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Olio di frittura esausto: come la start up IsusChem trasforma un rifiuto in opportunità

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Silvana Magistri

Gli scarti alimentari, in particolare l’olio di frittura, rappresentano una sfida importante per la gestione sostenibile dei rifiuti. Il concetto delle quattro “R” – riduzione, riutilizzo, riciclo e recupero – è cruciale per affrontare questa problematica. IsusChem, un’innovativa start up italiana, sta dimostrando come sia possibile trasformare l’olio vegetale esausto in bio-ingredienti sostenibili, contribuendo a un ciclo produttivo più responsabile e rispettoso dell’ambiente.

Il problema dell’olio esausto

L’importanza della corretta gestione

L’olio di frittura è un esempio chiaro di rifiuto alimentare che spesso viene smaltito in modo improprio. Molti consumatori, ignari delle conseguenze ambientali, versano gli avanzi nel lavello o nei sistemi fognari, causando un grave inquinamento. Gli oli vegetali esausti, infatti, contengono sostanze che, a seguito della cottura, risultano dannose per l’ambiente. L’ossidazione e l’assorbimento di componenti inquinanti ne compromettono le caratteristiche, rendendoli inadeguati per un ulteriore uso alimentare.

Un litro di olio esausto è in grado di inquinare fino a un milione di litri d’acqua, ostruendo il passaggio di luce e ossigeno nei corpi idrici e causando danni irreparabili alla flora e fauna acquatica. Sul piano economico, lo smaltimento non corretto di questi rifiuti aumenta significativamente i costi di gestione delle acque reflue, creando un onere per le comunità.

In Italia, si stima che oltre 280 mila tonnellate di olio vegetale esausto siano generati annualmente, provenienti in larga parte da ristorazione, commercio e consumi domestici. La gestione di tale volume di rifiuti è diventata una questione di rilevanza tanto ambientale quanto economica, necessitando di soluzioni innovative.

IsusChem: un’innovativa soluzione da Napoli

La vision di una chimica sostenibile

Nel 2018, IsusChem, acronimo di Italian Sustainable Chemistry, è stata fondata come spin-off dell’Università Federico II di Napoli. Questa start up si pone l’obiettivo di recuperare l’olio vegetale esausto e trasformarlo in bio-ingredienti sostenibili. Grazie a un team di ricercatori e imprenditori, IsusChem sta promuovendo la green chemistry, un settore che mira a rendere i processi chimici eco-compatibili e sicuri per l’ambiente.

L’intuizione alla base della start up è emersa osservando il processo di frittura, in cui vengono generate sostanze come l’acido pelargonico, finora considerate inutilizzabili. Tuttavia, i ricercatori hanno scoperto che questo composto potrebbe essere utilizzato nella produzione di inchiostri per la stampa offset, un processo tradizionale che, paradossalmente, consuma relativamente elevate risorse. L’idea di trasformare un rifiuto in una nuova materia prima rappresenta un significativo passo avanti verso la sostenibilità.

In questo contesto, IsusChem sviluppa due tecnologie brevettate che permettono di riutilizzare gli oli vegetali di scarto, contribuendo a una chimica più responsabile e rispettosa dell’ambiente.

Bio-ingredienti per il futuro

Applicazioni innovative e sostenibili

Presso la sede di IsusChem a Caserta, il team sta lavorando per creare bio-ingredienti utilizzabili in vari settori, dalla stampa all’industria cosmetica. I principali prodotti realizzati includono solventi e diluenti per la produzione di inchiostri da stampa, bio-lubrificanti e additivi cosmetici. Queste innovazioni non solo riducono la richiesta di materie prime fossili, ma offrono anche soluzioni a ridotto impatto ambientale.

In particolare, l’utilizzo di bio-solventi consente di ridurre la temperatura di lavorazione a 70°C, con un notevole abbattimento dei tempi, portando a un risparmio energetico e a una significativa diminuzione delle emissioni di CO₂. I processi produttivi di IsusChem non generano sottoprodotti tossici e mantengono un focus sulla sostenibilità, preservando al contempo risorse vitali per le generazioni future.

IsusChem rappresenta un esempio di come le innovazioni nella chimica possano contribuire attivamente alla sostenibilità, dimostrando che ciò che viene considerato rifiuto ha la potenzialità di diventare una risorsa preziosa e di promuovere un ciclo economico più responsabile e a lungo termine.

Silvana Magistri

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