La presentazione della nuova Nutella Vegana, ufficialmente chiamata Nutella Plant Based, ha suscitato grande interesse tra i consumatori. Questa variante a base vegetale, tanto attesa, è finalmente disponibile sugli scaffali dei supermercati, suscitando entusiasmo ma anche qualche polemica. Con l’obiettivo di scoprire come si differenzia dalla versione classica, questo articolo approfondisce le caratteristiche, gli ingredienti e il costo di questo prodotto innovativo.
Il 1° settembre ha segnato una data cruciale per gli appassionati della Nutella, con il lancio della Nutella Plant Based. Tuttavia, la sua apparizione non è stata priva di sorprese. A Napoli, un carico destinato inizialmente alla Francia è stato rubato, con i barattoli che venivano venduti a prezzi stracciati, 2,60 euro ciascuno rispetto ai 4,49 euro del prezzo consigliato. Tre giorni dopo, il 3 settembre, la presentazione ufficiale ha dato il via alla vendita nei supermercati italiani, parallelamente all’introduzione del prodotto in Francia e Belgio. Gli operatori del settore alimentare hanno già annunciato che, dal prossimo anno, la Nutella vegana sarà disponibile anche in altri paesi europei, ampliando così il suo mercato.
Dopo mesi di attesa e rumors, gli amanti della Nutella vogliono scoprire se questa nuova versione possa soddisfare le loro aspettative. L’assenza di ingredienti di origine animale e la scelta di un approccio più vegetale sono stati accolti con entusiasmo dalla comunità vegan e non, contribuendo a un picco di interesse nei supermercati. Molti si sono avventurati tra gli scaffali per trovare il nuovo prodotto, rendendo la sua presentazione un evento da non perdere.
Quando si analizzano i due prodotti, emergono delle differenze tangibili. Durante un assaggio condotto dal Gambero Rosso, si è notato che la Nutella vegana presenta una tonalità di marrone leggermente più scura, probabilmente dovuta all’assenza di latte scremato in polvere, un ingrediente chiave nella versione originale.
L’esperienza olfattiva di entrambi i barattoli è sorprendentemente simile. Tuttavia, il palato registra una chiara prevalenza di nocciola nella versione vegana. La consistenza risulta pressoché identica, ma alcuni degustatori hanno riportato una delicata sabbiosità nel finale del gusto della Nutella a base vegetale. Queste sottili differenze suggeriscono che, sebbene entrambi i prodotti siano simili, ci sono elementi distintivi che potrebbero sfuggire ai consumatori meno attenti.
Dal momento del lancio, l’argomento degli ingredienti ha suscitato notevole discussione. Tra le differenze più evidenti, il latte scremato in polvere presente nell’originale è stato sostituito da ceci e sciroppo di riso in polvere nella versione vegana.
Troviamo che i valori nutrizionali dei due prodotti siano molto simili. Per 100 grammi, la Nutella vegana conta 534 chilocalorie, 31,8 grammi di grassi, 6,8 grammi di proteine e 45,4 grammi di zucchero. Per la Nutella classica, i valori sono leggermente superiori: 539 chilocalorie, 30,9 grammi di grassi, 6,3 grammi di proteine e 56,3 grammi di zucchero. Questo confronto opportuno indica che, a livello nutrizionale, le due versioni non differiscono in modo sostanziale, rendendo la scelta più una questione di preferenze personali.
Nonostante il packaging simile, esistono differenze significative anche nel prezzo e nella quantità. La Nutella vegana viene venduta in barattoli da 350 grammi al prezzo di 4,49 euro, risultando così più costosa di un euro rispetto alla versione tradizionale, che è venduta in confezione da 400 grammi.
Il prezzo per chilogrammo della Nutella vegana si attesta a 12,82 euro, mentre la Nutella classica è più economica, con un costo di 9,21 euro al chilo. Le ragioni di questo aumento di prezzo non sono chiare, specialmente se si considera che il costo degli ingredienti, in particolare del latte scremato in polvere, è stato sostituito dal più costoso sciroppo di riso. Rimane da vedere se i consumatori considereranno giustificato questo costo aggiuntivo per una crema spalmabile vegana.
L’assaggio della Nutella vegana ha coinvolto esperti del settore, come Indra Galbo, capo panel della guida Oli d’Italia, e Mara Nocilla, giornalista e degustatrice di oli e cioccolato. Le loro valutazioni contribuiranno alla comprensione del prodotto e alle future tendenze di mercato. Il mercato alimentare sembra pronto ad accogliere questa nuova proposta, riflettendo una crescente domanda di opzioni più sostenibili e attente agli ingredienti.
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