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Overtourism e carenza di riso: il Giappone affronta un’inedita crisi alimentare

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Stefania Romana

Un fenomeno globale come l’overtourism ha portato a conseguenze inaspettate anche in Giappone, dove si registra una preoccupante carenza di riso. Questo articolo esplora le interconnessioni tra il flusso turistico, i cambiamenti climatici e la produzione di riso nel Paese del Sol Levante, analizzando le dinamiche che hanno portato a questa emergenza alimentare.

Il calo della produzione di riso in Giappone

Fattori climatici e impatti agronomici

La produzione di riso in Giappone ha subito un calo significativo, registrando una diminuzione di circa il 20% rispetto all’anno precedente. Secondo il ministero dell’Agricoltura giapponese, le principali cause di questa crisi sono attribuibili alle temperature eccezionalmente elevate dell’estate scorsa e alla scarsità d’acqua. Questi fattori climatici hanno avuto un effetto devastante sul raccolto, minacciando le scorte già limitate del cereale.

Le temperature, seppur già elevate per gli standard giapponesi, sembrano destinate a rimanere sopra la media. Se continuiamo a osservare queste fluttuazioni climatiche, le riserve di riso potrebbero ulteriormente ridursi, portando a un incremento sostanziale dei prezzi al consumo. Questo scenario potrebbe creare un circolo vizioso, dove il prezzo crescente del riso ostacola ulteriormente l’accessibilità per i consumatori locali.

La domanda interna di riso

Nonostante il calo della produzione, il Giappone ha visto un aumento inatteso della domanda interna di riso, giunta a 7,02 milioni di tonnellate nel periodo che si estende fino a giugno. Questa cifra rappresenta un incremento di 110mila tonnellate rispetto all’anno precedente e segna il primo aumento dopo un decennio di flessione. Questo paradosso porta a interrogarsi sulle cause di un tale incremento, che, secondo il ministero, può in parte essere attribuito all’aumento dei turisti, desiderosi di assaporare piatti tradizionali come sushi e nigiri.

Le abitudini alimentari dei visitatori possono influenzare significativamente il mercato alimentare locale. Se si considera che i turisti consumano riso in media due volte al giorno, l’impatto sulla domanda complessiva si traduce in un aumento potenziale di 51mila tonnellate di riso nel corso dell’anno. Queste dinamiche evidenziano l’importanza del turismo per l’economia e la cultura giapponese, ma introducono anche una nuova dimensione nella salvaguardia delle risorse alimentari del Paese.

L’impatto dell’overtourism sulla produzione alimentare

Dati sul turismo e consumo alimentare

Dal giugno 2023 ad oggi, il Giappone ha visto un raddoppio del numero di turisti provenienti dall’estero, arrivando a contare 17,78 milioni di visitatori nella prima metà del 2024. Questo dato supera addirittura i livelli pre-pandemia, con un flusso massiccio di stranieri attratti dalle meraviglie naturali come i ciliegi in fiore e il monte Fuji. Un fattore determinante di questo aumento è il deprezzamento dello yen, che ha reso il Giappone più accessibile ai turisti. Tuttavia, questa affluenza indiscriminata non è priva di conseguenze.

Il ministero dell’Agricoltura ha indicato che la domanda da parte dei turisti deve essere considerata nei calcoli relativi alle scorte alimentari nazionali. Le stime indicano che la richiesta di riso da parte dei visitatori ha superato di gran lunga il quantitativo dell’anno precedente. Questo rappresenta un ulteriore fattore che va ad ampliare le preoccupazioni riguardo la sostenibilità delle coltivazioni di riso, aumentando la pressione sui produttori che già affrontano sfide legate al clima.

La risposta del governo giapponese

In questo contesto di crescente preoccupazione, il governo giapponese, attraverso il portavoce del ministero Hiroshi Itakura, ha cercato di rassicurare i cittadini, affermando che non vi è attualmente una situazione di emergenza alimentare. Le affermazioni si basano sull’idea che, sebbene il mercato del riso stia affrontando un aumento dei prezzi, vi sono ancora scorte sufficienti per far fronte alla domanda, almeno fino al nuovo raccolto.

I media giapponesi, tuttavia, hanno riportato una situazione diversa. I prezzi di mercato del riso hanno raggiunto i livelli più alti degli ultimi 30 anni, e diversi supermercati hanno cominciato a limitare gli acquisti e ad alzare i prezzi, in attesa del nuovo raccolto. Questo dichiara una disparità tra le informazioni provenienti dalle autorità e le percezioni comuni tra la popolazione, suscitando apprensione e domande sul futuro della produzione di riso in Giappone.

La questione climatica e il futuro dell’agricoltura giapponese

La relazione tra cambiamento climatico e sicurezza alimentare

La questione del cambiamento climatico è diventata sempre più centrale nelle discussioni riguardanti la sicurezza alimentare giapponese. Gli esperti avvertono che, sebbene il Paese non stia attraversando una carenza di riso imminente, gli effetti del riscaldamento globale minacciano di compromettere la qualità delle coltivazioni. Le estati giapponesi, tradizionalmente calde, stanno registrando picchi termici allarmanti, con il quinquennio dal 2019 al 2023 classificato come uno dei più caldi della storia.

In risposta a queste sfide, gli agricoltori stanno adottando varietà di riso resistenti al calore, considerate essenziali per garantire la continuazione della produzione. Tuttavia, affinché queste misure siano efficaci, è fondamentale un consenso pubblico, in un Paese dove il riso costituisce un elemento chiave della cultura alimentare.

Politiche agricole per un futuro sostenibile

Studi e ricerche sono attualmente in corso per valutare le implicazioni a lungo termine del cambiamento climatico sulle coltivazioni di riso in Giappone. Questi sforzi mirano a sviluppare strategie di adattamento e politiche agricole che possano garantire la sicurezza alimentare nel futuro prossimo. È inevitabile che il crescente turismo faccia parte di queste considerazioni, dato il suo impatto sulla domanda di riso e sul mercato alimentare locale.

Le sfide rappresentate dall’overtourism e dal cambiamento climatico necessitano di un approccio integrato e innovativo, in grado di bilanciare le esigenze della produzione alimentare e quelle legate all’industria del turismo. La strada da percorrere è piena di incertezze, ma è chiaro che la collaborazione tra governi, agricoltori e comunità è essenziale per affrontare la crisi alimentare in Giappone.

Stefania Romana

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