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Nuovo focolaio di peste suina africana in Piemonte: un allerta crescente per allevamenti e fauna selvatica

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Stefania Romana

Un focolaio di peste suina africana è stato recentemente identificato in un allevamento di maiali nel comune di Casalvolone, in provincia di Novara. Questo evento porta a un incremento dei casi segnalati nella regione, costringendo gli enti sanitari a intensificare le misure di contenimento. L’IZS di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta sta monitorando attentamente la situazione, poiché il contagio ha già provocato un aumento significativo delle positività nella fauna selvatica e negli allevamenti. Analizziamo quindi la situazione attuale con dati e dettagli rilevanti.

Focolaio a Casalvolone: dettagli sulla situazione

L’emergere del nuovo caso

La scoperta di un nuovo focolaio di peste suina africana è stata confermata il 14 settembre, approfondendo la gravità della situazione già complessa in Piemonte. Casalvolone si aggiunge così ad un elenco di diverse località in cui sono stati riscontrati casi, che comprende anche Novara, Castellazzo Novarese, San Pietro Mosezzo, Trecate, Vinzaglio e Lignana. Il numero di focolai negli allevamenti suinicoli sta aumentando, creando preoccupazioni per gli operatori del settore e per la sicurezza alimentare nella regione.

Il monitoraggio dell’IZS e la risposta sanitaria

L’IZS ha avviato un monitoraggio intensivo in risposta a questi focolai. Le autorità sanitarie lavorano congiuntamente agli allevatori per implementare procedure di quarantena e disinfezione. Le aziende agricole coinvolte sono sottoposte a controlli rigorosi, mentre si avviano campagne di sensibilizzazione per informare gli allevatori riguardo le pratiche migliorative da seguire per prevenire la diffusione del virus. I cinghiali si stanno rivelando una vettore chiave per il contagio e i casi recenti di positività nei selvatici hanno sollecitato ulteriori misure nel controllo della popolazione di questi animali.

Cinghiali infetti: un problema crescente

L’andamento dei casi fra la fauna selvatica

Negli ultimi aggiornamenti, sono emersi tre nuovi casi di positività tra i cinghiali in Piemonte e Liguria. In particolare, un caso è stato osservato a Viguzzolo, in provincia di Alessandria, portando il totale a due in questa area. Inoltre, nella provincia di Genova si sono registrati due nuovi focolai, uno dei quali a Genova stessa e l’altro a Sant’Olcese, aumentando il numero complessivo a dodici. Questo incremento di casi tra i cinghiali contribuisce a complicare ulteriormente la gestione dell’epidemia.

L’importanza del monitoraggio della fauna selvatica

Il monitoraggio della fauna selvatica risulta cruciale nel contenimento della peste suina africana. Le autorità stanno intensificando i controlli anche sulle zone infette, considerando che i cinghiali possono facilmente diffondere il virus, aggravando la situazione negli allevamenti e nei centri di aggregazione suinicola. Ritenendo opportuno agire con una gestione integrata, si stanno valutando azioni rivolte sia alla salute animale che alla protezione del settore agricolo, al fine di ridurre al minimo l’impatto di questa malattia.

La situazione complessiva in Piemonte e Liguria

Dati aggiornati sui casi di peste suina

Attualmente, in Piemonte si contano un totale di 671 casi di positività alla peste suina africana, di cui otto focolai verificati negli allevamenti. La Liguria ha registrato 1.024 casi, portando il totale delle positività accertate a 1.695 fra entrambe le regioni. Un dato allarmante, considerando che con il nuovo caso a Casalvolone, il numero dei Comuni colpiti sale a 163.

Implicazioni per il settore suinicolo

Le conseguenze di questa situazione sui settori agricolo e zootecnico sono già evidenti. Gli allevatori si trovano ad affrontare l’incertezza economica e la necessità di adottare misure preventive, tra cui la disinfezione degli spazi, la limitazione dei movimenti dei suini e l’impiego di strategie di approvvigionamento robusto. L’attenzione delle autorità si sta concentrando sul dare supporto a questi professionisti, affinché possano continuare le loro attività nel rispetto delle normative sanitarie.

Proseguendo con le misure di prevenzione e controllo, le autorità sperano di contenere la diffusione della malattia e proteggere il patrimonio zootecnico locale da ulteriori danni.

Stefania Romana

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