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La carne di squalo nei piatti italiani: un consumo silenzioso che sfida la consapevolezza alimentare

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Francesca La Rocca

Ogni anno, gli italiani consumano circa 0,2 kg di carne di squalo pro capite, un dato poco conosciuto ma allarmante. Questo fenomeno è al centro del documentario “Shark Preyed” dei fratelli Andrea e Marco Spinelli, che si propone di svelare il commercio di carne di squalo, spesso venduta sotto nomi fuorvianti.

Il commercio di carne di squalo in Italia

Il mercato della carne di squalo in Italia è alimentato da diverse pratiche commerciali che utilizzano nomi ingannevoli per etichettare questo pesce. Terminologie come “vitello di mare” o “gattuccio” sono frequentemente utilizzate per camuffare la vera natura del prodotto. Questo inganno non è casuale; riflette la tipica tendenza del commercio ittico a sfruttare termini più familiari all’opinione pubblica, mascherando l’origine del pesce.

Tra il 2009 e il 2021, l’Italia è diventata il terzo paese al mondo per importazione di carne di squalo, con ben 98mila tonnellate acquistate. Questo crescente interesse ha generato una serie di interrogativi sulla sostenibilità di tali pratiche. Il documentario “Shark Preyed”, previsto in uscita nel 2025, si appresta a rivelare questi aspetti. I fratelli Spinelli, con le loro specifiche competenze, hanno messo insieme anni di ricerche e riprese, viaggiando tra Italia e Spagna per raccogliere testimonianze e dati su questo fenomeno poco discusso.

Andrea Spinelli, biologo marino, e Marco Spinelli, documentarista e fotografo, hanno percorso le rotte della pesca per offrire uno sguardo critico sulla crisi ambientale che ne deriva. Il loro lavoro considera anche le implicazioni per la biodiversità marina, un tema che risuona con sempre maggiore urgenza nelle attuali discussioni climatiche.

La crisi degli squali e il loro ruolo nell’ecosistema

Ogni anno, si stima che fino a 100 milioni di squali vengano uccisi, e questo numero si traduce in una minaccia significativa per il 36% della popolazione globale di squali. Conseguentemente, questi abbattimenti non impattano solo le specie di squalo stesse, ma influenzano l’intero ecosistema marino.

Nel documentario, viene sfatato il mito dello squalo come “cacciatore spietato”. Al contrario, gli squali rivestono un ruolo cruciale in natura. Si trovano al vertice della catena alimentare e si alimentano di pesci più piccoli, contribuendo a mantenere in equilibrio le popolazioni di queste specie. Questo equilibrio è fondamentale per prevenire la proliferazione eccessiva di pesci di minori dimensioni, che potrebbero compensare danni alle comunità marine se lasciati senza predatori.

Inoltre, gli squali hanno la funzione di rimuovere gli esemplari malati, favorendo la salute generale delle popolazioni ittiche e garantendo così nuove generazioni di pesci robusti. La narrazione del film di Spielberg del 1975 ha contribuito a creare un’immagine distorta e negativa di questi animali, relegandoli a una posizione di nemici. I fratelli Spinelli mirano a ripristinare la verità, presentando gli squali come esseri vitali per la salute degli oceani.

Consapevolezza e informazione: il ruolo del documentario

Proiettato per alimentare una discussione pubblica, “Shark Preyed” vuole stimolare la consapevolezza sul problema del commercio di carne di squalo in Italia e nel mondo. La mancanza di informazioni adeguate porta molti consumatori a ignorare quali tipi di pesce stiano realmente acquistando e consumando. Infatti, la questione va oltre il semplice consumo alimentare: è una questione legata alla sostenibilità e alla preservazione della biodiversità marina.

Il documentario intende non solo rivelare l’inganno commerciale, ma anche educare il pubblico sulla necessità di adottare pratiche di consumo più responsabili. Sostenere politiche di pesca sostenibile e informarsi sui prodotti ittici sta diventando sempre più urgente, e i fratelli Spinelli si pongono come punto di riferimento per questo cambiamento culturale.

La diffusione delle informazioni contenute nel loro lavoro è cruciale affinché i consumatori possano effettuare scelte più consapevoli e responsabili. L’auspicio è che, grazie a questo progetto, si catalizzi un cambiamento nella percezione pubblica degli squali e del loro fondamentale ruolo nell’equilibrio degli ecosistemi marini.

Francesca La Rocca

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