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La storia e l’innovazione di Loacker: dal wafer al successo internazionale

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Francesca La Rocca

La tradizione dei wafer ha radici che affondano nel Quattrocento, ma l’azienda Loacker si distingue nel panorama dolciario moderno grazie alla qualità e all’innovazione. Fondata nel 1925 da Alfons Loacker in Alto Adige, l’azienda è pronta a celebrare un secolo di successi. In questo articolo approfondiremo il segreto del suo successo, l’espansione sui mercati esteri e gli ambiziosi progetti per il futuro.

Le origini del wafer: un viaggio nel tempo

I wafer, nella loro forma più antica, risalgono al Quattrocento in Europa, con i primi accenni documentati che emergono da Francia e Inghilterra. Solo un secolo dopo, in Italia, la preparazione di questo dolce viene testimoniata da Lorenzo il Magnifico, dimostrando come piatti raffinati e dolci tradizionali si siano intrecciati nella cultura italiana. Oggi, quando si parla di wafer di qualità, il nome Loacker è sinonimo di eccellenza.

Fondata in un periodo di grande fermento economico e sociale, Loacker ha saputo preservare i suoi valori originari, mescolando tradizione e innovazione. La storia dell’azienda è contraddistinta da una costante attenzione alla qualità degli ingredienti e alla lavorazione artigianale, aspetti che hanno contribuito a realizzare un prodotto amato in tutto il mondo.

Il segreto del successo di Loacker

In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Ulrich Zuenelli, attuale responsabile del gruppo e terza generazione della famiglia Loacker, ha rivelato i fondamenti dello straordinario successo dell’azienda. Secondo Zuenelli, uno dei punti chiave è la filosofia suggerita dallo zio Armin, che invitava a pensare alla creazione dei prodotti come una cena tra amici. Questo approccio si traduce in una scelta rigorosa degli ingredienti e in una preparazione attenta delle ricette.

Loacker, in particolare, si distingue per la decisione di non utilizzare aromi artificiali, coloranti o conservanti, mantenendo così standard qualitativi elevati, fondamentali non solo per il palato, ma anche per la salute dei consumatori. Questa scelta ha permesso all’azienda di rimanere competitiva anche nell’era della globalizzazione, dove la qualità rappresenta sempre un valore aggiunto, specialmente in un mercato in continua espansione.

L’espansione sui mercati esteri: l’importanza del made in Italy

Un aspetto cruciale del successo di Loacker è la sua forte identità italiana, che gioca un ruolo fondamentale nella credibilità e nella riconoscibilità a livello internazionale. Attualmente, l’azienda ha conquistato circa il 4,5% del mercato globale, grazie a una rete di vendita strutturata e a un’interpretazione dell’italianità che travalica i confini nazionali.

Zuenelli sottolinea come l’elemento “made in Italy” non sia solo un marchio di qualità, ma anche un volano per l’espansione del brand all’estero. Il franchising permette all’azienda di mantenerne il controllo e di assicurarne la qualità, contribuendo alla diffusione di un’immagine positiva dei wafer, personalmente legati alla tradizione dolciaria italiana e alla bellezza del territorio, come evidenziato nell’immagine iconica dello Sciliar sulle loro confezioni.

Il futuro di Loacker: sostenibilità e innovazione

Guardando al futuro, Loacker sta concentrando i suoi sforzi sulla sostenibilità. Tra le iniziative più ambiziose c’è la realizzazione di un impianto agrovoltaico capace di generare fino a 17 gigawatt di energia rinnovabile all’anno, un passo decisivo verso la riduzione dell’impatto ambientale dell’azienda.

In aggiunta a questo, un aspetto rilevante della strategia di approvvigionamento è l’investimento di circa 15 milioni di euro in 275 ettari di noccioleti, che andranno a integrarsi con forniture provenienti da altre 1200 ettari sparsi su cinque regioni italiane. Questi sforzi non solo migliorano l’indipendenza della filiera produttiva, ma garantiscono anche la qualità degli ingredienti utilizzati nei prodotti Loacker.

Infine, l’azienda ha recentemente investito 38 milioni di euro nella produzione di latte alpino e nell’acquisizione di certificazioni halal, kosher e OGM-free. Questa scelta non solo svela un’attenzione alla diversificazione dell’offerta, ma anche una strategia in linea con le richieste dei consumatori contemporanei, sempre più sensibili alle origini e alla qualità degli alimenti che scelgono di consumare.

Francesca La Rocca

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