La crescente domanda di prodotti ittici sostenibili ha spinto il laboratorio di Ecologia Sperimentale Acquacoltura dell’Università di Roma Tor Vergata a sviluppare un metodo innovativo per la produzione di uova di ricci di mare. Questo metodo no-kill rappresenta una risposta a un problema globale legato all’eccessivo sfruttamento di queste creature marine, il cui prelievo intensivo ha messo a rischio le popolazioni. Con approcci più ecologici e sostenibili, il settore dell’acquacoltura potrebbe finalmente trovare un equilibrio tra domanda e conservazione.
Negli ultimi anni, i ricci di mare sono stati oggetto di pesanti prelievi per soddisfare il mercato della ristorazione e dei prodotti di lusso. Questa pratica non solo ha portato a un indebolimento delle popolazioni, ma ha anche sollevato preoccupazioni riguardo alla sostenibilità. Le autorità locali si sono rese conto della necessità di intervenire: nel maggio 2023, ad esempio, è stata imposta una moratoria triennale alla pesca in Puglia, seguita da simili restrizioni in Sardegna. Queste misure evidenziano l’urgenza di trovare soluzioni alternative.
La pesca intensiva non interessava solo i ricci, ma ha avuto effetti a catena sugli ecosistemi marini. I ricci di mare rivestono un ruolo cruciale nell’equilibrio delle comunità costiere, contribuendo al controllo delle alghe e favorendo la biodiversità. La loro diminuzione ha quindi comportato la proliferazione di alghe, che a sua volta riduce gli habitat per altre specie marine. La ricerca di metodi di produzione sostenibile non è solo una questione di scelte commerciali, ma una vera e propria necessità ecologica.
Il termine ‘raking’ è stato coniato per descrivere una tecnica innovativa sviluppata dal laboratorio di Ecologia Sperimentale Acquacoltura. Pubblicata su Nature Sustainability, la ricerca ha messo in evidenza come questo approccio possa potenzialmente modificare il panorama dell’acquacoltura. Grazie all’elevata fecondità dei ricci, gli scienziati sono stati in grado di concepire un sistema di produzione che si distacca dalle pratiche tradizionali e più impattanti.
Il metodo raking consiste nella stimolazione delle femmine di riccio di mare per indurle a produrre uova. Attraverso un protocollo di stimolazione specifico, è possibile ottenere un “numero prodigioso di uova”, che vengono poi raccolte e lavorate per creare un prodotto simile al caviale. La vantaggiosa capacità di stimolare l’ovulazione ogni 3-4 mesi consente agli allevatori di accorciare i cicli produttivi, passando dagli standard 3-4 anni a periodi significativamente inferiori.
L’adozione del metodo raking offre una serie di vantaggi sia per gli allevatori che per l’ecosistema. Innanzitutto, consente di ridurre drasticamente la necessità di abbattere i ricci per raccogliere le gonadi, un passo fondamentale verso una produzione più etica. Inoltre, permettendo cicli di raccolta più rapidi, gli allevatori possono rispondere più facilmente alle fluttuazioni della domanda, riducendo le pressioni sulla popolazione di ricci selvatici.
Con l’introduzione di metodi come il raking, il settore dell’acquacoltura potrebbe assistere a una svolta fondamentale. Le tecniche no-kill non solo rappresentano una soluzione praticabile per la conservazione delle specie, ma anche un’opportunità per gli imprenditori di differenziare i propri prodotti. L’interesse per il cibo sostenibile è in aumento, e il mercato è pronto ad abbracciare nuove soluzioni che uniscono qualità e responsabilità ecologica.
Inoltre, il crescente interesse per il benessere animale e la sostenibilità ha spinto i governi a considerare normative più rigorose per l’acquacoltura e la pesca. Le pratiche innovative come il raking potrebbero quindi diventare un modello da seguire e incentivare all’interno di programmi di finanziamento e di sviluppo sostenibile. Questa convergenza di esigenze di mercato e regolamentazioni potrebbe trasformare radicalmente il modo in cui i prodotti ittici vengono ottenuti e commercializzati.
La ricerca di soluzioni innovative come il raking, quindi, segna un passo cruciale verso un futuro più sostenibile per l’acquacoltura e la conservazione dei ricci di mare.
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