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La solitudine a tavola: la crescente tendenza di cenare da soli nei ristoranti contemporanei

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Stefano Rossi

Nel panorama gastronomico attuale, il fenomeno di cenare da soli sta guadagnando una popolarità inaspettata. Le statistiche rivelano che sempre più persone scelgono di riservare un tavolo per uno, sia per il desiderio di tempo personale che per ragioni pratiche. Ristoratori e chef si trovano così a dover adattarsi a questa nuova realtà, ripensando gli spazi e i menù per soddisfare una clientela sempre più “singolare”. Vediamo più in dettaglio questo trend in crescita a livello globale.

L’aumento delle prenotazioni per un solo commensale

Statistiche globali

Negli ultimi anni, il numero di prenotazioni per singoli è aumentato notevolmente. Secondo i dati forniti dal sito di prenotazione Opentable, negli Stati Uniti si è registrato un incremento del 29% tra il 2021 e il 2023, mentre in Giappone l’aumento è stato del 23%. Quest’ultimo paese ha addirittura coniato il termine “ohitorisama”, usato per descrivere la situazione in cui una persona cena da sola. Anche in Europa, la tendenza si sta diffondendo: la Germania e la Gran Bretagna hanno riportato un aumento rispettivo del 18% e del 14% nell’ultimo anno. I polacchi si attestano come i più propensi a cenare da soli, seguiti dai britannici, francesi, spagnoli e italiani.

L’adattamento dei ristoranti

Data questa crescente richiesta, molti ristoratori hanno iniziato a modificare i loro spazi e menù. La proprietaria del ristorante di cucina tailandese e vietnamita Malai Kitchen, con sedi a Dallas, ha progettato appositamente un locale per accogliere in modo confortevole i clienti singoli, rispettando la loro intimità. Questa strategia non solo mira a attrarre più clienti ma anche a creare un’esperienza migliore per coloro che gustano un pasto da soli.

Le motivazioni dietro la scelta di cenare da soli

Fattori individuali e contestuali

La decisione di mangiare da soli non è dettata esclusivamente dal desiderio di evitare la compagnia. Tra le varie motivazioni emergono fattori sociali e personali. La pandemia di Covid-19, ad esempio, ha avuto un impatto significativo sul modo in cui le persone socializzano, costringendole a mantenere una distanza fisica maggiore. Tuttavia, indagini più approfondite mostrano che già prima della pandemia il numero di single era aumentato, con quasi il 40% degli americani di età compresa tra i 25 e i 54 anni che si identificava come single nel 2019, rispetto al 29% del 1990. L’aumento di single potrebbe quindi riassumere una nuova fase della socialità moderna, caratterizzata da meno coppie e più occasioni di uscite in solitaria.

Il cambiamento nelle abitudini alimentari

Un altro fattore cruciale da considerare è il ritmo di vita sempre più frenetico che caratterizza la società contemporanea. Le persone si trovano spesso a dover gestire il pranzo o la cena come una delle tante incombenze quotidiane, piuttosto che un momento di convivialità. Questo porta a frequenti pasti consumati in solitudine, spesso con un dispositivo elettronico in mano.

La cultura digitale e il sociale

L’era dei dispositivi mobili a tavola

Il fenomeno di cenare da soli non può prescindere dall’impatto dei dispositivi digitali. In molti paesi, viene segnalato un uso intenso dei telefoni cellulari durante i pasti. In Polonia, il 53% dei ristoratori ha riportato che i clienti utilizzano attivamente i propri smartphone, mentre in Italia la percentuale tocca il 51%. I dati dimostrano che i giovani della Generazione Z, in particolare, sono inclini a utilizzare il telefono mentre mangiano. Questo non riguarda solo la solitudine, ma rappresenta anche un cambiamento nel modo in cui interagiamo durante i pasti, dovuto alla continua ricerca di stimoli informativi.

Le dimensioni sociali della solitudine

Edward Bergen, analista globale di Mintel Food & Drink, sottolinea come l’era digitale abbia trasformato le modalità di comunicazione, anche in contesti di socialità come un pasto. Nonostante ci si trovi in compagnia, il rischio di essere distratti dal mondo esterno è elevato, tanto che molti preferiscono comunque mangiare da soli, sfuggendo alla “paura di perdersi qualcosa”. Essa si traduce in un’altra forma di fame: quella di connessione, sia che si mangi in solitudine, sia in compagnia.

Il fenomeno di cenare da soli sta quindi emergendo e consolidandosi come un aspetto imprescindibile della cultura gastronomica moderna, ponendo importanti interrogativi su socialità e interazioni umane nel contesto contemporaneo.

Stefano Rossi

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