Negli ultimi anni, abbiamo assistito a un interesse crescente per la cucina africana, che sta lentamente ma inesorabilmente entrando nei mercati e nei ristoranti europei e americani. Ingredienti tipici provenienti da diverse parti del continente, come il fufu, il fonio e il teff, iniziano a farsi strada sulle tavole occidentali, arricchendo i menu con i loro sapori unici e le loro proprietà nutritive. Questa trasformazione non si limita ai ristoranti etnici, ma coinvolge anche la ristorazione gourmet, portando a una rivalutazione dei prodotti africani. Scopriamo insieme dieci ingredienti africani che meritano di essere conosciuti più a fondo.
Il fufu è un alimento fondamentale nelle cucine di diversi paesi dell’Africa occidentale, come GHANA, NIGERIA e COSTA D’AVORIO, ma non solo. Questo piatto, che si presenta come una sorta di pasta morbida e gommoso, è preparato principalmente con cassava, sebbene possano essere utilizzati anche platano e cocoyam. La preparazione del fufu è un processo laborioso che richiede diversi passaggi. La cassava deve essere fermentata, bollita e lavorata fino a ottenere una consistenza liscia. Questo richiede l’assistenza di almeno due persone, che mescolano vigorosamente l’impasto con acqua.
Il fufu è tradizionalmente utilizzato per accompagnare piatti ricchi e saporiti, come stufati e zuppe. È comune servirlo in porzioni che possono essere afferrate con le mani, esibendo così il legame culturale con il cibo. Qualche esempio di abbinamenti tipici include la zuppa di noccioline ghanese chiamata nkatenkwan e il famoso stufato nigeriano di carote e zucca, l’egusi. Grazie al suo sapore neutro, il fufu si sposa bene anche con piatti della cucina italiana, trasformandosi in un’ottima alternativa alla polenta.
L’attiéké, o acheke, è ampiamente conosciuto in SENEGAL e COSTA D’AVORIO ed è a base di cassava. Questo cous cous fermentato è un apprezzato street food e possiede caratteristiche nutrizionali notevoli. La cassava è una radice ricca di amido resistente e, dopo un’accurata fermentazione, si trasforma in un alimento facile da digerire e ricco di nutrienti.
La preparazione dell’attiéké è un processo tradizionale che implica almeno due giorni di fermentazione. Una volta pronto, il cous cous viene tradizionalmente servito con salsa di cipollas, pomodoro fresco e pesce fritto o pollo alla griglia. Varianti più innovative possono includere utilizzi simili a quelli del tabbouleh, rendendo questo ingrediente estremamente versatile.
Il freekeh è un cereale di origine nordafricana, dal grano duro verde e spezzato, molto nutriente e ricco di fibre. La sua storia è antica e affonda le radici nel tempo dei profeti e delle tradizioni culinarie dell’area. Raccolto giovane e poi arrostito, il freekeh presenta un profilo nutrizionale che lo rende un delicato ma saporito alimento base.
Questo cereale può essere utilizzato in una molteplicità di piatti, dalla ricetta tradizionale egiziana hamam bi’l-ferik, un piccione ripieno, ai pilaf di agnello tipici giordani. Grazie alla sua versatilità, può essere unito a erbe aromatiche, spezie e legumi, rendendo ogni piatto un’esperienza gustativa unica.
Il fonio è un pseudo-cereale tipico dell’Africa occidentale, particolarmente apprezzato in Guinea, Mali e Burkina Faso. È noto per la sua rapida crescita e per le sue proprietà nutritive, inclusi elevati livelli di aminoacidi essenziali. Il fonio si presenta in due varietà principali: il fonio bianco e quello nero, quest’ultimo più ricco di proteine.
La versatilità del fonio ne fa un ingrediente ideale per diverse preparazioni: può essere utilizzato per preparare porridge o come base per insalate e stufati. Grazie alla facilità di cottura e alla ricchezza di nutrienti, può essere impiegato anche nella realizzazione di pane e barrette proteiche, evidenziandone le potenzialità in cucina.
