La recente crescita di interesse attorno alla ceramica da tavola segna un cambiamento epocale nel mondo della gastronomia. “Guarda dove mangi” di Martina Liverani analizza il legame tra il cibo e gli oggetti che lo contengono, rivelando come le stoviglie stesse possano influenzare l’esperienza culinaria. Attraverso un viaggio tra storia, cultura e arte, il libro sottolinea l’importanza della ceramica nella nostra vita quotidiana e nel contesto gastronomico contemporaneo.
Martina Liverani, giornalista specializzata in enogastronomia e fondatrice di Dispensa, dedica il suo volume all’analisi della ceramica e alla sua interazione con il cibo. La ceramica, antica quanto la civiltà stessa, ha subito un’evoluzione nei secoli, riflettendo i cambiamenti sociali e culturali. Liverani racconta come la ceramica non sia solo un contenitore, ma un modo per esaltare le esperienze culinarie.
Il libro si presenta come un mix di aneddoti storici e curiosità contemporanee, analizzando il passaggio della ceramica dall’oggetto d’uso quotidiano a simbolo di status. La ceramica italiana, in particolare, offre una ricchezza di tradizioni e tecniche manufatturiere, dalle città di Faenza e Vietri a quelle di rinomato pregio come Albisola. Attraverso storie di famiglie artigiane e aziende secolari, il lettore scopre la profondità e il valore di questi antichi mestieri.
Il sostegno della ceramica alla gastronomia va oltre l’estetica: la forma e il materiale delle stoviglie incidono sulla preparazione e presentazione dei piatti. Liverani enfatizza l’importanza di una ciotola, non solo come oggetto di servizio ma come parte integrante della cultura gastronomica. Attraverso lo studio di oggetti come piatti e ciotole, l’autrice esplora i sentimenti e le emozioni evocate dal cibo, utilizzando esempi storici e citazioni.
Un tema ricorrente è l’interazione tra la ceramica e il comfort food. Le forme delle ciotole, ad esempio, sono studiate per accogliere piatti caldi come le zuppe, evocando un senso di calore e familiarità. Questa simbiosi tra cibo e contenitore è un argomento affascinante che viene trattato con maestria e attenzione ai dettagli, portando alla luce l’importanza del design nella fruizione del cibo.
Nel contesto culinario attuale, la ciotola emerge come una scelta preferita, un simbolo di convivialità in contrapposizione ai piatti tradizionali. Liverani fa riferimento a come il Telegraph abbia promosso questa tendenza, evidenziando come la ciotola non rappresenti solo un cambiamento di forma, ma anche una rivisitazione dell’approccio al cibo stesso. Così, si riscopre un modo di consumare gli alimenti più intimo e accogliente.
Anche se la ciotola potrebbe sembrare un’alternativa moderna, la sua eredità si estende fino all’antichità, stabilendo un legame diretto con le tavole dei nostri antenati. Essa non è semplicemente un contenitore, ma narra la storia dei cibi attraverso i secoli. Liverani mette in luce come questa stoviglia riesca a evocare memorie e sensazioni, fornendo un contesto per ogni pasto consumato.
Un’altra dimensione dell’evoluzione della ciotola è rappresentata dall’influenza delle cucine asiatiche. Con un crescente interesse per il cibo etnico e le pietanze asiatiche, le ciotole hanno riconquistato un ruolo di prim’ordine. Liverani esplora come l’adozione di elementi della cultura culinaria asiatica abbia stimolato la reinvenzione di piatti tradizionali, portando alla riscoperta di tecniche di preparazione e servizio.
In questo contesto, si evidenzia anche l’importanza del rispetto per la cultura gastronomica, i suoi ritmi e le sue necessità. Questo porta a una nuova consapevolezza e rispetto per i materiali e le stoviglie che utilizziamo nell’arte di cucina. Con la rinascita di pratiche tradizionali si assiste a una rivalutazione di oggetti e stili di vita, rafforzando la connessione tra alimento, ambiente e socialità.
Le scelte culinarie di oggi riflettono non solo gusti personali, ma rappresentano anche indicazioni di valori culturali e sociali. Liverani sottolinea che le stoviglie, oltre ad essere strumento di servizio, fungono da specchi della nostra identità e dello stile di vita individuale e collettivo. Nell’epoca contemporanea, ristoranti, lunch box, e persino cene a casa sono tutte manifestazioni della nostra filosofia di vita e delle relazioni interpersonali.
L’importanza di conoscere la storia delle stoviglie e dei loro materiali assume un significato profondo: sapere da dove provengono gli oggetti che utilizziamo quotidianamente arricchisce la nostra esperienza. Negli ultimi anni, c’è un crescente interesse per il design sostenibile e il riuso, che si intreccia con la ceramica artigianale e le tradizioni locali. Questo spinge verso una consapevolezza più profonda non solo del cibo, ma del modo in cui lo serviamo e lo consumiamo, sia a casa che al ristorante.
Il volume di Liverani offre un’occasione per riflettere su come ogni pasto, dal più semplice al più elaborato, possa essere inserito all’interno di un racconto più ampio. La ceramica non è solo un semplice contenitore: ogni pezzo racconta una storia, una tradizione e un modo di relazionarsi con gli altri. Il suo libro invita a esplorare queste narrazioni, suggerendo che conoscere le stoviglie porta a una maggiore apprezzamento del cibo stesso.
Attraverso una prosa ricca di dettagli e riferimenti storici, Liverani riesce a mettere in luce l’importanza delle stoviglie nel contesto della cultura culinaria, rendendole protagoniste invece di semplici oggetti decorativi. Ad ogni capitolo, il lettore viene accompagnato in un viaggio attraverso la storia e l’evoluzione dell’arte della tavola, invitato a osservare e riflettere non solo su ciò che mangiamo, ma anche su come e dove lo facciamo.
Guarda dove mangi – Martina Liverani – Polaris – 160 pp. – €25
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