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Piemonte in azione contro la Blue tongue: strategie e vaccini per proteggere il settore ovino e caprino

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Marco Gerini

Il recente vertice della Regione Piemonte ha affrontato in modo serrato la crescente emergenza della Blue tongue, una malattia virale che ha già iniziato a intaccare l’industria zootecnica locale. La Blue tongue, nota anche come febbre catarrale degli ovini, è trasmessa da zanzare del genere Culicoides e rappresenta una seria minaccia per ovini e caprini, con circa 105.000 ovini e 56.000 caprini che risiedono in 5.300 allevamenti distribuiti su tutto il territorio piemontese. L’incontro ha visto la partecipazione di esperti e autorità locali, unendo le forze per affrontare questa epidemia.

L’emergenza Blue tongue in Piemonte

Origine e diffusione del virus

La Blue tongue ha fatto il suo ingresso in Piemonte circa sei mesi fa, giungendo dalla Francia e portando con sé nuovi ceppi virali che potrebbero rappresentare un ulteriore rischio per gli animali allevati in Regione. La malattia, pur non causando mortalità nei bovini, presenta effetti devastanti sugli ovini e sui caprini, comportando perdite economiche significative per gli allevatori. L’importanza di un intervento tempestivo è dunque cruciale per salvaguardare la salute animale e l’economia locale.

Rischi per il settore ovino e caprino

Con 5.300 allevamenti e una popolazione di oltre 161.000 capi, il settore ovino-caprino piemontese è vitale per l’economia agricola locale. La Blue tongue, nonostante i suoi sintomi variabili, può portare a sofferenza animale e pertanto influenza direttamente la produttività zootecnica. La malattia, caratterizzata da febbre e infiammazione della lingua, può infatti compromettere la registrazione e la vendita di animali, minando così la stabilità di un settore già in difficoltà.

Misure immediate e strategie vaccinali

Le decisioni del tavolo regionale

Durante il vertice, è stato concordato di affrontare la diffusione della Blue tongue attraverso misure urgenti, con l’obiettivo di contenere la malattia nella sua diffusione attuale e di sviluppare una strategia vaccinale a lungo termine. Le autorità hanno preso atto dell’urgenza di provvedimenti che possano limitare l’impatto della malattia sugli allevamenti, garantendo così protezione per gli animali e i produttori.

Collaborazione con la Sardegna e il ministero

L’assessore regionale al Commercio, agricoltura e cibo, Paolo Bongioanni, ha evidenziato l’importanza della collaborazione con la Regione Sardegna, la quale detiene il maggiore numero di capi ovi-caprini in Italia e ha già attuato misure efficaci di vaccinazione. Bongioanni ha dichiarato che chiederà un congruo numero di dosi di vaccino al suo omologo sardo e richiederà anche il supporto del ministero dell’Agricoltura. La proposta di introdurre l’obbligo di immunizzazione per il ceppo 3 della Blue tongue è una delle priorità evidenziate durante l’incontro.

Analisi e sperimentazione di nuovi vaccini

Il ruolo dell’Istituto Zooprofilattico

L’Istituto Zooprofilattico piemontese è attivamente coinvolto nell’analisi dei nuovi ceppi virali, con l’obiettivo di sviluppare un vaccino efficace per affrontare non solo la situazione attuale, ma anche le future minacce. Con l’evoluzione dei ceppi virali, risulta essenziale un soggetto di controllo che possa garantire una risposta efficace e tempestiva per la protezione degli allevamenti.

Il supporto alla vaccinazione

Da parte sua, l’assessore alla Sanità, Federico Riboldi, ha confermato la disponibilità a offrire un contributo per la campagna vaccinale contro la Blue tongue. Tuttavia, la questione giuridica riguardo l’uso dei vaccini è attualmente in fase di valutazione, considerando che solo una Regione a statuto speciale ha intrapreso questa strada. La necessità di una strategia ben definita diventa imperativa per gestire rischi futuri e garantire la sicurezza degli allevamenti piemontesi.

La Regione Piemonte sta quindi agendo con urgenza e determinazione di fronte a questa emergenza sanitaria, puntando su collaborazioni interregionali e strategie vaccinali per preservare un settore fondamentale per la sua economia agricola.

Marco Gerini

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