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Scoprendo l’eccellenza dell’olio d’oliva in Campania: storia e produzione del 2024

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Silvana Magistri

La Campania è conosciuta per la sua ricca tradizione di produzione olearia, con una varietà di olive autoctone che sviluppano profili aromatici unici. Grazie all’impegno di olivicoltori innovativi e frantoiani esperti, la qualità dell’olio extravergine di oliva campano sta vivendo un’importante rinascita. Questo fenomeno si sta traducendo non solo in un crescente apprezzamento del prodotto, ma anche in un notevole aumento delle vendite a livello locale e internazionale.

La storia dell’olio in Campania

La tradizione olivicola della Campania si intreccia con la storia antica della regione. Le testimonianze più risalenti della coltivazione dell’olivo affondano le radici nel IV secolo a.C., grazie all’introduzione degli oliveti da parte dei Focesi. L’olio di oliva ha da sempre avuto un ruolo centrale nella vita economica e sociale della Campania. La sua importanza è confermata anche da una scoperta archeologica significativa: una bottiglia di olio, risalente al 79 d.C., rinvenuta da Alberto Angela durante gli scavi a Pompei, che dimostra la rilevanza di questo prodotto già all’epoca romana.

Oggi, il panorama olivicolo campano è caratterizzato da una notevole diversità. Le piante secolari degli oliveti tradizionali, specialmente nel Cilento costiero, convivono con nuovi impianti dove gli olivi hanno solo qualche decennio di vita, come nell’Alto e Medio Sele. Questa varietà di paesaggi olivicoli permette una molteplicità di cultivar, contribuendo così a un’ampia gamma di sapori e aromi.

L’evoluzione della produzione di olio extravergine in Campania

Negli ultimi anni, la produzione di olio extravergine di oliva in Campania ha subito un notevole cambiamento. Uno degli aspetti più significativi è il crescente interesse da parte dei produttori verso la qualità, che si traduce in una maggiore cura nella fase di estrazione. Molti olivicoltori, infatti, hanno adottato pratiche moderne volte a garantire un prodotto finale di altissimo livello, rispettando le peculiarità delle varietà autoctone.

Questo percorso di rinnovamento è stato facilitato dall’iniziativa di aziende pionieristiche che hanno deciso di investire in tecniche di produzione innovative, puntando sull’eccellenza e sulla sostenibilità. Grazie a questi sforzi, numerosi oli extravergine di oliva campani sono stati premiati con le Tre Foglie, un prestigioso riconoscimento assegnato dalla guida Oli d’Italia. Questo premio rappresenta non solo un attestato di qualità, ma anche una spinta verso l’internazionalizzazione del prodotto, aumentando la visibilità della Campania come regione di riferimento nel settore olearia.

Le varietà autoctone e le caratteristiche del prodotto finale

Un elemento distintivo della produzione olearia campana sono le varietà di olive autoctone, che conferiscono al prodotto finale caratteristiche peculiari e profili organolettici unici. Tra le cultivar più rilevanti vi sono la Rocciola, l’Ogliarola del Cilento, e la Coratina, che si prestano a produzioni di alta qualità. Ciascuna varietà presenta distinti aromi, dal fruttato intenso al leggero sentore di mandorla, contribuendo così a una gamma ben articolata.

I frantoiani campani si sono impegnati non solo a preservare le tradizioni, ma anche ad innovare nei processi di estrazione, utilizzando tecnologie moderne che migliorano la qualità dell’olio e mantengono intatti gli aromi delle olive. I metodi di raccolta e lavorazione sono diventati sempre più raffinati, ed è in questo contesto che il rispetto della biodiversità e l’attenzione per un’agricoltura sostenibile giocano un ruolo cruciale. Questi principi sono sempre più integrati nelle pratiche agricole, favorendo uno sviluppo responsabile e promuovendo la tipicità dei prodotti campani.

Le eccellenze dell’olio di oliva in Campania continuano a farsi strada, conquistando i palati di località italiane e internazionali, e contribuiscono a rafforzare l’identità gastronomica della regione.

Silvana Magistri

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