Nel ciottolato mondo delle vendite online, emerge un dato sorprendente: in Paesi come Australia, Italia, Francia, Regno Unito e Spagna, oltre il 60% degli acquirenti di vino su piattaforme digitali è rappresentato da Boomers e Gen X. Guy Wolfe, esperto di e-commerce per IWSR, ha fornito queste informazioni in un’intervista, lasciando molti esperti del settore increduli di fronte a questa nuova tendenza, considerando che tradizionalmente queste generazioni sono stati percepiti come poco avvezzi alla tecnologia. La situazione attuale del mercato vinicolo appare complessa, con un calo generale dei consumi che merita un’analisi approfondita.
Negli ultimi anni, il mercato del vino ha subito una significativa contrazione economica, con cifre che parlano da sole. In un solo anno, l’industria vinicola ha registrato una perdita di ben 802 milioni di euro. Inoltre, le stime relative all’export francese evidenziano un calo dell’8,7% nei primi nove mesi del 2023. A Bordeaux, la storica regione vinicola, si stanno estirpando migliaia di ettari di vigneto, segno tangibile del malessere del settore. Negli Stati Uniti, primo mercato di riferimento per il vino europeo, i consumi sono in calo, mentre si registra una diminuzione nella frequenza con cui viene acquistato e consumato vino.
Queste statistiche portano a interrogarsi sulle motivazioni dietro questo declino. Innanzitutto, è necessaria una distinzione tra i vari segmenti di consumatori. I Millennials e la Gen Z, le generazioni più giovani, mostrano un interesse sempre minore verso il vino, preferendo bevande alternative o esperienze alcoliche differenti. Nonostante la crescita dei Boomer e dei Gen X nel commercio elettronico, il quadro complessivo del consumo di vino rimane preoccupante.
Sono due le tendenze che emergono dal panorama attuale dei consumi. Da un lato troviamo una crescente domanda per le bevande NoLo, ovvero quelle senza alcol o a basso contenuto alcolico. In Germania, ad esempio, il primo Biergarten analcolico ha attirato l’attenzione, suggerendo che anche i consumatori tradizionali cominciano a esplorare alternative. Dall’altra parte, la difficile situazione economica globale, segnata da inflazione e incertezze finanziarie, ha fatto sì che gli alcolici siano percepiti come beni di lusso, relegati in una posizione secondaria nella scala delle priorità di acquisto.
Questa spirale discendente ha un impatto diretto sull’atteggiamento verso il vino, specialmente per i giovani, che ora si trovano a fronteggiare una generazione di consumatori più adulta, ma con un budget limitato. L’idea che i Boomer, storicamente visti come digitalmente disorientati, dominino l’e-commerce del vino suggerisce che il mercato sta cambiando, ma non necessariamente a favore del settore vinicolo tradizionale. Le maggiori vendite online sono un segnale di adattamento, ma non devono trarre in inganno; il calo complessivo dei consumi richiede una riflessione più attenta e strategie rinnovate.
L’industria vinicola si trova a un bivio. Da un lato, deve affrontare sfide considerevoli, come l’adeguamento alle nuove preferenze dei consumatori e la crescente popolarità di opzioni senza alcol. Dall’altro, può trarre vantaggio dall’esperienza delle generazioni più mature, che rappresentano un’importante percentuale degli acquirenti online. Riuscire a conciliare queste due realtà, innovando e al contempo preservando le tradizioni, potrebbe essere la chiave per la ripresa del mercato.
Il panorama del vino è in continua evoluzione, richiedendo risposte tempestive e mirate dalle aziende vinicole. La dominanza dei Boomer e Gen X nell’e-commerce potrebbe rappresentare un’opportunità di riscatto, ma è necessario agire. Con una strategia mirata che consideri le nuove tendenze e i cambiamenti nel comportamento dei consumatori, l’industria vinicola potrebbe trovare la strada per rialzarsi e tornare a brillare nel mercato globale.
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