Le previsioni per la vendemmia 2024 in Francia delineano uno scenario preoccupante, con una produzione che potrebbe calare significativamente. Secondo il Ministero dell’agricoltura francese, l’anno prossimo si potrebbe registrare una produzione di vino di poco superiore ai 40 milioni di ettolitri, un dato che segna uno dei raccolti più miseri degli ultimi cento anni. Questo articolo analizza i fattori che contribuiscono a questa situazione e la possibilità che l’Italia possa riconquistare la leadership nel panorama vitivinicolo europeo.
Secondo le prime valutazioni dell’agenzia Agreste, il volume della vendemmia francese del 2024 potrebbe subire una flessione del 16% rispetto al 2023. Questa riduzione porterebbe la produzione annuale a situarsi tra i 40 e i 43 milioni di ettolitri. Tale calo appare particolarmente significativo se si considera che negli ultimi dieci anni solo in due occasioni la produzione è stata inferiore ai 40 milioni di ettolitri, nel 2017 e nel 2021. Le condizioni meteorologiche sfavorevoli, tra cui piogge abbondanti e umidità, hanno influito negativamente sui vigneti, creando un ambiente favorevole per la diffusione di malattie fungine come la peronospora.
Le cattive condizioni climatiche di inizio estate hanno messo a dura prova i vigneti in diverse regioni vitivinicole francesi. Le piogge abbondanti e l’umidità hanno consentito la proliferazione di muffe, che hanno colpito in particolare le viti in fioritura. La situazione è aggravata da eventi di gelo e grandine che hanno portato a perdite locali significative, ostacolando ulteriormente il processo di raccolta e rendendo incerto il futuro della vendemmia.
Con l’eventuale calo della produzione francese, l’Italia potrebbe trovarsi in una posizione vantaggiosa per riconquistare il primato produttivo. Le ultime analisi indicano un incremento della produzione in Spagna, che si dirige verso un aumento del 20%, raggiungendo quasi 40 milioni di ettolitri. Tuttavia, se la Spagna non riuscirà a superare la Francia, l’Italia avrà la possibilità di recuperare terreno, soprattutto considerando le sfide che il mercato francese sta affrontando.
Nel 2023, la vendemmia italiana ha subito un duro colpo a causa della peronospora, con una produzione finale di soli 38,3 milioni di ettolitri. Nel frattempo, la Francia ha superato le aspettative, raggiungendo i 47,9 milioni di ettolitri. In tale contesto, il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi, ha evidenziato l’importanza della qualità sui volumi di produzione, sottolineando come gli eccessi non siano sempre vantaggiosi, specialmente in una fase di contrazione dei consumi.
Recenti rapporti evidenziano che la vendemmia francese è particolarmente colpita dalla diffusione della peronospora. Bordeaux, uno dei principali centri vitivinicoli, prevede di subire un significativo calo della produzione a causa di una varietà di muffa altamente virulenta. Inoltre, il piano di estirpazione di circa 8mila ettari di vigneti, intrapreso per rispondere a tempi di vendite difficili, difficilmente favorirà il recupero.
Altre regioni, come la Loira e l’Alsazia, stanno anch’esse affrontando gravi perdite. La muffa ha compromesso le bacche durante la fase di fioritura, portando a un’ulteriore contrazione della produzione. Anche la Champagne e la Provenza hanno subito danni a causa delle gelate primaverili. In contrapposizione, l’area del Linguadoca-Rossiglione ha mostrato segni di resilienza grazie a condizioni di fioritura ottimali, sebbene le problematiche legate allo stress idrico stiano affliggendo parte della regione.
Un panorama complesso e in evoluzione quello delle vendemmie europee, che richiede attenzione e strategie mirate per affrontare le sfide attuali e future.
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