La salicoltura marina, una pratica tradizionale che sta acquisendo nuova vita, è al centro di un’importante iniziativa di valorizzazione promossa da Confagricoltura. Recentemente, l’incontro tenutosi ai Magazzini del Sale di Cervia ha sottolineato l’importanza delle saline, un tesoro della Romagna, nel sostenere l’economia locale e l’ambiente. Grazie al supporto di istituzioni e comunità, la salina di Cervia, estesa per 827 ettari all’interno del Parco Regionale del Delta del Po, sta recuperando dopo l’alluvione che l’ha colpita lo scorso anno.
Le saline di Cervia costituiscono un’Alta Marea di risorse sia ecologiche che economiche per il territorio romagnolo. Situate nel contesto protetto del Parco del Delta del Po, le saline sono essenziali per la conservazione di un ecosistema vulnerabile e per la produzione di sale marino, un prodotto di grande valore nutrizionale. Durante l’incontro, i rappresentanti delle istituzioni hanno evidenziato come queste aree non solo contribuiscano economicamente, ma fungano anche da habitat per una varietà di specie. Queste saline rappresentano una tradizione secolare, fortemente legata alla cultura locale.
L’incontro di Cervia ha visto la partecipazione di numerosi attori locali, tra cui il prefetto di Ravenna Castrese De Rosa e il sindaco di Cervia Mattia Missiroli. La sinergia tra istituzioni e comunità è fondamentale per la ripartenza della salina, che è stata colpita da eventi alluvionali. Grazie agli interventi avviati, la salina è sulla buona strada per riprendere le operazioni. Confagricoltura ha promosso questo incontro per discutere il futuro della salicoltura marina, mirando a consolidare la sua importanza sia a livello locale che nazionale.
In Italia, le aree dedicate alla salicoltura marina ammontano a quasi 10.000 ettari, contribuendo annualmente a una produzione di circa 1,2 milioni di tonnellate di sale. Queste cifre indicano un segmento significativo dell’agricoltura italiana e il suo potenziale economico. L’attività genera un fatturato che supera i 60 milioni di euro, posizionando il sale marino come un prodotto strategico per l’economia italiana. La salicoltura non è solo un’attività agricola, ma un pilastro per il mantenimento e la valorizzazione del territorio.
Confagricoltura sta lavorando attivamente per definire un quadro normativo che integri formalmente la salicoltura marina con l’attività agricola. L’obiettivo è quello di riconoscere il lavoro delle saline come parte integrante dell’agricoltura, essenziale per lo sviluppo sostenibile del territorio. Durante l’incontro, Nicola Gherardi, componente della Giunta Nazionale Confederale, ha ribadito l’importanza di una sinergia tra istituzioni e produttori per perseguire questo traguardo ambizioso. L’integrazione della salicoltura marina nell’agricoltura potrebbe dare nuova vita al turismo, attrarre visitatori e offrire esperienze uniche legate ai prodotti della terra.
Riconoscere il valore della salicoltura marina come attività agricola non solo favorirà la sostenibilità economica, ma potrà creare un legame più forte tra i turisti e il territorio. Infatti, una maggiore consapevolezza sulla salicoltura può attirare visitatori desiderosi di scoprire le pratiche tradizionali di raccolta del sale e di partecipare a esperienze legate alla cultura gastronomica locale. Un potenziamento del turismo potrebbe tradursi in opportunità di crescita per le piccole imprese locali, creando così una rete virtuosa in grado di valorizzare il patrimonio naturale e culturale della Romagna.
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