Il vino georgiano sta vivendo un periodo di grande slancio, con esportazioni in aumento e una crescente popolarità a livello globale. Questa nazione, riconosciuta come la culla della viticoltura, sta imponendosi sul mercato internazionale grazie a un patrimonio enologico millenario. Vini bianchi dai riflessi ambrati e rossi tannici stanno guadagnando l’interesse di appassionati e consumatori in numerosi Paesi, portando il vino georgiano a un nuovo successo commerciale.
Dai dati riportati dal LEPL – National Wine Agency, il volume delle esportazioni di vino georgiano ha raggiunto i 54,5 milioni di litri, con un valore totale pari a 145 milioni di euro. Questo rappresenta un incremento notevole rispetto all’anno precedente, evidenziando una crescita del 24% in valore e del 26% in quantità. La domanda di vino georgiano sta crescendo in ben 61 Paesi, rendendo questo prodotto sempre più ricercato in diverse aree del mondo.
I Paesi che si sono dimostrati più recettivi ai vini georgiani includono il CANADA e gli STATI UNITI, dove si è registrato un aumento esponenziale delle importazioni, rispettivamente del 110% e del 53%. Questo successo è accompagnato anche da un buon andamento delle esportazioni verso la POLONIA , oltre a interessi crescenti nei mercati TEDESCO, INGLESE e TURCO. La reputazione del vino georgiano continua a espandersi, attraendo sommelier e appassionati di vino di ogni dove.
La Georgia, situata tra Asia e Europa, è famosa per la sua lunga e affascinante storia vinicola, documentabile fino a 10.000 anni fa. Questa tradizione ha ospitato una vasta varietà di vitigni autoctoni, tra cui il SAPERAVI e il RKATSITELI, utilizzati rispettivamente per vini rossi e bianchi. Altre varietà rinomate includono il VANIS CHKHVERI e l’OTS’KHANURI SAPERE per i rossi, mentre per i bianchi troviamo il TSISKA e il TSOLIKOURI.
Il qvevri, un’anfora di terracotta tradizionale, è l’elemento distintivo della vinificazione georgiana. Questo metodo, che consiste nel lasciare fermentare il mosto e le bucce in queste anfore per un periodo compreso tra 3 e 12 mesi, ha reso celebri i vini color arancio, conosciuti come Orange wines. Questo approccio innovativo è stato incluso nel patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO nel 2013, sottolineando l’importanza e la ricchezza della tradizione vinicola georgiana.
Tamta Kvelaidze, responsabile marketing di LEPL, sottolinea che i vini naturali e ambrati, derivanti da questo metodo tradizionale, stanno diventando sempre più trendy. In particolare, i vini rossi semi-dolci hanno già una clientela affezionata in POLONIA, mentre le varietà secche stanno guadagnando sempre più popolarità anno dopo anno. Questo crescente apprezzamento rappresenta una nuova frontiera per i vini georgiani e un’opportunità per espandere ulteriormente la loro presenza sui mercati globali.
Il vino georgiano non è solo un prodotto commerciale, ma un elemento fondamentale della cultura nazionale. La tradizione vitivinicola, che si integra con la vita quotidiana e le celebrazioni, rappresenta un legame profondo con il territorio. La valorizzazione di questa tradizione è cruciale per il futuro della viticoltura georgiana, poiché spinge produttori e consumatori a rivalutare il significato del vino oltre il mero aspetto commerciale.
Nonostante il successo ottenuto, la Georgia affronta anche delle sfide per mantenere e accrescere la propria quota di mercato. Il panorama globale del vino è sempre più competitivo, e le cantine georgiane dovranno continuare a innovare e a investire in qualità e marketing per attrarre nuovi consumatori. L’attenzione verso vini naturali e sostenibili potrebbe rivelarsi un vantaggio, poiché sempre più clienti prediligono prodotti con una storia e una tradizione autentiche.
La crescente notorietà del vino georgiano è indice di come un sapere antico, unito a tecniche moderne di produzione e marketing, possa conquistare il favore del pubblico internazionale. Con la continua espansione dei mercati e un forte legame con la tradizione, il futuro del vino georgiano appare luminoso.
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