Il teff è un cereale tipico dell’ETIOPIA e dell’ERITREA, famoso per il suo utilizzo nella preparazione del pane injera. Questo seme minuscolo è senza glutine e ricco di fibre, proteine e micronutrienti, rendendolo un importante alimento tradizionale. Viene coltivato prevalentemente in Etiopia e possiede eccellenti proprietà nutrizionali.
Il pane injera, che funge da piatto e posata, rappresenta il modo migliore per valorizzare il teff. La farina di teff si presta anche per altre preparazioni, come pancake e dolci senza glutine. Anche se la preparazione dell’injera può sembrare complessa, è possibile trovarla facilmente in ristoranti etiopi o acquistarla preconfezionata.
Il platano è un frutto tropicale fondamentale nella cucina di molti paesi africani, specialmente in quelli d’Africa centrale e occidentale. A differenza delle banane dolci, il platano è ricco di amido e viene generalmente cotto prima del consumo, utilizzato in una varietà di piatti tradizionali.
Il platano può essere preparato in vari modi: fritto, bollito, al forno o grigliato. In Costa d’Avorio, ad esempio, è comune il piatto Aloco, platano fritto servito con salsa di pomodoro. In Nigeria, il Boli, una preparazione di platano grigliato con salsa di arachidi, è molto popolare. Questo ingrediente versatile ha trovato spazio anche in molte cucine caraibiche.
L’okra è un ortaggio della cucina africana, famoso per i suoi baccelli gialli e verdi e la sua consistenza mucillaginosa. Questo vegetale è ampiamente utilizzato per le sue proprietà addensanti e per l’apporto di fibra, vitamina C e K1. Nonostante la sua popolarità in altre parti del mondo, la sua consistenza è spesso difficile da apprezzare in Europa.
In molte cucine dell’Africa occidentale, l’okra è ingrediente principale in piatti come il gumbo, un tipico stufato creolo. La mucillagine può essere mitigata dalla cottura o aggiungendo ingredienti acidi come pomodoro. Secondo la tradizione del sud degli Stati Uniti, può essere anche fritta come snack, sebbene questo metodo ne riduca i benefici nutrizionali.
L’olio di palma è un prodotto alimentare della tradizione africana, molto presente nella dieta di molte popolazioni. Nonostante il suo utilizzo controverso nel settore alimentare moderno, il suo uso tradizionale è ben radicato in diverse culture. Non si tratta solamente dell’olio industriale, ma anche di varianti locali, ricche di sostanze nutritive.
L’olio di palma, particolarmente aromatico e nutriente, può essere utilizzato per cucinare una varietà di piatti, dalle zuppe agli stufati. Un esempio di olio di palma pregiato è quello selvatico, prodotto in Guinea-Bissau, ricco di carotenoidi e vitamina E, e utilizzato per insaporire riso, carne e verdure.
Il baobab è famoso per il suo frutto, considerato un superfood grazie alle sue straordinarie proprietà nutritive. La polpa di baobab è ricca di vitamina C, fibre e minerali, rendendo questo frutto particolarmente apprezzato in salute e nutrizione.
La polpa del baobab può essere rimaneggiata in vari modi: fresca, in porridge, frullati o essiccata per fare bevande energetiche. I semi del baobab possono anche essere trasformati in olio vegetale, rendendo questa pianta una risorsa preziosa per molte comunità africane.
Il rooibos, conosciuto come “tè rosso”, è prodotto da una pianta originaria del Sudafrica. Questo infuso ha guadagnato popolarità globale per il suo sapore unico e le sue proprietà benefiche, non essendo un tè vero e proprio, ma prodotto dalle foglie di Aspalathus linearis.
Molto apprezzato per il suo sapore dolce e le sue proprietà antiossidanti, il rooibos è naturale e privo di caffeina. È spesso consumato da solo, ma può anche essere utilizzato in preparazioni culinarie, come dolci e dessert, portando un tocco esotico alle ricette tradizionali.
Questi dieci ingredienti africani non solo arricchiscono la nostra dieta con nuovi sapori, ma offrono anche un’ottima opportunità per esplorare e apprezzare la cultura gastronomica del continente. Con l’avanzare della globalizzazione e l’aumento dell’interesse verso le cucine etniche, possiamo aspettarci che queste delizie continuino a conquistare il palato degli appassionati del buon cibo.
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