I vini dell’Europa centrale e orientale stanno finalmente guadagnando l’attenzione che meritano nel panorama vinicolo globale. Grazie ad una varietà di vitigni autoctoni e a tradizioni vinicole consolidate, questi vini rappresentano una risorsa da scoprire. Tuttavia, le difficoltà legate alle pratiche di importazione e distribuzione rimangono ostacoli significativi, specialmente nel Regno Unito. Recentemente, un evento a Londra, l’Ultimate Cee Wine Fair, ha messo in risalto l’abilità e la qualità di questi vini, offrendo ai partecipanti l’opportunità di assaporare la ricchezza dei terroir regionali.
L’Ultimate Cee Wine Fair, descritto da Jancis Robinson sul Financial Times, rappresenta un importante passo avanti per la promozione dei vini di 15 paesi dell’Europa centrale e orientale. La manifestazione si è svolta in un ambiente suggestivo, all’interno della chiesa di San Giovanni a Waterloo, dove oltre 500 vini sono stati offerti in degustazione. I partecipanti hanno potuto esplorare un variegato panorama vinicolo che spazia dall’Armenia alla Slovenia, con una particolare attenzione ai vitigni autoctoni.
I vini croati hanno catturato l’attenzione, in particolare quelli dell’area dell’Istria. La Malvazija Istarska, vitigno emblematico della regione, ha dimostrato di possedere un profilo complesso con potenzialità di invecchiamento. Stina Winery, situata sull’isola di Brač, ha presentato vini bianchi come il Pošip, caratterizzati da fragranti note marine, evocando le sensazioni del pregiato Albariño galiziano. Non meno significativi sono stati i vini rossi, come il Teran, che hanno mostrato una propensione all’evoluzione nel tempo. Un altro protagonista è stato il Domaine Keush con i suoi spumanti armeni, definiti da Robinson come “estremamente piacevoli e aromatici, nonostante non si possano paragonare agli champagne francesi.”
Sebbene la qualità dei vini presentati all’Ultimate Cee Wine Fair sia indiscutibile, la loro disponibilità nel mercato britannico resta problematica. La situazione della distribuzione è particolarmente sfavorita per il mercato ucraino. L’azienda Ukrainian Wine Company ha partecipato all’evento, ma la loro capacità di distribuzione è limitata a causa delle correnti difficoltà geopolitiche. Tra le etichette ucraine più apprezzate c’era il Telti Kuruk, un bianco aromatico che ha saputo conquistare i degustatori con la sua freschezza e equilibrio.
Cipro ha sorpreso gli esperti con una scena vinicola in rapida evoluzione, con piccoli produttori indipendenti che creano vini di notevole qualità. I vitigni Xynisteri e Promara, coltivati a 1.500 metri sul livello del mare, permettono la produzione di vini bianchi secchi che vantano eleganza e finezza. Zambartas è stato citato tra i produttori più promettenti, dimostrando come l’isola sia in grado di offrir vini innovativi, allontanandosi dalla tradizionale produzione di vini dolci, come la Commandaria.
L’interesse verso i vini dell’Europa centrale e orientale è in costante crescita, ma le sfide rimangono. Molti vini presentati all’evento di Londra non hanno ancora trovato un distributore consolidato nel Regno Unito. Le complicazioni legate alle normative post-Brexit aggiungono ulteriori complessità, rendendo l’accesso al mercato ancora più difficile. Tuttavia, l’Ultimate Cee Wine Fair ha dimostrato che questi vini hanno un potenziale significativo, e che il loro valore non è da considerarsi un fenomeno effimero. La qualità e la tradizione vitivinicola di queste regioni stanno cominciando ad emergere e, con gli sforzi appropriati, potrebbero ben presto conquistare una fetta del mercato globale. Gli appassionati del vino sono invitati a rimanere sintonizzati, poiché l’Europa centrale e orientale continua a offrire tesori vinicoli unici e affascinanti.
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