La celebrazione del settantesimo anniversario della Guida Michelin in Italia non è solo un riconoscimento della cucina d’eccellenza, ma anche un’opportunità per esaminare l’impatto economico delle stelle Michelin sui ristoranti e sull’industria turistica locale. Commissionato da Michelin stessa, uno studio ricavato da JFC delinea le dinamiche di questo mondo gastronomico e il sostegno che può offrire alle comunità circostanti.
Secondo la ricerca condotta da JFC, nel 2023 i ristoranti con una stella Michelin hanno attirato 2,4 milioni di clienti, di cui il 40,7% provenienti dall’estero. Sebbene questi numeri possano apparire impressionanti, suddivisi tra i 385 locali stellati e considerando una media di 250 giorni di apertura all’anno, si traducono in circa 24,9 clienti per ristorante al giorno. Questi risultati, sebbene non trascurabili, richiedono una valutazione più attenta, in particolare considerando che molti di questi ristoranti hanno pochi coperti. Tuttavia, non è garantito che ogni ristorante beneficerà di questa media.
Lo studio ha anche quantificato i benefici che una stella Michelin porta all’economia locale. Per i ristoranti con una stella, il beneficio economico per il circondario si attesta intorno a 805mila euro. Questo valore cresce significativamente nel caso di ristoranti con due stelle, arrivando a 2,4 milioni, fino a 6,5 milioni per quelli con tre stelle. L’indotto di queste insegne gastronomiche si somma all’economia del territorio, poiché i visitatori, attirati dalla cucina rinomata, non si limitano a cenare, ma contribuiscono attivamente all’ospitalità, al commercio e ad altri servizi locali. La proiezione per il 2024 mostra un incremento del valore indotto, che si prevede raggiunga 498 milioni di euro.
Non è chiaro come vengano elaborati i calcoli soggiacenti ai benefici economici, ma emerge che la scelta del ristorante è spesso influenzata dalla località stessa. I viaggiatori visitano destinazioni turistiche famose come Roma, Firenze, Venezia e l’Alto Adige, dove la presenza di ristoranti stellati è solo uno dei fattori che determinano la loro decisione. È evidente che in queste città, nonostante l’assenza di una stella, i ristoranti restano affollati grazie al flusso turistico costante.
Al contempo, è indubbio che i viaggiatori di alto profilo tengono in considerazione la presenza di ristoranti stellati come garanzia di un’esperienza gastronomica di qualità. Tuttavia, molte volte, la meta turistica può influenzare più della cucina stessa. In località meno visitate e riconosciute, come Castel di Sangro e Nerano, l’attrattiva del ristorante stellato può risultare determinante per il visitatore, mentre in luoghi di richiamo turistico gli avventori vengono principalmente per lo scenario, per le tradizioni locali e per le esperienze culturali.
L’Italia gode di un legame duraturo con la Guida Michelin, ma la sua applicazione e l’assegnazione delle stelle hanno sollevato numerosi interrogativi. Anche se la Michelin è riconosciuta come una guida autorevole nel settore della gastronomia, ci sono aspetti ambigui da considerare. Molti esperti ed appassionati di enogastronomia suggeriscono che la Michelin potrebbe ampliare la propria visione, includendo una maggiore varietà di ristoranti che riflettono la diversità della cucina italiana.
La critica si estende anche alla presenza di ristoranti in province meno visitate, molte delle quali non hanno nemmeno una stella. I risultati nei regioni come MIsernia e Alessandria, dove non è presente alcun ristorante stellato, evidenziano un’importante lacuna. Le province che offrono meno appeal turistico potrebbero beneficiare da una maggiore attenzione da parte della Guida, il cui focus, attualmente, sembra essere concentrato sulle aree più affollate, rischiando di trascurare esperienze culinarie autentiche.
L’assegnazione delle nuove stelle, prevista per il 5 novembre 2023 a Modena, porta con sé una serie di considerazioni strategiche. La scelta di questa data coincide con un evento di rilevanza mondiale, ovvero le elezioni presidenziali statunitensi, suscitando interrogativi sull’opportunità di tale tempistica. Nonostante l’appuntamento possa catturare l’attenzione della stampa di settore, si potrebbe rischiare di oscurare un’importante manifestazione gastronomica con eventi che coinvolgono trasferimenti e cambiamenti geopolitici.
I gourmet e gli esperti del settore saranno presenti a Modena nonostante il clamore internazionale, ma è lecito chiedersi se una maggiore coordinazione possa giovare alla comunicazione dell’evento. È una realtà affascinante che i riflettori siano puntati su una competizione culinaria mentre si svolgono eventi politici di grande significato. Tuttavia, un impegno più bilanciato potrebbe far sì che la Michelin rafforzi il proprio dialogo con il contesto in cui opera, valorizzando ancor di più il contributo dell’Italia al panorama gastronomico globale.
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