L’uva da tavola sta emergendo come un marchio distintivo del turismo pugliese. La recente edizione dell’evento “Regina di Puglia“, tenutasi a Noicàttaro, ha sottolineato l’importanza di questo prodotto per l’economia locale e il settore turistico, avvalendosi di un’analisi dettagliata condotta dall’Osservatorio di Mario Schiano Lomoriello di ISMEA. Con un record di 16 milioni di turisti nel 2023, è evidente che la Puglia sta guadagnando sempre più attenzione sia a livello nazionale che internazionale, diventando un importante hub per gli appassionati di enogastronomia.
L’Italia si classifica come la terza potenza mondiale e il primo produttore europeo di uva da tavola, con la Puglia che contribuisce per il 57% della produzione nazionale. Nel 2023, il fatturato legato all’export di uva da tavola ha raggiunto i 821 milioni di euro, posizionandosi come il secondo prodotto ortofrutticolo italiano più esportato, subito dopo la mela, che si attesta a 916 milioni. Questi numeri parlano chiaro: l’uva da tavola non è solo un frutto prelibato, ma un’importante risorsa economica che richiede gestione e promozione strategica.
Nel 2023, il turismo in Puglia ha visto una crescita del 4% rispetto all’anno precedente, con un significativo aumento del numero di visitatori stranieri, provenienti principalmente da Germania e Francia, paesi che rappresentano mercati chiave per l’export di uva pugliese. Questo incremento lo rende un momento cruciale per attrarre turisti interessati a esperienze enogastronomiche, in un contesto dove la domanda globale per il turismo legato all’agroalimentare rappresenta già il 10% del totale.
La sinergia tra agricoltura e turismo è fondamentale, e il patrimonio vitivinicolo pugliese può essere un potente strumento di attrazione. È necessario sviluppare itinerari tematici che permettano ai visitatori di scoprire le varie fasi della produzione dell’uva da tavola, dalle vigne alle tavole.
L’evento “Regina di Puglia” rappresenta un’importante iniziativa per promuovere l’uva da tavola e i prodotti agroalimentari pugliesi. Secondo l’esperto di marketing Stefano Soglia, questa manifestazione ha il potenziale di diventare un modello di riferimento per raccontare non solo il prodotto, ma anche i luoghi, le tradizioni e le storie legate alla raccolta e lavorazione dell’uva.
L’importanza di eventi come “Regina di Puglia” non si limita solo alla celebrazione del prodotto, ma si estende alla creazione di networking tra produttori, ristoratori e operatori turistici. Favorire queste connessioni può potenziare l’attrattiva della regione e promuovere un turismo che valorizza il territorio e le sue peculiarità.
Inoltre, diverse municipalità pugliesi, tra cui Rutigliano, Mola di Bari, Castellaneta, Adelfia, Casamassima e Polignano a Mare, stanno collaborando per formare la Rete ‘Terre dell’Uva’. Questa rete si propone di unire gli sforzi per promuovere il patrimonio vitivinicolo locale e sviluppare opportunità turistiche legate all’uva da tavola. La collaborazione tra i vari comuni è fondamentale per creare un’offerta coesa e integrata che attiri turisti nel lungo termine.
Secondo Soglia, per realizzare il pieno potenziale dell’uva-turismo, è fondamentale che i privati credano nella promessa di questo settore e che vengano integrate nuove figure professionali nella gestione delle iniziative turistiche. Le istituzioni locali devono lavorare in sinergia, guardando oltre i confini comunali e sviluppando una visione condivisa per il futuro.
Le azioni da intraprendere includono la formazione di operatori turistici specializzati e la valorizzazione dei prodotti locali attraverso eventi, festività e itinerari enogastronomici. La sfida è ambiziosa, ma l’opportunità di posizionare la Puglia come una meta di eccellenza per il turismo gastronomico è reale e tangibile.
Il valore economico dell’uva da tavola e della sua capacità di attrarre turisti rappresenta un’opportunità preziosa per la regione, e sarà fondamentale lavorare in sinergia per assicurare il successo di questo progetto a lungo termine.
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