerta gastronomica. Tra i piatti ordinati vi erano anelli di cipolla e diverse specialità, inclusi i piatti firmati “Sure I’m Frittered”, “Scallop Forest” e “This Shepherd Went Vegan”.

Essendo una professionista del settore medico, Tangsuan era consapevole della sua grave allergia a latticini e arachidi, e aveva comunicato questa informazione al personale del ristorante. La scelta di cenare al Raglan Road era stata influenzata proprio dalla reputazione della Disney riguardo la gestione delle allergie alimentari, come indicato sul loro sito ufficiale.

Tuttavia, mentre i piatti venivano portati al tavolo, Tangsuan notò la mancanza delle bandierine informativo-sicurezza che normalmente indicano l’assenza di allergeni. Nonostante l’assicurazione del cameriere sulla conformità della cucina ai protocolli di sicurezza, circa 45 minuti dopo il pasto, la situazione si trasformò in una tragedia. Kanokporn collassò nei pressi del Planet Hollywood, poco distante dal ristorante, e nonostante l’immediato intervento delle autorità sanitarie, la donna perse la vita a causa di uno shock anafilattico. La morte di Tangsuan ha colpito profondamente il marito, che ha deciso di intentare una causa per danni e negligenza nei confronti del ristorante e della Walt Disney World Resort.

La posizione di Disney e la clausola arbitrale

In risposta alla causa, Disney ha presentato un argomento sorprendente che ha scatenato indignazione. La compagnia sostiene che, poiché Piccolo e sua moglie avevano sottoscritto un contratto con Disney+ durante una prova gratuita nel 2019, qualsiasi controversia legale dovesse essere gestita attraverso una clausola di arbitrato vincolante. Tale clausola implica che le dispute legali tra l’utente e Disney non possano essere affrontate in giudizio, limitando così le possibilità di risarcimento legale.

Nella documentazione legale, Disney ha citato che le condizioni d’uso, accettate dagli utenti al momento della registrazione, includono una rinuncia all’azione collettiva. Per gli avvocati della compagnia, la posizione di Piccolo non avrebbe quindi valore in un contesto legale, considerato che il contratto era stato stipulato da Piccolo e non da Tangsuan, il che solleverebbe dubbi sulla validità della rivendicazione della moglie nel contesto di questa controversia.

Questa strategia ha catturato l’attenzione dei media e ha suscitato dibattiti sull’etica di questo tipo di clausole nei contratti di servizi, sollevando interrogativi sulla trasparenza delle condizioni contrattuali e sul loro effetto sulla responsabilità delle società in caso di incidenti gravi.

Le reazioni e le implicazioni legali

La controversia ha dovuto affrontare reazioni immediate da parte degli avvocati di Piccolo, i quali hanno definito le argomentazioni di Disney “pretestuose”. Sottolineando che la stipula di un contratto di abbonamento non dovrebbe escludere un’intera famiglia da un giusto risarcimento, hanno messo in discussione la logicità ingiusta che un semplice accordo per un servizio possa sostituire il diritto di ricevere assistenza legale in seguito a un evento traumatico.

Inoltre, l’argomento sollevato dal team legale di Piccolo riguardo alla validità della clausola di arbitrato, in quanto applicabile solo al firmatario del contratto, apre una serie di problematiche legali relative alle responsabilità di Disney. La questione non è solo di tipo legale, ma anche morale: l’idea che l’accettazione di un contratto possa in qualche modo limitare il diritto di far valere le proprie esigenze legittime in caso di lesioni gravi solleva profonda preoccupazione.

Dal canto suo, Disney ha mantenuto una posizione di cautela, continuando a rimanere in silenzio riguardo i dettagli specifici della questione, rimarcando solo il loro dispiacere per la tragica perdita della famiglia Piccolo, senza però assumere alcuna responsabilità diretta per quanto accaduto. Il caso di Jeffrey Piccolo e Kanokporn Tangsuan evidenzia le complessità giuridiche e morali intrinseche in un contesto commerciale sempre più orientato verso la protezione legale delle grandi aziende.

Silvana Magistri

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