Negli ultimi anni, il panorama vitivinicolo europeo ha visto un significativo spostamento verso nord, in particolare nella Svezia, che ha registrato una crescente espansione della viticoltura grazie ai cambiamenti climatici e all’adozione di tecniche innovative. Questo articolo esplora le origini di questa trasformazione, le nuove realtà che si stanno affermando e gli sviluppi futuri di un’industria in piena evoluzione.
Il legame tra la viticoltura e l’Europa settentrionale ha radici antiche che risalgono ai tempi dei ROMANI, i quali introdussero la vite in territori come l’INGHILTERRA. Oggi, però, grazie al cambiamento climatico, la viticoltura ha fatto un passo significativo verso nord, con la Svezia che ha raddoppiato negli ultimi cinque anni le aree dedicate alla coltivazione della vite. Questa crescente industrializzazione del settore vitivinicolo non era immaginabile fino a poco tempo fa. Le temperature in aumento e le tecniche di vinificazione sempre più avanzate hanno aperto nuove opportunità per il mercato. Le varietà di uva adatte a climi più freschi stanno guadagnando sempre più riconoscimento, portando a un ottimismo crescente tra i produttori locali che credono nel futuro della viticoltura scandinava.
Un esempio emblematico di questa evoluzione è rappresentato da Westervin, un’azienda con sede nella Svezia Meridionale, che inizialmente si è dedicata alla coltivazione di ortaggi in serra e ha effettuato il passaggio all’uva nel 2003. Fondato da Agne Johansson, Westervin si distingue per il suo approccio innovativo, avendo selezionato varietà di uva da tavola biologiche, e ora dispone di 4,5 ettari di serre e oltre 1000 piante in campo aperto. La storia di Johansson si intreccia con quella di Murre Sofrakis, che ha piantato il primo vigneto commerciale nel 2001. La loro iniziativa ha ispirato una nuova generazione di viticoltori desiderosi di creare una nicchia sia nel mercato nazionale che internazionale.
Negli ultimi dieci anni, la Svezia ha assistito a una vera e propria esplosione della viticoltura. I vigneti presenti in territorio svedese sono aumentati da quattro a 40. Oggi, la superficie vitata svedese rappresenta il 25% di quella della FRANCIA, il principale produttore mondiale. Nonostante i numeri possano sembrare modestamente impressionanti, il potenziale di crescita è considerevole, specialmente a seguito della liberalizzazione nella regolamentazione delle bevande alcoliche.
Le nuove tecniche agricole e l’introduzione di varietà di uva resistenti a temperature rigide sono stati fattori chiave in questa crescita. Le strutture di supporto come il gruppo industriale Svenskt Vin hanno fornito le risorse necessarie per supportare viticoltori emergenti. Tali iniziative stanno aiutando a promuovere la viticoltura come una professione valida, rendendo accessibili tecniche che prima erano riservate a regioni con una tradizione vinicola consolidata.
L’incremento della conoscenza e delle competenze nel settore è evidente in nuovi vigneti come quello creato da Lena Magnergard a Selaön, dove l’assenza di precedenti tradizioni vinicole ha portato alla sperimentazione di varietà di viti sviluppate appositamente per climi più freschi.
L’adattamento ai climi più freddi ha permesso l’emergere di vitigni innovativi progettati per soddisfare le sfide ambientali uniche della Svezia. Tra questi, il vitigno Solaris rappresenta un esempio di come la scienza possa intervenire a favore della viticoltura. Nato in Germania negli anni ’70, questo vitigno è stato selezionato per la sua resistenza alle malattie e la rapida fioritura, caratteristiche fondamentali per il successo nella viticoltura svedese.
Altri vitigni come il PINOT NERO e altri incroci hanno dimostrato un notevole successo non solo nella produzione di vino ma anche nell’adattamento a climi variabili. Le recenti vendemmie, come quella del vigneto Thora Vingård, che ha visto una produzione di 10.000 bottiglie nel 2023, evidenziano come le varietà locali possano prosperare, promettendo un futuro di espansione significativo.
La competizione sul mercato globale diventa sempre più plausibile, consentendo alla Svezia di mettere in discussione i confini tradizionali della viticoltura, sfidando le convinzioni consolidate sul vino e sulla sua produzione nelle regioni più calde.
L’ottimismo nel settore della viticoltura svedese è palpabile, come affermato da Murre Sofrakis, pionieristico leader del movimento vinicolo locale. “La capacità attuale di competere a livello internazionale segna l’inizio di un’era nuova e potenzialmente fruttuosa per la viticoltura in Svezia.” L’evoluzione delle tecniche di vinificazione e l’esplorazione di una varietà di uve resilienti contribuiscono a un futuro interessante.
Con il passare del tempo, questo settore di nicchia potrebbe rafforzarsi ulteriormente e attrarre investimenti, stimolando la crescita di un’industria vinicola che potrebbe affermarsi come un’alternativa interessante alle storiche tradizioni vinicole europee. “La prospettiva di scoprire e valorizzare vinificatori emergenti si preannuncia come uno dei tratti distintivi del panorama vitivinicolo scandinavo,” rendendo la Svezia un nuovo punto di riferimento nel mondo del vino.
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