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Raccolta pomodoro Made in Italy: sfide e prospettive in un’annata difficile per il settore

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Lino Bartolo

Nell’estate insolita del 2023, la raccolta del pomodoro Made in Italy è iniziata in un contesto complicato, caratterizzato da condizioni climatiche avverse. La Coldiretti ha fornito un primo resoconto sulle difficoltà affrontate nelle campagne italiane, evidenziando problematiche significative sia al Sud che al Nord. Questo articolo esplorerà lo stato della raccolta, le sfide produttive e le specificità regionali, nonché l’impatto economico che il pomodoro ha nel Paese.

La situazione generale della raccolta

Difficoltà climatiche e impatti regionali

La raccolta del pomodoro sta avvenendo in una delle campagne più difficili degli ultimi anni, influenzata da una siccità senza precedenti e da temperature record nel Sud Italia. Le coltivazioni stanno subendo gravi danni, con piante e frutti esposti al rischio di scottature a causa del caldo intenso. Inoltre, al Nord, il maltempo ha causato grandinate e alluvioni che hanno compromesso gran parte dei raccolti. La Coldiretti ha avviato delle operazioni di monitoraggio, partendo dalla regione Foggiana, nota per la sua alta concentrazione di produttori di pomodoro. Questo territorio rappresenta circa un quinto della produzione nazionale, un volume che incide significativamente sulla filiera agroalimentare italiana.

Nel 2023, il fatturato complessivo del pomodoro si prevede sia di circa 5 miliardi di euro, sostenuto da 7.000 aziende agricole e 10.000 lavoratori. Tuttavia, nonostante questo potenziale, la campagna di quest’anno è caratterizzata da sfide che variano notevolmente da una regione all’altra, creando un panorama complesso per i produttori.

Confronto tra le regioni

Puglia vs Emilia Romagna: un’analisi comparativa

Le differenze tra le regioni sono evidenti analizzando i primi report sulla raccolta. In Puglia, le superfici dedicate al pomodoro sono aumentate di oltre il 5%, ma questo incremento non si traduce necessariamente in un aumento della produzione. Infatti, il calo previsto è una preoccupazione costante, in particolare se le condizioni di irrigazione non saranno costanti e adeguate. La Coldiretti avverte che la situazione potrebbe ulteriormente deteriorarsi se non si ottimizzano le risorse idriche.

Al contrario, l’Emilia Romagna sta affrontando problematiche gravi legate al maltempo. Le alluvioni e le grandinate hanno ritardato i trapianti, rendendo difficile il lavoro nei campi e causando danni notevoli alle piantine. A ciò si aggiunge la presenza continua del ragnetto rosso, un acaro che crea seri problemi alle coltivazioni nel Piacentino. Questa combinazione di fattori porta a un’attesa di cali produttivi tra il 15% e il 20% rispetto alle medie storiche.

Andamenti produttivi e impatti economici

Prospettive positive e difficoltà economiche

Nonostante le problematiche, ci sono anche buone notizie. In Campania, per esempio, il Pomodoro San Marzano Dop prevede un incremento della produzione di circa il 10%. Questo rappresenta una rara nota positiva in un contesto generale difficile e contribuisce a supportare l’immagine del pomodoro italiano in tutto il mondo. Tuttavia, l’industria deve affrontare l’incertezza sia riguardo ai contratti di fornitura sia per l’aumento dei costi di produzione, che sono lievitati in misura significativa.

Secondo un’analisi della Coldiretti pugliese, nel 2024, il costo medio per produrre un ettaro di pomodoro lungo sarà di 3.000 euro superiori rispetto ai valori pre-conflitto. Questo scenario economico richiede ai produttori di adattarsi rapidamente e trovare strategie per far fronte alle nuove sfide del mercato. L’incremento dei costi operativi potrebbe influire negativamente sulle margini di profitto, rendendo necessarie riflessioni su come gestire le risorse e il marketing in modo efficace.

Il focus sul pomodoro, un elemento chiave della dieta mediterranea, evidenzia l’importanza di strategie sostenibili per il futuro della produzione e della distribuzione in Italia. La filiera agroalimentare non può permettersi di trascurare l’impatto climatico e le sfide economiche, ma deve invece andare verso un approccio innovativo e resiliente.

Lino Bartolo

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