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Emergenza agricoltura in Puglia: grandine e vento devastano coltivazioni e reddito degli agricoltori.

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Stefania Romana

Le recenti condizioni meteorologiche avverse in Puglia hanno scatenato una serie di eventi distruttivi che hanno colpito gravemente il settore agricolo. Grandinate e intense raffiche di vento hanno messo in ginocchio numerose coltivazioni, da oliveti a vigneti, causando danni ingenti che potrebbero avere ripercussioni significative sull’economia locale. Coldiretti Puglia ha diffuso un report dettagliato, identificando la situazione attuale come un vero e proprio “bollettino da guerra”, con una particolare attenzione alle zone più colpite come Castellaneta e Palagiano.

L’impatto delle grandinate e del vento sulle coltivazioni

Danni ai frutteti e ortaggi

Le grandinate, infatti, hanno causato la rottura dei tendoni delle uve da tavola e la perdita di frutti dagli alberi, con particolare riferimento alle olive che, piuttosto che crescere, sono state strappate via dalle piante in modo brusco. Questo fenomeno non è isolato; Coldiretti mette in evidenza come la situazione in Puglia rappresenti solo uno di tanti eventi estremi che si sono verificati dal gennaio 2024 ad oggi. Sono ben 52 episodi estremi registrati, i quali hanno compromesso pesantemente le produzioni agricole, mettendo in crisi le basi stesse dell’agricoltura pugliese.

La situazione degli agrumeti e vigneti

Il danno non si limita agli oliveti, ma si estende anche ai campi di ortaggi e ai vigneti. Le piante, infatti, sono particolarmente vulnerabili durante la fase iniziale della loro crescita, motivo per cui la grandine ha effetti devastanti sui frutticini, causando la caduta prematura o deformazioni tali da rendere i prodotti inidonei alla commercializzazione. Questo tipo di danno è un grido d’allerta per gli agricoltori, che devono confrontarsi con una realtà sempre più avversa per il loro lavoro.

Un’analisi degli eventi estremi

Il bollettino di Coldiretti Puglia

Nel report di Coldiretti, si sottolinea l’emergenza che il settore agricolo pugliese sta vivendo. Il cambiamento climatico ha avuto un impatto evidente, con eventi estremi che hanno seriamente compromesso le rese. Negli ultimi cinque anni, si stima che la Puglia abbia perso circa 200 milioni di quintali di cibo a causa di vari eventi catastrofali. La crisi ha conseguenze dirette anche sul reddito degli agricoltori, portando a una necessità di azioni urgenti e decisive.

La necessità di strumenti innovativi

Pertanto, Coldiretti ha chiesto un impegno maggiore per l’adozione di strumenti innovativi in agricoltura, che includano investimenti nel settore e l’integrazione di tecnologie digitali. Queste misure sono considerate fondamentali per garantire la tutela dei prodotti agricoli, la sostenibilità del reddito degli agricoltori e per prevenire il deterioramento della situazione. Nel contesto attuale, la perdurante crisi potrebbe portare, nei prossimi anni, a una riduzione ulteriore del numero delle aziende agricole attive, che già hanno visto un calo del 30% negli ultimi dieci anni.

Le sfide future per l’agricoltura pugliese

Costi di produzione e concorrenza sleale

La complessità della situazione è accentuata dai costi di produzione sempre più elevati e dalla concorrenza sleale che gli agricoltori pugliesi devono affrontare. Questi fattori mettono a rischio la vita delle aziende agricole locali, che, già provate dagli eventi meteorologici estremi, si trovano ora a dover navigare tra sfide economiche e ambientali. La richiesta di supporto e una strategia integrata di gestione delle emergenze è dunque necessaria per garantire un futuro più sicuro e sostenibile per il settore.

Le possibili strategie di rilancio

Per i produttori agricoli pugliesi, la strada da percorrere è chiara: c’è bisogno di adeguati interventi istituzionali per assicurare il pieno rispetto delle norme sul clima e sull’ambiente, oltre a politiche che incentivino l’innovazione tecnologica e rendano l’agricoltura locale più resiliente e competente nell’affrontare gli eventi avversi. La collaborazione tra agricoltori, istituzioni e ricercatori sarà cruciale per la salvaguardia di un settore che rappresenta un pilastro dell’economia pugliese e un patrimonio culturale inestimabile.

Stefania Romana

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