La Sardegna sta affrontando una grave epidemia di lingua blu, una malattia virale che sta provocando danni ingenti all’allevamento di ovini. Con dati aggiornati dall’Istituto zooprofilattico sperimentale, emergono elementi allarmanti: quasi 2.000 focolai sono stati registrati, mentre il numero totale di animali infetti supera le 65.000 unità. Le autorità sanitarie mettono in evidenza l’assenza di un vaccino autorizzato per il sierotipo 3, il più predominante nell’isola.
Negli ultimi giorni, i dati relativi alla diffusione di lingua blu in Sardegna sono diventati sempre più preoccupanti. Con un incremento significativo dei focolai, la regione sta sperimentando una delle più gravi epidemie degli ultimi vent’anni. In particolare, l’Oristanese è stato colpito in modo devastante: si registrano 420 focolai, con un drammatico raddoppio degli ovini morti, che sono passati da 536 a 1.136 nell’ultima settimana, segnando un incremento del 115%. A ciò si aggiunge anche il numero di animali contagiati, che ha raggiunto quota 10.970, rappresentando un aumento del 75%.
Enrico Vacca, direttore del Servizio di Sanità Animale della ASL 5, ha sottolineato che questo trend di sviluppo negativo è evidenziato a livello regionale. Sebbene l’indice di mortalità si attesti tra lo 0,5% e lo 0,7%, è chiaro che le perdite economiche per le aziende sono notevoli. L’epidemia non solo impatta sulla mortalità degli animali, ma porta anche a un incremento degli aborti, una problematica grave che influisce sulla produzione di latte. Le autorità sanitarie hanno quindi dichiarato l’intero territorio dell’Oristanese una zona di circolazione del virus BTV3, imponendo il blocco della movimentazione degli animali, salvo specifiche autorizzazioni che includano trattamenti veterinari.
La situazione non è differente negli altri territori della Sardegna. Anche il Sassarese ha visto crescere il numero di focolai, arrivando a 388. La diffusione della lingua blu ha toccato anche il Nuorese con 369 focolai, mentre nel Cagliaritano si registrano 271 focolai. Ulteriori dati mostrano che nel Sulcis i focolai sono 170, nel Medio Campidano 157, in Gallura 126 e infine in Ogliastra 78. Questi numeri sottolineano una crisi sanitaria che ha conseguenze dirette anche sulla filiera economica degli allevamenti ovini, che costituiscono una parte fondamentale dell’economia locale e dell’identità culturale sarda.
Oltre ai provvedimenti restrittivi sulla movimentazione degli animali, le autorità sanitarie stanno lavorando attivamente per controllare la situazione e limitare la diffusione della malattia. Tuttavia, l’assenza di un vaccino autorizzato per il sierotipo 3 costituisce una delle sfide più importanti per gli allevatori e i professionisti del settore. I monitoraggi e le campagne informative potrebbero risultare cruciali per contenere l’epidemia e supportare gli allevatori in questo periodo critico.
Le dinamiche attuali richiedono una risposta tempestiva da parte delle istituzioni, in modo da proteggere non solo la salute degli animali, ma anche la sicurezza economica di un settore già sotto pressione.
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