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Nuove norme europee per ridurre l’inquinamento agricolo: in vigore dal 4 agosto 2023

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Francesca La Rocca

A partire dal 4 agosto 2023, le nuove restrizioni sulle emissioni industriali, note come IED 2.0, hanno preso ufficialmente il via, coinvolgendo un settore cruciale come quello dell’agricoltura. Questo accordo politico, approvato dal Parlamento europeo in marzo, mira a mitigare l’inquinamento atmosferico proveniente dagli allevamenti intensivi. In particolare, i grandi allevamenti di suini e pollame, responsabili di un significativo 30% delle emissioni di ammoniaca nell’Unione Europea, sono al centro di queste nuove leggi.

Il contesto dell’accordo europeo

Un passo verso la sostenibilità ambientale

La riforma IED 2.0 rappresenta un avanzamento significativo verso la sostenibilità ambientale all’interno dell’Unione Europea. Le emissioni di ammoniaca, principalmente generate dall’allevamento intensivo, hanno un impatto diretto sulla qualità dell’aria e sulle condizioni ambientali. Queste misure, che colpiscono in particolare gli allevamenti di suini e pollame, si pongono l’obiettivo di ridurre l’inquinamento e proteggere la salute pubblica, contribuendo a un ambiente più salubre.

Le misure specifiche introdotte

Nello specifico, l’accordo si applica agli allevamenti intensivi che superano determinati limiti di bestiame: suini con oltre 350 capi, pollame oltre le 280 unità, galline ovaiole con più di 300 esemplari e 380 unità per gli allevamenti misti. Le nuove normative impongono l’adozione di pratiche di gestione che possano limitare le emissioni inquinanti e migliorare la situazione climatica. Gli allevamenti biologici di suini e quelli estensivi, dove gli animali hanno accesso all’esterno, restano esenti da queste disposizioni, ma dovranno comunque seguire linee guida più generali sulla sostenibilità.

Le emissioni di metano e il futuro dell’allevamento

Le sfide degli allevamenti di bovini

Sebbene la riforma si concentri attualmente su suini e pollame, gli allevamenti di bovini non sono stati inclusi in questa fase. Questi ultimi sono infatti responsabili del 50% delle emissioni di metano e del 25% delle emissioni di ammoniaca nell’Unione Europea. Data la loro incidenza significativa, le conseguenze di questa omissione pongono interrogativi sulla futura gestione delle pratiche bovine. La revisione di queste normative è prevista per il 2026, quando la Commissione europea sarà chiamata a riconsiderare l’approccio.

Un’attesa per riforme concrete

Questa situazione crea un ambito di attesa per le future politiche e le modifiche necessarie da implementare nel settore bovino, le cui pratiche devono essere adattate agli obiettivi climatici dell’Unione. La necessità di bilanciare le esigenze agricole con quelle ambientali richiede una riflessione approfondita e un approccio sistemico, che consideri tutte le particolarità dell’allevamento e dell’impatto ambientale.

Impatti a lungo termine e la direzione futura

Verso un’agricoltura più verde

L’introduzione delle normative IED 2.0 segna un passo importante in direzione di un’agricoltura più sostenibile, con l’obiettivo di promuovere pratiche che riducano l’impatto ambientale. Da un lato, queste misure possono portare a una maggiore efficienza produttiva e a una diminuzione della dipendenza da pratiche inquinanti; dall’altro, la transizione necessaria potrebbe rappresentare una sfida per gli allevatori, chiamati a rivedere le loro operazioni per conformarsi alle nuove regole.

La necessità di un adeguato supporto

È essenziale che gli agricoltori ricevano adeguati strumenti e supporti per effettuare tali trasformazioni, al fine di garantire non solo la sostenibilità ambientale, ma anche la sicurezza e la prosperità economica del settore agricolo europeo. Programmi di formazione, incentivi e finanziamenti potrebbero fornire l’assistenza necessaria alla transizione verso un’allevamento più responsabile e in linea con le nuove normative.

Le nuove normative rappresentano dunque un’occasione imperdibile per ristrutturare l’agricoltura europea verso un futuro più eco-compatibile.

Francesca La Rocca

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