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Il peperone ‘corno di bue’ di Pontecorvo: un progetto per salvaguardare l’eccellenza agroalimentare

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Marco Gerini

Il peperone ‘corno di bue’ di Pontecorvo, un prodotto dal valore inestimabile per l’agricoltura ciociara, sta affrontando una fase critica a causa della frammentazione delle aziende agricole locali. Riconosciuto con la Denominazione di Origine Protetta per le sue peculiarità, questo pregiato ortaggio è al centro di un’iniziativa di rilancio promossa dal Comune di Pontecorvo, che punta a salvaguardarne la tradizione e la produzione.

La minaccia della frammentazione agricola

Il contesto attuale dell’agricoltura ciociara

Negli ultimi anni, l’agricoltura ciociara ha subito un processo di frammentazione che ha intaccato la sostenibilità delle coltivazioni locali, tra cui spicca il peperone ‘corno di bue’. Questa varietà è apprezzata per la sua forma unica e le sue proprietà nutritive, ma soltanto due aziende nel comune di Pontecorvo sono attualmente in grado di certificare il prodotto come DOP. La scarsità dei produttori, unita alle difficoltà di coltivazione di questo ortaggio delicato, ha spinto le autorità locali a intervenire per evitare la scomparsa di una delle identità culinarie del territorio.

L’importanza della Denominazione di Origine Protetta

Il riconoscimento DOP del peperone ‘corno di bue’ non è solo un marchio di qualità; rappresenta un patrimonio culturale e gastronomico per Pontecorvo. La Denominazione di Origine Protetta è concepita per tutelare le produzioni agricole legate a specifiche aree geografiche, e il successo del peperone ‘corno di bue’ potrebbe fungere da volano per l’economia locale. Tuttavia, la continua diminuzione degli allevatori specializzati minaccia non solo la produzione ma anche la tradizione culinaria, che rischia di essere dimenticata nelle generazioni future.

Un progetto di salvataggio condiviso

L’associazione dei produttori: un passo importante

Per far fronte alla crisi, il Comune di Pontecorvo ha lanciato un progetto di salvataggio che prevede la nascita di un’associazione tra i produttori locali. Questa iniziativa ha visto la partecipazione attiva di diversi imprenditori agricoli, i quali hanno deciso di dedicare parti dei loro terreni alla coltivazione del peperone ‘corno di bue’. L’associazione ha lo scopo non solo di coordinare le attività di produzione, ma anche di promuovere e valorizzare il prodotto a livello regionale e nazionale.

Il coinvolgimento della comunità

L’associazione ha già attirato numerosi agricoltori, segnando un segnale positivo per il futuro della coltivazione locale. Gli imprenditori si sono uniti per affrontare le sfide legate alla produzione, intraprendendo l’attività di coltivazione del peperone a partire dall’inizio dell’estate. In vista dei primi raccolti, si prevede che la produzione possa crescere e consolidarsi, contribuendo a riaccendere l’interesse per questo prodotto unico. Il clima di apertura e cooperazione tra gli agricoltori è fondamentale per il successo dell’iniziativa.

La celebrazione del peperone ‘corno di bue’

Eventi festivi per promuovere la cultura locale

Per celebrare il rilancio della produzione del peperone ‘corno di bue’, il Comune di Pontecorvo ha in programma una festa popolare nel mese di settembre. Questo evento si svolgerà in collaborazione con l’Associazione Fiera Agricola del Basso Lazio e rappresenterà un’occasione imperdibile per rinvigorire le tradizioni culinarie locali e coinvolgere l’intera comunità. Attraverso degustazioni, laboratori e spettacoli, il festival si prefigge di far conoscere le qualità del peperone e le storie dei produttori che ne garantiscono la filiera.

La dichiarazione del sindaco

Il sindaco di Pontecorvo, Anselmo Rotondo, ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa per la salvaguardia dell’agricoltura locale, affermando che “stava rischiando di perdere la nostra più celebre tradizione agricola”. L’unione degli imprenditori rappresenta una risposta concreta alle sfide del settore, dimostrando come la collaborazione possa generare opportunità e preservare il patrimonio culturale e gastronomico della comunità. Questo progetto non è solo una risposta alle difficoltà produttive, ma un invito alla valorizzazione delle tradizioni locali e alla riscoperta delle origini del territorio.

Marco Gerini

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