Un tema sempre più presente nel dibattito sociale riguarda l’emergente importanza delle alternative analcoliche in un paese tradizionalmente legato alla cultura del bere. In questo contesto, Love From, un bar senza alcol inaugurato a Manchester, ha vissuto una breve ma intensa storia che solleva interrogativi sulla sostenibilità di questo modello di business. Focalizzandosi su questa tendenza, è fondamentale esplorare il motivo per cui, nonostante l’interesse crescente verso uno stile di vita sobrio, alcune iniziative non riescono a prosperare.
La notizia della chiusura di Love From è arrivata a fine luglio, lasciando di stucco molti clienti e appassionati di stili di vita sobrii. Situato nel cuore di Manchester, il locale era stato fondato da Karl Considine con l’intento di “ridefinire la percezione che si ha del divertimento senza alcol”. Con un menù che includeva cocktail analcolici a 7 sterline e birre analcoliche a 6, Love From aveva cercato di posizionarsi come un’alternativa chic all’idea tradizionale di socializzazione. Tuttavia, la flessione dell’affluenza ha messo in evidenza le difficoltà del modello.
Nonostante l’entusiasmo iniziale alimentato dal fenomeno del Dry January, durante il quale circa 8,5 milioni di britannici avevano optato per un mese senza alcol, il bar ha visto una decrescita delle presenze nei mesi successivi. Durante la stagione estiva, in concomitanza con eventi sportivi di grande richiamo come gli Europei di calcio, i clienti tendevano a tornare alle tradizionali abitudini di consumo. Considine ha percepito una disconnessione tra il forte interesse dichiarato verso le bevande analcoliche e la realtà del mercato, dove molte persone sembravano non pronte a rinunciare all’alcol anche in contesti sociali favorevoli.
Love From si proponeva di attrarre particolarmente la Generazione Z, un gruppo demografico noto per la sua inclinazione verso stili di vita più salutari. I dati indicano che i giovani tra i 18 e i 24 anni sono pressoché il doppio più propensi ad astenersi dal bere rispetto ad altre fasce d’età. Tuttavia, il bar ha dovuto affrontare una competizione accanita e una “situazione finanziaria” difficile nel clou di Manchester.
Pur avendo fornito un’offerta innovativa, Considine notava che il locale attirava principalmente clienti occasionali, spinti da una certa curiosità, ma spesso non tornavano. Questo toccava un punto cruciale: nonostante gli sforzi per promuovere un modo diverso di vivere le serate, la radicata cultura del bere nel Regno Unito continuava a prevalere. Ogni occasione sembrava necessitare un brindisi, che si trattasse di una celebrazione o di un momento di conforto, mettendo a dura prova la sostenibilità di un locale analcolico.
Il dibattito attorno alla chiusura di Love From ha messo in luce le resistenze esistenti tra la popolazione britannica riguardo all’accettazione del “bere sobrio” come scelta valida. Karl Considine, sobrio da più di tre anni, ha condiviso le sue esperienze con i commenti negativi ricevuti online, evidenziando una mentalità che risulta ostica al cambiamento. I commenti denigratori sul bar mostrano come una parte della società non prenda sul serio la proposta di un divertimento che non coinvolge il consumo di alcol.
Nonostante la chiusura, Considine ha espresso il desiderio di continuare a promuovere la cultura del bere sobrio attraverso eventi pop-up in festival e matrimoni. Questi eventi offrono l’opportunità di colloquiare con un pubblico diverso e di testare la reale attrattiva delle bevande analcoliche. Mentre il dibattito sul consumo di alcol prosegue nel Regno Unito, la chiusura di Love From funge da specchio per le sfide e i cambiamenti necessari nel percorso verso una libertà di scelta più ampia in materia di bevande. La strada verso una nuova concezione del divertimento è ancora lunga, ma l’interesse crescente per le alternative analcoliche potrebbe rappresentare il primo passo verso un’autentica trasformazione culturale.
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