L’evoluzione dei rapporti sociali e del consumo di vino è il tema centrale dell’intervista a Ferzan Ozpetek, regista turco-italiano, che rivive i momenti d’oro del Mateus Rosé. Questo vino, che ha segnato una generazione, continua a vendere milioni di bottiglie pur rimanendo nel cuore di chi l’ha assaporato. Scopriamo insieme la storia e il fascino intramontabile di questa icona vinicola, ricca di ricordi e significati.
Quando si parla di Mateus Rosé, si evoca non solo un vino, ma un vero e proprio stile di vita che ha caratterizzato gli anni ’70 e ’80. Ferzan Ozpetek, con il suo racconto, riporta alla mente un’epoca di incontri fortuiti e relazioni autentiche. Durante questi anni, il Mateus non era soltanto un vino da bere, ma un catalizzatore di esperienze, un modo per socializzare e divertirsi. Il suo sapore fruttato, con note di fragole e lamponi, ha segnato le serate di molti giovani che lo condividevano durante cene tra amici o appuntamenti romantici.
Andrea Gori, sommelier e giornalista, ha descritto perfettamente l’atmosfera che circondava il Mateus nei suoi scritti. Con parole nostalgiche, ha catturato la vivacità di quei momenti, facendo rivivere le emozioni di un’epoca in cui le relazioni umane si costruivano senza filtri. Questo vino ha rappresentato per molti il primo assaggio di libertà e spensieratezza, facilitando anche le prime esperienze amorose. Nelle sue pagine, Gori celebra il legame profondo che il Mateus ha creato tra i giovani di quel tempo.
Il Mateus Rosé è nato nel 1942, grazie al portoghese Fernando van Zeller Guedes, che ha creato questo blend tradizionale di uve autoctone portoghesi. Inizialmente percepito come un prodotto d’élite, è rapidamente diventato un vino alla portata di tutti, contribuendo a ridefinire il modo di approcciarsi al vino stesso. Negli anni addietro, il Mateus era sinonimo di festa e freschezza, con la sua caratteristica effervescenza e il suo fascino accessibile.
Nonostante stia invecchiando con grazia, il Mateus ha continuato a evolversi, mantenendo la sua identità senza tempo. Questa unicità gli ha permesso di collocarsi ancora una volta tra i vini più consumati al mondo, superando i 20 milioni di bottiglie vendute ogni anno, con una significativa quota di mercato in Italia. Nonostante i cambiamenti nelle abitudini culinarie e nei gusti del pubblico, il Mateus continua ad attirare l’attenzione, facendo riflettere su quanto sia importante il legame tra vino e momenti condivisi.
Oggi, l’universo dei social media ha parecchio influenzato il modo in cui socializziamo e ci relazioniamo. Ozpetek, parlando dell’impatto di queste piattaforme, sottolinea come abbiano modificato la nostra percezione della realtà. Le connessioni virtuali, per quanto possano sembrare immediate, risultano a volte meno genuine rispetto agli incontri faccia a faccia di un tempo. Questo cambiamento ha portato a una sorta di disillusione nei confronti delle relazioni umane, evidenziando la nostalgia per un’epoca di interazioni dirette, dove un bicchiere di Mateus era spesso il preludio a serate indimenticabili.
In quest’ottica, il Mateus Rosé non è solo un ricordo del passato, ma anche un simbolo di ciò che ci manca: la spontaneità, l’autenticità e la libertà di sentirsi vivi. La critica di Ozpetek verso la superficialità delle interazioni moderne stimola una riflessione su come i vini iconici, come il Mateus, possano representarci nelle nostre esperienze attuali e vengano caricati di nuovi significati per le generazioni future.
Nonostante il calo della sua popolarità tra i giovani, il Mateus ha dimostrato una straordinaria resilienza, continuando a vendere oltre un milione di bottiglie in Italia. Questo successo perdurante solleva interrogativi sulla nostra relazione con il vino e su come le preferenze si siano trasformate. Il Mateus rimane accessibile e conveniente, paragonabile ai meno costosi Tavernello o ai moderni rosati, ma con una storia e un’eredità che lo rendono unico.
In un mercato vinicolo sempre più competitivo, il Mateus ha saputo navigare attraverso le tempeste del cambiamento, rimanendo un pilastro della tradizione vinicola e un simbolo di convivialità. Mentre le nuove generazioni scoprono e riscoprono i vini, il Mateus continua a raccontare storie di gioventù, libertà e legami umani indissolubili, confermandosi come un testimone di un’epoca in cui la semplicità e la gioia di stare insieme erano al centro della vita quotidiana.
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