La situazione dell’approvvigionamento idrico a Monte Sant’Angelo, comune del Foggiano, riflette una crisi che si sta manifestando con intensità in molte aree del Gargano e della Puglia. Gli allevatori locali si trovano costretti ad affrontare spese straordinarie per garantire acqua e igiene agli animali e alle loro stalle. L’ormai prosciugato invaso di medie dimensioni che riforniva l’area rappresenta un campanello d’allarme per l’intero settore.
Gli allevatori di Monte Sant’Angelo stanno affrontando una situazione senza precedenti: l’unico invaso che riforniva l’acqua per gli allevamenti è completamente asciutto. Molti di loro sono costretti ad acquistare acqua e a farla trasportare tramite autobotti, un onere economico che si aggiunge alle già difficili condizioni di lavoro. Questa emergenza idrica ha colpito il Foggiano più di quanto si sia visto in passato, come sottolinea Leonardo Santucci, membro del comitato esecutivo di Cia Agricoltori Italiani della Capitanata.
“La situazione è tanto critica che gli allevatori non si limitano a richiedere assistenza economica, ma chiedono anche un potenziamento dei servizi veterinari, che d’estate tendono a subire un notevole stress.” Il deficit idrico ha un impatto diretto sulla salute degli animali, aumentando il rischio di malattie e compromettendo il benessere zootecnico.
In risposta a questa emergenza, l’amministrazione comunale di Monte Sant’Angelo ha dichiarato la sua intenzione di fornire ristori agli allevatori per alleviare almeno in parte le spese affrontate per l’acquisto dell’acqua. “Questo intervento si propone di sostenere gli imprenditori agricoli in difficoltà, ma la questione idrica richiede soluzioni a lungo termine e ben pianificate.”
La posizione della provincia di Foggia, generalmente ritenuta meno vulnerabile rispetto ad altre aree pugliesi grazie alla presenza di diversi invasi, evidenzia un paradosso: il deficit d’acqua è peggiorato in modo significativo negli ultimi anni. Questa emergenza ha portato i rappresentanti agricoli a chiedere un piano idrico-irriguo rinnovato, che possa affrontare le nuove realtà dettate dai cambiamenti climatici.
La crisi idrica non è solo un problema temporaneo, ma evidenzia la necessità di un approccio sistematico per garantire la sostenibilità del settore agricolo nella provincia. Nicola Cantatore, il direttore provinciale di Cia, ha evidenziato come “i danni già subiti dall’agricoltura a causa della siccità siano considerevoli e, senza provvedimenti tempestivi, la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente.”
I cambiamenti climatici, insieme alla mancanza di risorse idriche, mettono in discussione la capacità del settore di resistere a eventi meteorologici estremi. È essenziale che le istituzioni regionali e nazionali intervengano attivamente per sviluppare strategie che prevedano la gestione e la conservazione delle risorse idriche in modo proattivo.
Le parole di Angelo Miano, presidente di Cia Capitanata, riflettono la gravità della situazione: “La mancanza d’acqua si sta rivelando la più dura e drammatica emergenza degli ultimi 10 anni.” Tale affermazione è supportata dai dati recenti sulla disponibilità di acqua nelle dighe, un fattore critico per la salute non solo degli animali ma anche della futura produzione agricola.
L’auspicio generale è quello di un’intervento coordinato e efficace che non solo affronti l’emergenza immediata, ma che si adoperi per garantire un futuro sostenibile agli allevatori e a tutte le attività legate all’agricoltura in Puglia. “La resilienza del settore dipende ora da decisioni rapide e concrete.”
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