Le aziende di allevamento sarde fanno fronte a una crisi senza precedenti a causa dell’epidemia di Lingua blu. Questo virus, che minaccia le risorse zootecniche dell’isola, sta colpendo severamente gli allevatori e la loro capacità produttiva. Coldiretti ha lanciato un appello urgente alle istituzioni per interventi immediati, evidenziando la gravità della situazione in cui si trovano le aziende pastorali sarde. La recrudescenza della patologia mette a rischio la campagna latte e l’allevamento di agnelli, con conseguenze rilevanti per l’economia locale.
L’epidemia di Lingua blu si sta diffondendo con preoccupante rapidità in Sardegna, colpendo indistintamente aziende pastorali da nord a sud dell’isola. Coldiretti ha confermato che i focolai di contagio sono aumentati significativamente nelle ultime settimane, con centinaia di casi già accertati e molti altri in fase di verifica. Questa malattia, trasmessa da insetti vettori, ha un impatto devastante sugli animali infetti, provocando sintomi gravi e talvolta, la morte. Gli allevatori sardi si trovano costretti a fronteggiare perdite patrimoniali enormi che non riguardano solo gli animali, ma colpiscono anche il fatturato e la sostenibilità economica delle loro aziende.
Coldiretti Sardegna si è fatta portavoce di un grido di allarme, evidenziando l’inerzia delle istituzioni regionali nel fronteggiare questa emerging crisis. Nonostante i numerosi appelli, gli assessorati competenti dicono di non aver avviato misure concrete. “Nonostante mesi di richieste e solleciti, non abbiamo mai incontrato rappresentanti della Regione,” ha dichiarato il presidente Battista Cualbu. La situazione attuale è insostenibile, e la mancanza di assistenza e interventi sta amplificando i danni, rendendo difficile la programmazione economica per gli allevatori e compromettere la campagna latte.
Le conseguenze dell’epidemia di Lingua blu non si limitano solo agli allevamenti. La crisi del settore avrà ripercussioni significative su tutta l’economia locale, compresi i mercati di latte, carne e formaggi. Attualmente, molti allevatori stanno lanciando appelli per interventi più incisivi, come la somministrazione di vaccini e antiparassitari necessari per arginare la diffusione della malattia. “Senza azioni tempestive, molti allevatori rischiano di perdere tutto ciò che hanno costruito nel tempo,” afferma Michela Dessì, allevatrice di Arbus e vice presidente di Donne Coldiretti Cagliari.
Sebbene la situazione sia critica, gli allevatori continuano a sperare in un cambio di rotta, chiedendo un impegno reale da parte delle istituzioni. La necessità di un piano di intervento immediato è fondamentale per salvaguardare il futuro della pastorizia in Sardegna. “Ogni giorno per noi è una lotta e se non vengono messi in atto dei piani reali e concreti, il nostro settore rischia di essere distrutto,” ha concluso Dessì. La comunità degli allevatori si trova in una fase cruciale e attende risposte concrete, per evitare che il duro lavoro degli ultimi anni venga vanificato da una crisi sanitaria.
Risultano urgenti le azioni destinate a proteggere la filiera agroalimentare, rimarcando l’importanza della pastorizia per l’identità culturale e economica della Sardegna.
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