Il settore vinicolo italiano si trova a un bivio critico, con necessità evidenti di adattamento alle nuove dinamiche di mercato. Lamberto Frescobaldi, presidente dell’Unione Italiana Vini , esprime preoccupazioni fondanti riguardo al futuro di un’industria che affronta sfide di consumo e sovrapproduzione. Mentre la vendemmia del 2023 si avvicina e le previsioni indicano un aumento dei volumi, i produttori si trovano di fronte alla pressante necessità di rivedere le proprie strategie di vendita e produzione.
Con un’attesa per la vendemmia di circa 45 milioni di ettolitri dopo un raccolto storicamente scarso di 38 milioni di ettolitri nel 2023, il mercato italiano del vino è soggetto a una pressione inedita. A giugno scorso, le giacenze di vino ammontavano a 46 milioni di ettolitri, una quantità significativa che rappresenta una vendemmia intera. La sovrapproduzione colloca attualmente il sistema vitivinicolo italiano in una posizione delicata, compromettendo le vendite e la stabilità del mercato.
A questi dati si aggiungono le difficoltà di un mercato in declino, con cali dei consumi e una lenta ma evidente metamorfosi nelle abitudini di acquisto. Le vendite di vini rossi stanno diminuendo, mentre i bianchi e gli spumanti mostrano una tenuta migliore. Frescobaldi sottolinea l’importanza di analizzare i trend, guardando anche agli sviluppi in Francia, dove per esempio i vigneti di Bordeaux stanno subendo un’espianto significativo e i valori fondiari stanno subendo un drammatico abbassamento. Questo contesto invita i produttori italiani a considerare azioni proattive per evitare un’ulteriore caduta.
Il presidente di Uiv non ha risparmiato critiche ai Consorzi di tutela, evidenziando la scarsa propensione al contenimento delle rese produttive. Secondo Frescobaldi, è incomprensibile che i viticoltori non abbiano adottato questa strategia per stabilizzare il mercato, rinunciando a politiche che possano garantire aiuti concreti per la rottamazione dei vigneti. Ribadisce quindi la contrarietà dell’associazione all’utilizzo di fondi destinati alla promozione per misure drastiche come l’estirpazione, sottolineando come queste pratiche possano minacciare la competitività del settore.
La posizione di Frescobaldi è chiara: non è accettabile che la distruzione di vigne venga finanziata attraverso risorse destinate a incentivare la competitività delle imprese. La questione si presenta, dunque, non solo come una necessità di intervento urgente, ma come un dilemma strategico che coinvolge l’intero comparto vitivinicolo italiano.
Affrontare le sfide che minacciano il settore viene visto da Frescobaldi come un’opportunità per riscoprire le vocazioni dei diversi territori vitivinicoli italiani. Un invito chiaro ed efficace: i produttori italiani dovrebbero concentrare le proprie energie su ciò che li distingue. Che si tratti dei bianchi freschi del FRIULI, dei rossi strutturati della TOSCANA e del PIEMONTE, o dei passiti dolci di SICILIA, c’è una ricchezza di diversità da valorizzare.
Un rilancio della distintività dei territori potrebbe rivelarsi fondamentale per migliorare la competitività dei vini italiani sui mercati nazionali e internazionali. Le peculiarità delle singole regioni, unita a un’attenta strategia di marketing e comunicazione, potrebbero portare a una riscoperta e valorizzazione di eccellenze enologiche, contribuendo in ultima analisi a un rafforzamento della presenza del vino italiano nel panorama globale.
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