Un’operazione furtiva di incredibile portata ha scosso il mondo vitivinicolo francese, in particolar modo in Borgogna. Un tecnico della manutenzione, apparentemente insospettabile, ha sottratto più di 8000 etichette di vino per un valore totale di oltre 600.000 euro. La peculiarità di questo furto risiede nel fatto che nulla è mai stato venduto o degustato, dando vita a un racconto che mescola avidità e mistero. La vicenda ha origine da quindici anni di studi e ricerche condotte dal ladro stesso, i cui dettagli rivelano un intrigante mondo sotterraneo legato al vino.
Secondo quanto riportato dalla testata francese Le Bien Public, l’uomo, un manutentore di 56 anni, ha lavorato in diverse cantine nei pressi della città di Beaune, in Borgogna. La sua carriera nella viticoltura ha reso possibile un approccio furtivo e calcolato al furto. Nel corso di un lungo periodo di impiego, non era mai emerso sospetto alcuno sul suo operato. La situazione è cambiata solo quando alcune telecamere a circuito chiuso lo hanno ripreso mentre rubava quattro bottiglie di vino, mettendo in moto un’investigazione approfondita da parte delle forze dell’ordine.
Le autorità, dopo aver visionato le registrazioni, hanno eseguito una perquisizione a casa del ladro e nella residenza della madre, scoprendo una vera e propria collezione di bottiglie. Tre cantine, collocati in vari spazi della loro abitazione, erano colme di vini pregiati, tra cui le quattro bottiglie sottratte durante il furto. Il totale delle etichette rubate si aggira tra le 7000 e le 8000, comprendenti 1.285 grands crus della Côte de Nuits e Vosne-Romanée 1er Cru, il che ha fatto lievitare il valore della refurtiva a circa 650.000 euro.
L’indagine condotta da Olivier Caracotch, procuratore di Digione, ha rivelato che il ladro aveva accumulato le sue bottiglie in un arco di tempo di quindici anni da diversi produttori. Tra queste aziende figurano nomi illustri come Joseph Drouhin e Albert Bichot, dove l’uomo aveva lavorato fino a poco tempo prima dell’arresto. La polizia ha scoperto che i vini sono stati sottratti astutamente nel corso degli anni, senza mai essere commercializzati o aperti per la degustazione. Questo ha sollevato interrogativi anche sulle motivazioni che hanno spinto il ladro a un simile comportamento.
Martedì 6 agosto, l’uomo è comparso in tribunale con gravi accuse relative al furto di vini pregiati. La corte ha deciso di condannarlo a un anno di detenzione e a una multa di 10.000 euro. La refurtiva è stata restituita alle cantine legittime, permettendo un parziale recupero delle perdite subite dai produttori. Durante il processo, il procuratore ha evidenziato che non ci sono prove che l’imputato avesse intenzione di vendere i pregiati vini. Anzi, il ladro ha sostenuto di non aver mai avuto il desiderio di guadagnare dai furti né di degustarne i contenuti, descrivendo piuttosto la pratica di accumulare bottiglie come una sorta di venerazione.
Stranamente, il ladro ha condotto una vita modesta, senza manifestare segni di eccessiva ricchezza o di voler godere dei vini di alta qualità. La narrazione dell’imputato dipinge un’immagine di una persona che amava soltanto contemplare la propria collezione, immerso nell’estetica di bottiglie prestigiose, piuttosto che consumarle. Questo comportamento ha senz’altro reso questa storia ancor più curiosa, destando l’interesse del pubblico e dei media.
Non è la prima volta che il vino francese diventa protagonista di furti, a volte di dimensioni considerevoli. Ad esempio, nel gennaio 2023, è emerso che 83 bottiglie pregiatissime, alcune provenienti da Domaine de la Romanée-Conti, erano scomparse dalla cantina dello storico ristorante parigino La Tour d’Argent. Questo furto, avvolto nel mistero, rimane irrisolto e porta a riflettere su come l’industria vinicola possa essere vulnerabile a episodi di questo tipo. A dispetto della sua reputazione di esclusività e pregio, il vino attira l’attenzione di ladri e truffatori, rendendo necessaria una vigilanza costante da parte dei produttori e degli intermediari.
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