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Onda di calore in Italia meridionale: l’agricoltura a rischio e le perdite miliardarie

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Marco Gerini

Le temperature elevate e la crisi idrica colpiscono senza pietà il Meridione d’Italia, creando una situazione delicata nel settore agricolo. Questo articolo analizza l’impatto dell’ondata di calore senza precedenti, evidenziando le perdite economiche e le difficoltà che affliggono le aziende agricole del Sud. Con riserve d’acqua in calo e frustrazioni crescenti, è il momento di considerare le misure necessarie per salvaguardare l’agricoltura meridionale.

I danni del gran caldo in Meridione

La situazione attuale

La settimana corrente ha visto l’Italia meridionale sotto l’assalto di un gran caldo persistente, con temperature che sfiorano i 40 gradi. Le conseguenze di questo andamento climatico si riflettono gravemente nel settore agricolo, in particolare nelle aree della SICILIA, SARDEGNA, PUGLIA, BASILICATA e CALABRIA. In un sondaggio pre-vendemmiale del Tre Bicchieri, condotto a metà luglio, sono emerse chiare preoccupazioni riguardo alla carenza idrica, il principale fattore critico di questa annata vitivinicola. Sebbene il 2024 non presenti i rischi di fitopatie del 2023, la mancanza d’acqua sta già causando significativi danni alle aziende di agricoltura primaria.

Questo stato di emergenza si posta su un background di inverni secchi e una risposta istituzionale lenta al problema. Le associazioni di categoria sono ora al lavoro per guidare gli agricoltori attraverso questa crisi, cercando di scongiurare un crollo dell’agricoltura non solo nel comparto vitivinicolo, ma in tutti i settori agrari, prevenendo un’immediata impennata dei prezzi al consumo nella stagione autunnale.

L’allerta di Legacoop: un extra da 4 miliardi di euro

Negli ultimi tre mesi, la Legacoop ha lanciato un allerta shock, con gravi perdite stimate in 4 miliardi di euro, unitamente a quasi 33.000 posti di lavoro persi nel settore agricolo meridionale solo nel primo trimestre del 2024. I presidenti di Legacoop, in diverse regioni meridionali, stanno chiamando a gran voce il Governo Italiano a implementare urgentemente misure di supporto. Secondo loro, è fondamentale istituire una cabina di regia nazionale permanente per affrontare la crisi idrica in modo approfondito e strutturato.

Sicilia: l’emergenza più marcata

Misure adottate e insufficienza dei fondi

Il 6 maggio scorso, il Consiglio dei Ministri ha riconosciuto lo stato di emergenza per la SICILIA, destinando 20 milioni di euro a fronteggiare la crisi. Tuttavia, i 92 milioni di euro annunciati dal Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, risultano insufficienti a far fronte all’urgente necessità degli agricoltori. Confagricoltura sottolinea che oltre 950 milioni di euro sono già disponibili per avviare cantieri idrici e altre opere, ma questi fondi potrebbero non bastare a stabilire una soluzione duratura.

Problemi degli invasi idrici

La situazione nella regione è ulteriormente complicata dal recupero del bacino della diga di Lentini, che non è stato utilizzabile per mancanza di un impianto di pompaggio. Da parte loro, i produttori riscontrano già perdite ingenti. Ad esempio, Tommaso Giglio, imprenditore vitivinicolo, riporta un deterioramento del proprio raccolto del 70%, evidenziando come la risorsa idrica sia fondamentale: “Se non ci garantiscono l’acqua, siamo pronti a trasformare i terreni in aree dedicate a fotovoltaico ed eolico”.

Tensioni future: eolico e coltivazioni

Pressioni sulla gestione dell’acqua

Ultimamente, ci sono state delle voci sugli effetti collaterali che l’energia eolica e fotovoltaica potrebbero avere sull’agricoltura. Leonardo Taschetta, presidente della cooperativa Colomba Bianca, esprime preoccupazione per una potenziale pianificazione da parte delle autorità per indebolire il settore primario per favorire il passaggio a energie rinnovabili. Taschetta avverte che ciò che si può osservare è allarmante, considerando anche le scarse risorse idriche attuali.

Futuro incerto dei vigneti

Secondo Taschetta, l’estirpazione dei vigneti sta diventando un’opzione per alcuni produttori, a causa dell’inefficienza nella gestione delle risorse idriche. Con rese che oscillano tra i 30 e i 40 quintali per ettaro, il rischio è di dimezzare la vendemmia, compromettendo ulteriormente la situazione già critica alimentata dal mercato globale. Sono necessarie azioni immediate per sostenere i produttori, altrimenti si chiudono opportunità e si aprono scenari in cui è necessaria un’immediata attuazione di politiche di supporto.

La crisi idrica in Puglia e Basilicata

Riserve d’acqua sempre più scarse

In PUGLIA, la mancanza d’acqua ha già iniziato a farsi sentire: si stima che la produzione di olive sia scesa sotto il 50% e quelle ortofrutticole siano calate del 40%. La situazione è così seria che i produttori sono stati costretti a ridurre le assunzioni di forza lavoro stagionale. Dal 2 agosto, la fornitura irriguo per le aree di Loconia e Minervino dipenderà da una diga, con preoccupazioni diffuse sulla capacità di soddisfare i fabbisogni agricoli.

Razioni e sabotaggi

Il presidente della Coldiretti Puglia ha definito questa condizione una “guerra dell’acqua”. Recentemente, atti di sabotaggio contro le cabine di erogazione hanno esasperato la crisi. La Coldiretti chiede cambiamenti radicali nella gestione delle risorse idriche e la manutenzione straordinaria degli impianti per mitigare l’emergenza.

Un futuro incerto per il Mezzogiorno

Le infrastrutture in stato critico

Legacoop sottolinea come le infrastrutture idriche nel Mezzogiorno siano trascurate. La maggior parte delle dighe siciliane è collaudata, e la capacità di invaso è in costante diminuzione. Se non si attuano misure urgenti, il rischio è di vedere un abbandono progressivo delle produzioni agricole in queste aree, una situazione che richiede interventi tempestivi e concertati a livello nazionale.

Emergenza annunciata in Sardegna

In SARDEGNA, il governo regionale ha recentemente dichiarato lo stato d’emergenza in diverse aree, ponendo l’accento sull’urgenza di misure per mitigare la crisi. La giunta ha già stanziato 5 milioni di euro per intraprendere interventi urgenti. Le richieste di utilizzare acqua reflua depurata per scopi irrigui sono aumentate, come anche la promozione di tecnologie avanzate per un’agricoltura più sostenibile.

Il caldo e la crisi idrica mettono a dura prova l’agricoltura nel Mezzogiorno, invitando tutti gli attori a riflettere sulla necessità di un cambiamento nella gestione delle risorse idriche e un maggiore sostegno al settore primario.

Marco Gerini

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