La ristorazione italiana vive momenti di grande trasformazione grazie a giovani talenti che rinnovano tradizioni e tecniche di cucina. Tra questi, spicca Erika Gotta, una chef di 31 anni che, dopo varie esperienze difficili, ha trovato un nuovo inizio nel pittoresco ristorante La Bursch, situato tra le montagne di Biella, in un piccolo borgo. La sua storia di resilienza e passione per la cucina offre spunti di riflessione sull’evoluzione della ristorazione contemporanea.
Nata nel 1993 a Cherasco, in provincia di Cuneo, Erika Gotta ha intrapreso la sua carriera nel mondo della cucina frequentando un istituto alberghiero a Bra, dove ha affinato le sue capacità culinarie. Nonostante la forte spinta familiare verso carriere artistiche, come quella di pittrice, Erika ha scelto di seguire il richiamo della cucina, considerandola una forma d’arte a sé stante. “Ogni giorno, attraverso la gastronomia, cerco di creare opere che stimolino i sensi” afferma.
Tuttavia, il percorso della chef non è stato lineare. Dopo aver accumulato diverse esperienze in cucine di ristoranti e hotel, Erika si è ritrovata a fare i conti con situazioni professionali sfidanti che l’hanno portata a mettere in discussione le sue scelte. Le aspettative di successo e le difficoltà quotidiane in cucina l’hanno condotta a un punto di rottura, dove l’idea di abbandonare tutto sembrava l’unica via d’uscita.
Il destino di Erika si è però trasformato nel momento in cui ha incontrato Barbara Varese, un’imprenditrice luminosa e visionaria che ha riconosciuto il potenziale della giovane chef. Attraverso il supporto e la fiducia dimostrati, Barbara le ha offerto l’opportunità di lavorare presso La Bursch. Questa piccola oasi nel verde è diventata il luogo dove Erika ha riscoperto la sua passione per la cucina e ha dato vita a piatti che raccontano la sua storia e il suo legame con il territorio.
Dopo aver lasciato la Svizzera e le esperienze deludenti del passato, Erika ha finalmente trovato un ambiente dove può esprimere liberamente la sua creatività culinaria. La Bursch non è solo un ristorante, ma un progetto che promuove una filosofia di cucina basata sulla sostenibilità e sul rispetto della tradizione gastronomica piemontese.
Erika Gotta crede fermamente che una cucina di qualità debba essere strettamente legata alla stagionalità e alla freschezza degli ingredienti. La sua proposta gastronomica presso La Bursch riflette questa visione. L’orto che circonda il ristorante è una componente cruciale, fornendo erbe e verdure fresche direttamente dal campo alla tavola. “La natura è fonte di ispirazione continua per me. Lavorare con i prodotti di stagione non solo fa bene al palato, ma anche all’ambiente” spiega Erika.
Nei suoi piatti, Erika rivisita i classici della cucina piemontese, portando in tavola una combinazione di tradizione e innovazione. Ogni creazione è pensata per esaltare i gusti e i profumi degli ingredienti, risultando in un’offerta gastronomica che racconta l’autenticità del posto, riflettendo il patrimonio culturale e culinario del Piemonte.
Il ristorante di Erika è caratterizzato da un ambiente di lavoro inclusivo e collaborativo. Con un’équipe composta da quattro membri, di cui due ragazzi e due ragazze, Erika sottolinea l’importanza di ciascuno nel successo della struttura. “La nostra lavapiatti è un elemento essenziale, senza di lei non potremmo gestire il ristorante” spiega. Creando uno spirito di squadra coeso, Erika è in grado di mantenere un alto standard di lavoro, incoraggiando i suoi collaboratori a esprimere le proprie idee e passioni.
Oggi, il panorama della ristorazione è in continua evoluzione. Erika Gotta osserva che i nuovi insegnanti nel campo culinario portano con sé un atteggiamento più rispettoso e empatico rispetto agli alunni, rispetto a come avveniva in passato. “I giovani cuochi di oggi hanno la possibilità di apprendere in un ambiente che li supporta, piuttosto che in uno che li opprime” afferma. L’importanza di un’educazione positiva in ambito culinario gioca un ruolo cruciale nella formazione di chef pronti ad affrontare il mercato con competenza e creatività.
Erika Gotta incoraggia i giovani che si approcciano al mondo della ristorazione a interrogarsi sulle proprie motivazioni. “È fondamentale chiedersi se questo è davvero il lavoro dei vostri sogni e, una volta trovata la risposta, continuare a perseverare” consiglia. Grandi insegnamenti possono giungere anche dalle esperienze più difficili: “Ogni momento negativo è un’opportunità di crescita, da cui è possibile ricavare conoscenze preziose. Approccio la mia professione con mentalità aperta, cercando sempre un punto di vista più ampio”.
Tra le proposte del menù di Erika, uno dei piatti che suscita maggiore interesse è rappresentato dalle melanzane stracotte al barbecue. Sorprendenti nella loro semplicità, queste melanzane sono abbinate a pomodorini ciliegino e gelato di melanzana, creando un contrasto di sapori che lascia un’impronta indelebile.
Le melanzane e i pomodorini devono essere cotti a lungo al barbecue finché non raggiungono la giusta doratura. Dopo la cottura, è necessario sbucciare entrambe le verdure e tritarle finemente. Una volta amalgamati con olio, aceto e sale, il composto deve riposare in frigorifero per una notte, per intensificare il sapore affumicato.
Per il gelato di melanzana, si deve preparare una crema a base di latte, panna e zucchero, unendo poi le melanzane grigliate. Mentre per il gazpacho di peperone, basta frullare tutti gli ingredienti fino a ottenere un composto liscio.
Il piatto si compone posizionando il trito di melanzane e pomodoro come base, aggiungendo il gazpacho e concludendo con una quenelle di gelato di melanzana, decorando con carbone vegetale e olio umbro.
La ricetta di Erika Gotta è un’espressione della sua filosofia culinaria, che celebra la freschezza, la sostenibilità e la creatività in cucina, portando avanti con orgoglio la tradizione gastronomica piemontese.
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